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Il Cielo di Massimo Morroni

3' di lettura 02/12/2022 - Massimo Morroni, conosciuto dai più come un “topo di biblioteca”, e apprezzato come storico e cultore delle tradizioni della nostra città, autore di più di 106 libri, in questa occasione ha lasciato gli amati e polverosi documenti della Biblioteca Cini per “riveder le stelle”.

Infatti, come appassionato e competente osservatore del cielo e dei suoi fenomeni, il 20 novembre, nell’aula Santa Rosa della Università delle Tre Età, ha presentato la sua opera “Il cielo di Messier” in due tomi, dal peso di 7 Kg. Dopo il saluto e gli apprezzamenti della presidente Antonietta Mattioli, la parola è passata al relatore, architetto Paolo Basilici, astrofilo e amico di Massimo. “Quella che Massimo ha raccontato- così ha iniziato il relatore- è la storia di Charles Messier nato nel 1730 a Badonviller, un paesino della Francia nord-orientale, in una famiglia numerosa e agiata”. Basilici ha continuato, descrivendo Messier come un ragazzo molto vivace, che nel 1744, a 14 anni restò folgorato dalla visione della cometa di Chèseaux a nove code e quattro anni dopo dall’Eclissi di sole che accese in lui la passione per l’astronomia. Basilici ha poi tracciato le tappe principali della vita del nostro personaggio, dalla sua partenza per Parigi, a 21 anni, con un impiego di disegnatore e copista, ospite nel Collège Royal, dell’astronomo della marina Joseph Nicolas Delisle, al suo trasferimento all’Hotel de Cluny un anno dopo il suo matrimonio. Importanti per lui furono l’incontro con l’astronomo Jérome Laland e quello con l’assistente di Delisle, Libour, che lo introdusse all’astronomia, insegnandogli ad effettuare le misurazioni e ad annotarle. Il freddo e l’angusto spazio in cui lavorava non gli hanno impedito l’osservazione del cielo dall’Osservatorio dell’Hotel de Cluny, né le uscite di notte, curvo e rasentando i muri, cosa che gli costò l’appellativo di “Snidiatore “ e “Furetto” da parte di Luigi XV.

Testimoni delle sue osservazioni e scoperte sono il “Journal” un suo diario e “La Connaisance des Temps, una rivista dove annotava i passaggi dei pianeti, delle stelle, della nebulose, eclissi di Luna e di Sole, macchie solari e fenomeni metereologici. Nell’opuscolo “Notices de mes comètes”, Messier annotò tutte le comete da lui osservate, individuandone una quarantina e cominciò a cercare la cometa di Halley, il cui ritorno era previsto tra il 1757 e il 1758. Uscito indenne dalla Rivoluzione, fu ammesso alla “Academie royale di Parigi e Napoleone gli conferì la Croce della Legione d’Onore. Morì nel 1817, all’età di 87 anni e la sua tomba, alquanto spartana, si trova nel cimitero di Père Lachaise. A questo punto, la parola è passata all’autore Morroni che, per mezzo di meticolose e precise immagini, ha evidenziato tutti gli avvenimenti più importanti della vita di Messier, cominciando da due suoi ritratti. Per fare apprezzare meglio il lavoro certosino dell’astronomo francese, Massimo ha proiettato le immagini dei suoi telescopi, i disegni e i documenti, testimoni delle sue numerose osservazioni e scoperte. Ne è risultato, il ritratto di un uomo in buona salute, onesto, amico fedele e benvoluto, tanto che è stato dichiarato “Uno dei più simpatici astronomi francesi”.






Questo è un articolo pubblicato il 02-12-2022 alle 15:02 sul giornale del 03 dicembre 2022 - 1058 letture

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