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Festa di San Ciriaco: messaggio dell'Arcivescovo Angelo Spina

2' di lettura 02/05/2023 - La festa di San Ciriaco porta con sé tutto il profumo della primavera, soprattutto in questo tempo di ripresa dopo la pandemia. Nella basilica cattedrale di Ancona sono custodite le sacre spoglie del santo. La storia ci ha tramandato che fu lui a svelare alla regina Elena, madre dell’imperatore Costantino, dove era la vera croce di Cristo. Il suo corpo donato alla città di Ancona da Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, milleseicento anni fa, è venerato da tanti fedeli che vedono in lui l’uomo della croce che prima la fa ritrovare, poi l’abbraccia convertendosi e facendosi battezzare, e poi la testimonia con il martirio.

San Ciriaco ci invita a guardare e ad abbracciare la croce di Cristo, segno di salvezza da cui sgorga la vera pace. Sulla croce, con la morte disarmata e perdonante, Cristo non solo proclama che la via della violenza non è la sua via, ma con l’immolazione volontaria di se stesso, realizza e manifesta un amore immenso e inesauribile. Non c’è un amore più grande di questo.

La croce è fatta di due assi: una verticale e una orizzontale, non possono essere disgiunte e separate, camminano insieme perché procedono da una fonte comune: l’amore. L’amore è, dunque, un unico fuoco con due fiamme inseparabili, l’una che si protende verso Dio, l’altra verso il prossimo, vivente immagine di Dio. Non si può sviluppare la prima senza che correlativamente e contemporaneamente non si sviluppi anche la seconda, e così tutto il fuoco cresca.

Non possiamo assolutamente prescindere dall’aspetto verticale della Parola di Dio. Il Vangelo non è in primo luogo un messaggio sociale, ma è anzitutto l’annuncio della nostra liberazione dal peccato e dalla morte, mediante la nostra inserzione in Cristo che ci rende compartecipi della vita di Dio e fa di tutti i credenti un solo corpo e un solo spirito in Lui.

Ma d’altra parte il Vangelo esige chiaramente, imprescindibilmente anche l’altra dimensione della croce, quella degli autentici valori sociali, e ce ne impone la predicazione.

Dobbiamo, dunque, predicare che il cristiano non può isolarsi in un egoistico godimento dei suoi beni spirituali ed economici, disinteressandosi delle drammatiche condizioni di chi, vicino o lontano, dentro o fuori della Chiesa, è oppresso e soffre per la miseria, la malattia, l’ingiustizia, la disoccupazione o la sottoccupazione, la mancanza d’istruzione umana e religiosa.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 02-05-2023 alle 17:32 sul giornale del 03 maggio 2023 - 96 letture

In questo articolo si parla di attualità, Arcidiocesi Ancona Osimo, comunicato stampa, celebrazione, territorio, festa patronale

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