utenti online

Per non dimenticare la Grande Guerra

3' di lettura 15/12/2018 - Nel centenario della Vittoria di Vittorio Veneto,l’Unitre ha voluto ricordare questo avvenimento con tre incontri atti a far rivivere, attraverso storia,filmati,narrazioni e poesie, gli anni di quella Guerra denominata Grande. Ha aperto la commemorazione il Prof. Carlo Pesco il 24 novembre, introducendo l’argomento con un titolo atto a stimolare vari interrogativi “Perché la guerra”.

Presentato dalla presidente dell’Unitre Antonietta Mattioli,il Prof..Pesco, da anni apprezzato docente del Corso di Filosofa, ha esaminato i motivi responsabili dello scoppio delle guerre.”La Storia ce l’ha insegnato- così ha esordito il professore-la guerra è uno degli eventi più terribili che possa colpire un paese” Ma perché allora scoppiano le guerre? Senza dubbio ogni conflitto è legato ad un periodo storico oltre alle condizioni economico- sociali dell’area coinvolta.

Due sono le cause principali: la prima,accidentale,é quella legata ad episodi di natura contingente, la seconda, più profonda, perché può essere ricondotta a fattori d’ordine politico,economico,etnico o religioso.

“Un esempio di questa duplicità-ha poi proseguito Pesco- è lo scoppio della I° Guerra Mondiale”, la cui causa apparente fu attribuita all’uccisione di Francesco Ferdinando,erede al trono dell’Austria-Ungheria, mentre in realtà la vera causa furono gli interessi politico-economici dell’imperatore Guglielmo II° che voleva trasformare il suo impero in una delle principali potenze d’Europa,seguito dalle mire espansionistiche della Germania che ben presto appoggiò l’alleato austro-ungarico nel dichiarare guerra alla Russia e alla Francia.

Finché l’uomo ha dentro di sé il piacere di odiare e di distruggere,rimane latente in lui la passione facile ad essere attizzata e portata all’altezza di una psicosi collettiva Rimandando al secondo incontro i motivi che hanno spinto l’Italia ad entrare in guerra, il Professore ha dato la parola a Sofia Ramini,laureata a Firenze in “Storia e Critica dello spettacolo “ che, dopo aver evidenziato la trama e le caratteristiche del film “Torneranno a fiorire “di Ermanno Olmi, lo ha proiettato.

Un titolo amaro che allude all’ipocrisia della storia riguardo alle migliaia di vittime sepolte sotto la neve e di cui tutti si dimenticheranno all’apparire dell’erba. Una storia,realmente accaduta sul fronte Nord-Est dopo i sanguinosi scontri del 1917, che il regista ha girato in una trincea a 1.100 e a 1800 metri di altezza per far avere agli attori “le facce da freddo” e ricostruire il senso di isolamento vissuto dai soldati.

L’ avamposto è guidato da un capitano, piegato dalla febbre e dagli ordini criminali a cui è costretto dal suo ruolo. I colori esautorati, fanno sembrare la pellicola i bianco e nero,la scala cromatica:grigio,bianco,blu,nero, fanno risaltare la paura, il rosso si intravede solo negli scoppi delle granate, prevale il gelo e l’ambiente ostile,tipico della guerra.

Il nemico non si vede mai, i panorami splendidi e gli animali attutiscono la solitudine di quei poveri soldati che non hanno nomi ,gli attori ,tranne Claudio Santamaria nella parte del maggiore,sono anonimi, ma sono tutti esseri umani vittime di una guerra causata dalla stupidità e dalla cupidigia. Il sottofondo musicale,fatto di suoni e di crepitiii suggestivi,è del musicista jazz Paolo Freser.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-12-2018 alle 17:44 sul giornale del 17 dicembre 2018 - 321 letture

In questo articolo si parla di cultura, storia, evento, memoria, racconto

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/a2vq





logoEV
logoEV