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La parola che in questa occasione abbiamo scelto di approfondire è ROTOLO

3' di lettura 27/01/2019 - Cari lettori, ci ritroviamo anche oggi al cospetto dei testi che il messale della Chiesa Cattolica ci pone dinanzi in questa III domenica del tempo ordinario (anno C). La parola che in questa occasione abbiamo scelto di approfondire è ROTOLO

Come sempre chiediamo allo Spirito Santo di illuminare chi scrive e di provocare chi legge. Il vangelo secondo Luca utilizza spesso la tecnica dell’inclusione, ovvero partire con un tema, sviluppare una narrazione, chiudere col tema di partenza (A-B-A); questo medesimo vangelo, ad esempio, inizia nel tempio di Gerusalemme (Lc 1, 8-9) e termina nello stesso luogo (Lc 24, 52-53).

La pericope che la celebrazione ci presenta (Lc 1,1-4; 4,14-21) è tratta da due momenti diversi del vangelo secondo Luca: la prima parte estrapola il testo dal capitolo 1, la seconda dal capitolo 4. La parola che abbiamo scelto di focalizzare si trova in quest’ultima.

Il termine “rotolo”, in questo estratto, esegue una chiara inclusione: “aprì il rotolo”, quindi Gesù legge il brano, poi “Riavvolse il rotolo” (questi rotoli erano avvolti e riavvolti attorno ad un kefalaion ovvero ad un capitulum, da cui il nostro capitolo, ovvero ricapitolare).

Nel testo di Isaia che Gesù legge, possiamo dire che c’è stata non solo una seconda epifania (manifestazione) di nostro Signore Gesù Cristo (di solito si fa riferimento per questo evento a Lc 2, 15-18), ma anche una prima trasfigurazione (andare al di là dell’aspetto) del Figlio di Dio (quella così riconosciuta la si trova in Lc 9, 28,36).

Gesù si rivela come il “consacrato con l’unzione”, il Messia atteso dal popolo di Israele “«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»”. Ebbene, tra “rotolo” e “rotolo”, in inclusione, c’è questa rivelazione. Ma a ben scorgere, c’è un altro rotolo che precede quello del profeta Isaia: “Galilea”.

Il nome Galilea, infatti, deriva da una radice verbale ebraica (galal) che significa rotolare. Dove termina, ora, l’inclusione che parte con “ritornò in Galilea”? Una micro-inclusione termina con la prosecuzione (non presente nella lettura) del vangelo oggi proposto, quando coloro che ascoltavano e osservavano Gesù nella sinagoga di Nazaret “lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo (rotolarlo) giù dal precipizio” (Lc 4, 29).

La macro-inclusione, però, è quella che giunge al Golgota (la radice galal è la stessa): “Cranio” o “Calvario” hanno sempre la medesima radice (Lc 23, 33). Tuttavia non basta: l’inclusione definitiva non termina sulla croce, ma “Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato.

Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro” (Lc 24, 1-2). Nel vangelo odierno, infatti, è Gesù stesso che, molto sottilmente, ci proietta al “primo giorno dopo il sabato”: “entrò nella sinagoga e si alzò a leggere”: il verbo anistemi è lo stesso sia per questo caso (alzò) sia per risurrezione (Lc 24-7).

Ecco, dunque, quando la vera e piena epifania e trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo avrà luogo: quando a rotolare non sarà una pergamena, ma una pietra, la pietra, quella del sepolcro, la quale non sarà mai più ri-capitolata, perché il suo Caput, la sua Kefalè, il suo Rosh ha vinto il mondo e la morte.

LINK AL BLOG: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/2019/01/26/il-rotolo


   

Fabio Quadrini





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-01-2019 alle 09:20 sul giornale del 28 gennaio 2019 - 370 letture

In questo articolo si parla di cultura, audiolibri, religione cattolica

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