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Appuntamento di Quaresima con “la Parola”: Questo tempo di grazia sia a tutti noi d’ispirazione e di giovamento

4' di lettura 10/03/2019 - Buongiorno amici, benvenuti al nostro primo appuntamento di Quaresima con “la Parola”. Questo tempo di grazia sia a tutti noi d’ispirazione e di giovamento. La parola che abbiamo individuato questo sabato è “primizie”.

Primizie come i primi fiori, che sbocciando ci affacciano alla primavera tanto sperata, primizie come i primi frutti di stagione, tanto ambiti. Personalmente trovo dissonante questa dolcezza con l’inizio del periodo di Quaresima dove predominano invece la penitenza, il digiuno, l’espiazione, e mi domando qual nesso possa sussistere.

La precocità della maturazione di questi frutti ne hanno da sempre fatto una merce notevolmente pregiata, sia per la rarità materiale, sia per la lunghezza dell’attesa prima dell’ottenimento, cosìcché anticamente era riservata solo a Dio.

Gli ebrei usavano offrire a Dio le primizie della terra durante l’omonima Festa delle Primizie, uno degli altri nomi della festa ebraica di Shavuot, la quale coincide con la nostra Pentecoste. In particolare si presentavano solo i frutti di sette specie: si tratta di frumento, orzo, uva, fichi, melegrane, olive e datteri, ovvero il meglio del meglio che la terra di Israele produceva.

Un regalo di poco valore non fa onore al ricevente, allo stesso modo un dono di grande valore, che è costato molto sacrificio, reca grande onore a chi lo accoglie. Così non si può offrire a Dio una parte qualsiasi del raccolto, quanto piuttosto la parte migliore, proprio quella parte il cui distacco costa il sacrificio maggiore, come nel caso dell’offerta di Isacco da parte di Abramo. Ma c’è di più.

Nel momento di raccogliere le primizie infatti non c’è ancora il resto del raccolto, né si ha la certezza che questo si raccoglierà. Per questo la presentazione a Dio delle primizie si fa analogia del gesto della povera vedova che gettava nel tesoro del Tempio due misere monetine.

Un niente agli occhi della folla ma tutto ciò che ella aveva; la dimostrazione di fede, il gesto che esprime la consapevolezza che il nostro futuro è nelle mani di Dio; le preziose primizie agli occhi di Dio

Non sono infatti primizie gli scarti del raccolto, ma neanche le parti più buone, se queste sono raccimolate dal superfluo che resta dopo che ci si è assicurati la razione per sé. Il simbolo delle primizie porta inoltre una parte per il tutto, così nell’offerta di una frazione di raccolto si professa la riconoscenza dell’uomo a Dio in quanto padrone di tutto ciò che lo ha messo ad amministrare, e congenialmente il riconoscimento di Dio come il creatore dell’uomo e della terra.

Di qui ricaviamo due punti importanti. Il primo ci suggerisce che riconoscere Dio come creatore è una volontaria, lieta sottomissione, e che la Quaresima si apre con il rito delle Ceneri, le quali riportano anch’esse alla sottomissione. Abbiamo trovato un primo nesso che lega l’offerta delle primizie alla Quaresima: fede e sottomissione.

Il secondo punto riguarda invece la memoria: non c’è riconoscenza dove c’è dimenticanza. Molteplici sono le volte in cui nei salmi si prega Dio di non dimenticarsi di noi, della Sua alleanza, ed in verità è l’uomo che spesso si dimentica di Lui.

Ad evitare questo il rito della presentazione delle primizie, si può ben vedere nella lettura, è introdotto da una “memoria” della storia passata: l’uomo ricorda la bontà e la fedeltà di Dio ed il gesto assume il sapore autentico del ringraziamento.

Un punto di vista differente ci fa pensare invece alle primizie come alle “prime” che quindi saranno seguite da altre. A Gesù stesso ci si riferisce come primizia: “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.” (1Cor 15,20).

La primizia apre la strada a quelli che vengono dopo. Anche noi siamo chiamati ad essere primizie di Dio. Dopo il ricordo del passato l’immagine delle primizie è allora il richiamo alla nostra missione, adesso, qui, ed infine la prefigurazione di ciò che ci attende dopo la morte.

Nella Quaresima, tempo di penitenza, di “metanoia” o conversione, il “kairòs” per agire e cambiare vita, diventa allora fondamentale questa immagine di “primizie”.

Buona domenica! Link all'articolo https://wordpress.com/post/unaminoranzacreativa.wordpress.com/298






Questo è un articolo pubblicato il 10-03-2019 alle 08:59 sul giornale del 11 marzo 2019 - 394 letture

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