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L’Italia in guerra

3' di lettura 22/12/2018 - Il secondo incontro,organizzato dall’Unitre per commemorare il Centenario della Vittoria di Vittorio Veneto, ha avuto un buon riscontro di pubblico, sia per l’argomento trattato che per la competenza dei tre oratori.Carlo Pesco, Giovanna Rinaldini e Fabrizio Bartoli,apprezzati docenti dell’Unitre.

Il I° dicembre, nella Sala Santa Rosa, la Presidente Antonietta Mattioli,dopo aver dato il benvenuto ai relatori, ha ringraziato gli intervenuti. Ha preso la parola il Prof. Pesco che, dopo aver rilevato le cause e gli scopi dell’Austria e della Germania,_stati belligeranti, è entrato nel merito dell’argomento prescelto”L’Italia in guerra “.

La neutralità dell’Italia,sostenuta dai cattolici e i socialisti e fortemente appoggiata da Giolitti, era in contrasto con le dimostrazioni di piazza degli interventisti, rappresentati da D’Annunzio. Dopo il Patto segreto di Londra nell’aprile del 1915, l’Italia si alleò con l’Inghilterra e con la Francia, contro l’Austria e la Germania e il 24 maggio dello stesso anno, entrò in guerra a fianco della Triplice Intesa.

”Il primo anno sul fronte italiano –ha proseguito il professore- vide uniti nell’esercito pochi volontari e molti richiamati,provenienti dalle regioni meridionali” Nelle trincee,molte furono le pause e improvvisi gli assalti che causarono migliaia di vittime. Mentre gli uomini stavano al fronte,moltissime donne furono impiegate nelle fabbriche di materiale militare e i civili soffrivano per il tesseramento dei generi di prima necessità.

Il 1917 fu l’anno decisivo, mentre il Papa Benedetto XV° continuava a lanciare appelli per la pace, al fronte avvenivano continue diserzioni, seguite da processi lampo e fucilazioni.Contribuì a cambiare gli esiti della guerra l’esordio di nuove armi quali,i carri armati,gli aerei ,i gas e i lanciafiamme.

Dopo l’entrata in guerra degli Usa, e la firma dell’armistizio della Russia ad opera del bolscevico Lenin, in Italia ci fu la disfatta di Caporetto che portò al cambio del generale Cadorna con il generale Diaz che, con nuove strategie militari e più mezzi, riuscì a bloccare l’esercito austriaco sul Piave ,sull’altopiano di Asiago e sul monte Grappa,fino ad ottenere la vittoria decisiva a Vittorio Veneto.

La parola è poi passata alla Prof.ssa Rinaldini che ha letto alcune pagine di “Un anno sull’altopiano” dove l’autore Emilio Lussu, racconta l’irrazionalità e l’insensatezza della guerra esasperata dalla gerarchia e dalla disciplina militare, che lui stesso aveva subito da soldato.

La relatrice ha poi proseguito ,scegliendo alcuni brani dell’opera di E.M Remarque” Niente di nuovo sul fronte occidentale”:è il racconto della la storia di un diciannovenne che, partito convinto di vivere una grande avventura,col passare del tempo si accorge con gli altri commilitoni di quanto la guerra sia inutile e dannosa.

L’ultimo intervento è stato quello del Prof.Fabrizio Bartoli che ha presentato il diario di guerra del nonno Alessandro Bartoli, elencandone gli avvenimenti tramite fotografie e cronache che il farmacista Alessandro,allora trentacinquenne, ha raccontato con estrema precisione e oggettività, criticando la situazione precaria dei soldati semplici di fronte a quella priviligiata degli ufficiali, rivelando il suo lato migliore di professionista ,di uomo e di soldato.


   

da Rossana Giorgetti Pesaro 





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-12-2018 alle 19:05 sul giornale del 24 dicembre 2018 - 298 letture

In questo articolo si parla di cultura, storia, guerra, incontro

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