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Circo in città: "Ente Nazionale Circhi, è l'amministrazione comunale che deve individuare un'area idonea"

3' di lettura 26/03/2019 - Il circo è spettacolo e divertimento, un'arte antica, itinerante, frutto di “una grande e faticosa scuola”, come la definì Charlie Chaplin. A tutto aspira tranne che a creare disagi ai residenti delle città piccole e grandi nelle quali si attenda.

Per questo ciò che sta avvenendo a Osimo è motivo di vero dispiacere per la gente del circo e per l'associazione di categoria che in Italia rappresenta le imprese del settore. Il legislatore nel 1968 ha approvato una legge che disciplina l'attività dei tendoni e dello spettacolo viaggiante.

All'articolo 9 ha previsto che “le amministrazioni comunali devono compilare entro sei mesi dalla pubblicazione della presente legge un elenco delle aree comunali disponibili per le installazioni dei circhi, delle attività dello spettacolo viaggiante e dei parchi di divertimento”.

Seguirono fino al 1995 anche una serie di circolari del Ministero dell'Interno per sollecitare i Comuni a dare applicazione a tale previsione. Purtroppo, ad oltre mezzo secolo di distanza, molti Comuni o sono sprovvisti di aree oppure quelle che mettono a disposizione risultano inadeguate e non attrezzate. I circhi sono i primi a fare le spese di questa situazione, che a volte si ripercuote anche sui cittadini.

Ma le responsabilità non possono essere addossate ai circhi, che aree idonee e ben collocate le reclamano da decenni in quanto costituiscono la conditio sine qua non per l'esistenza stessa dello spettacolo circense.

Nel lontano 2008 l'Ente Nazionale Circhi sottoscrisse anche un protocollo d'intesa con l'Anci, Associazione nazionale dei Comuni italiani, che a sua volta si richiamava al protocollo d'intesa fra Agis e Anci, il quale sottolineava che “lo spettacolo, quale mezzo di espressione artistica e di promozione culturale, costituisce in tutti i suoi generi e manifestazioni aspetto fondamentale della cultura e dell’identità nazionale; ed è bene culturale di insostituibile valore sociale e formativo della persona umana”.

Il protocollo del 2008 richiama l'importanza della “applicazione delle previsioni di cui al citato articolo 9 della legge n. 337/1968 in ordine alla individuazione da parte delle Amministrazioni comunali di aree per lo svolgimento delle manifestazioni e per la collocazione di carovane abitazione e carriaggi al servizio dell’attività”.

Ma in Italia, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei (Francia, Svizzera, Spagna, Germania), il problema delle aree non è stato mai adeguatamente affrontato.

Come sempre, c'è poi chi specula (come stanno facendo gli animalisti) su carenze che, lo ripetiamo, non possono in alcun modo essere addossate al mondo del circo. Ma questa è un'altra storia.

Per parte nostra ci scusiamo con i residenti e invitiamo l'Amministrazione comunale a voler rintracciare un'area che risponda alle esigenze dei circhi e che non gravi sui residenti. Il Fondo Unico dello Spettacolo prevede anche contributi statali specifici per attrezzare aree finalizzate ad accogliere i circhi e lo spettacolo viaggiante.

Ci auguriamo che il dibattito che si è aperto possa favorire, per il futuro, soluzioni adeguate.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-03-2019 alle 16:59 sul giornale del 27 marzo 2019 - 2214 letture

In questo articolo si parla di attualità, circo, associazione, cittadini, disagi, territorio

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