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Rubrica Vivere la Psicologia: “A spasso con lo smartphone”. Tecnologia e sviluppo infantile

2' di lettura 24/09/2019 - A chi non è capitato di vedere bambini a spasso sul passeggino con un telefono in mano mentre guardano un video? E noi intenti a salutare quel bambino, tra acrobazie ed inni vocali, che passano inosservati? Non siamo su Marte, ma sulla terra.

Non si tratta di un cane al guinzaglio ma di un telefonino che assorbe completamente le energie mentali e sociali quando vine utilizzato in maniera massiccia, incontrollata e sopratutto senza un significato specifico per il bambino.

Dare il telefono in mano perchè il bambino piange è pericoloso. Il pianto è il canale comunicativo privilegiato dei bambini piccoli, che se hanno fame piangono, ma non mangiano telefoni, se hanno sonno piangono, ma non dormono sul telefono, se hanno dolore piangono, ma il cellulare non è tachipirina, se si annoiano piangono, ma lo smartphone non è un gioco.

Un contesto con questi messaggi poco decifrabili per un bambino, trasforma un dispositivo, altamente utile, in uno ostacolo per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Crescendo, il bambino abituato ad avere lo smartphone come risposta ai suoi bisogni, è normale che lo richieda sempre più spesso e che di fronte alla negazione si disperi completamente.

Infondo non ha mai compreso il vero senso di quell'oggetto, che è andato ad inserirsi nel suo mondo emotivo, come oggetto di consolazione. Stesso discorso vale per il tablet, che rischia di rimpiazzare l'amico immaginario. Inoltre gli schermi dei dispositivi mobili provocano una sovrastimolazione, producendo dopamina e adrenalina nel cervello, ancora in fase di sviluppo.

Questo li rende molto coinvolgenti, ma asincroni con i bisogni fisiologici dell'età. Cosa possiamo fare noi adulti? 1) Dare il buon esempio, riducendo il tempo che passiamo davanti ai nostri figli con il cellulare in mano; 2) Condividere l'esperienza, guardarlo assieme. Non lasciamo mai soli i bambini con un dispositivo; 3) Dare un inizio ed una fine molto precisa e per un tempo breve, anticipandolo verbalmente al bambino; 4) Non lasciare accesi i dispositivi o a portata di mano dei bambini; 5) Scegliere video, app, giochi adeguati all'età del bambino; 6) Evitare l'utilizzo dei dispositivi prima dei 2 anni.

Offrire un contesto di significati chiari, dove lo smartphone o il tablet non sono dei “riempitori” di vuoti, di frustrazioni, di noia, di pianti ed insegnare ai bambini un utilizzo appropriato della tecnologia è promozione del benessere emotivo, sociale e psicofisico.


Dott.ssa Marta Brunetti Psicologa-Psicoterapeuta “Spazio Altea”





Questo è un articolo pubblicato il 24-09-2019 alle 17:07 sul giornale del 25 settembre 2019 - 453 letture

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