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Personal branding e gadget personalizzati

3' di lettura 03/02/2023 - Lo dice anche il neuromarketing: i gadget sono l’idea numero uno per la promozione di un brand. Non a caso si parla anche di "neuro-gadget", ovvero articoli di varie tipologie, aventi il fine di fidelizzare e far ricordare un brand anche a distanza di molti anni.

Quali sono i gadget più amati dagli utenti

I gadget più amati dagli utenti sono sicuramente quelli che rispondono ad una necessità, apportano utilità e che possono essere utilizzati con estrema facilità.

Ottime ad esempio delle cioccolate personalizzate sfiziose al punto giusto e perfette per essere regalate vicino alle festività che si svolgono nei periodi più freddi dell’anno, come Natale, Capodanno ed Epifania. Molto gradite anche le magliette, i portachiavi e gli apribottiglie, di uso quotidiano e che possono essere trasportati senza troppo sforzo.

È importante ovviamente scegliere dei gadget di alto livello, realizzati con materiali e/o ingredienti che facciano parlar bene del brand che rappresentano. Anche questo aspetto è “neuromarketing”.

D’altronde non si ha mai una seconda possibilità per fare una bella prima impressione! Quindi, se si vuole entrare nella mente dei clienti, è bene affermare il proprio personal brand grazie all’utilizzo di questi oggetti, purchè rispettino determinati standard di qualità.

La realizzazione deve avvenire solo tramite fornitori di qualità, capaci di far leva sulle emozioni. Ritrovarsi con un cappellino che stinge, con un cioccolatino dal sapore cattivo o con un apribottiglia che si rompe al secondo utilizzo, non è di certo un buon modo per farsi pubblicità.

Campagne e tessere fedeltà: ottime da associare ai gadget

Le campagne punti e le fidelity card sono iniziative perfette per diffondere tra i clienti dei gadget, ricevendo in cambio la loro “fedeltà”. In questo modo l’utente, acquistando beni o servizi, riceve dei punti da tramutare in oggetti o sconti sulla spesa successiva.

Queste tattiche sono uno strumento molto efficace e diffuso per far conoscere il proprio marchio, soprattutto perché permettono (esattamente come i gadget) di innescare il cosiddetto “passaparola” tra le persone. Ovvio è che, alle spalle, vi deve essere una strategia ben strutturata e con degli obiettivi ben chiari. È inevitabile quindi chiedere aiuto ad un’agenzia di marketing, così da ricevere il giusto supporto.

Personal branding: gli errori da non fare

Sì è parlato molto di personal branding nei paragrafi precedenti, motivo per il quale è giusto delucidare quelli che sono gli errori da non fare, quando si vuole potenziare un marchio:

1. Non tenere conto dei bisogni degli utenti

2. Trascurare l’aspetto estetico del brand, ovvero il logo, stile e colori delle pubblicità

3. Non sviluppare un TOV (tone of voice) personalizzato

4. Peccare di unicità, senza proporre articoli o servizi unici e autentici

5. Trascurare la pubblicità social, ad oggi tra le più potenti

6. Perdere coerenza, cambiando continuamente metodo di comunicazione verso il pubblico

7. Trascurare i rapporti umani e quindi le relazioni con i clienti

8. Attuare incauti Rebranding, dimenticando di valorizzazione quello che c’è già

Pochi consigli ma ben mirati, che se seguiti, permettono a qualsiasi brand di raggiungere l’apice del successo.


   

di Redazione





Questo è un articolo pubblicato il 03-02-2023 alle 11:56 sul giornale del 03 febbraio 2023 - 52 letture

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