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Si fingevano avvocati e carabinieri per estorcere denaro, arrestati fratelli napoletani

6' di lettura 10/11/2017 - I due sono stati arrestati per estorsione e truffa aggravata, 20 i colpi in appena due settimane. Vittime in tutta la provincia e nella penisola.

Iniziava tutto con la classica telefonata o visita, rivolta principalmente a persone anziane e sole. Facendo leva sull'affetto per i propri familiari, ai quali sarebbe accaduto qualcosa di grave, inducevano le vittime a consegnare denaro ad un complice che andava a ritirarli a domicilio.

I Carabinieri della Compagnia di Osimo nell'ambito della vasta operazione True Justice 2, hanno individuato e arrestato due fratelli napoletani, ricostruendo le loro mosse fraudolente in tutta Italia, localizzando le trasferte e la loro presenza in importanti città. Il loromodus operandi continuato, aggravato dalla crudeltà, reiterato nel tempo, ha consentito ai carabinieri del Nucleo Operativo osimano di procedere alla ricostruzione completa dei fatti e delineare la gravissima accusa del delitto di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione ed alla truffa continuata aggravata in concorso. Ammontano a 20 i “colpi” commessi su tutto il territorio del centro nord Italia in solo 15 giorni.

I due fratelli sono pluripregiudicati e noti truffatori napoletani, abitanti in popolari quartieri di Napoli, ovvero “Forcella e Ponticelli”, scoperti grazie ad alcune segnalazioni, giunte ai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Osimo nelle prime ore della mattinata del 28 marzo, quando due anziane nonne ricevevano la telefonata da parte del finto “Maresciallo dei Carabinieri”: “Pronto?... Buongiorno signora, sono il Maresciallo dei Carabinieri di Ancona... non si allarmi, la chiamo perché suo nipote è rimasto coinvolto in un incidente stradale... sta bene, ma l’abbiamo trattenuto in caserma... ci sarebbe una somma da pagare per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari”.

Così gettavano nel panico le loro vittime per convincerle, con l’inganno, a sborsare e dunque ad estorcere cifre che potevano arrivare anche a 6mila euro. I due delinquenti professionisti e specializzati nel raggiro, riuscivano così a creare forte preoccupazione e angoscia nelle persone anziane e vittime della ben orchestrata truffa, le quali rimaste condizionate, imbarazzate e coinvolte dall’affetto per i propri congiunti cadevano nella rete degli impostori. Mentre la vittima era impegnata nella telefonata il complice raggiungeva l'abitazione in modo da essere pronti a ricevere soldi e oggetti d'oro non appena l'anziano avesse abboccato e chiuso il telefono.

Una volta tornati a Napoli, i truffatori si dividevano i soldi e vendevano i gioielli ai "Compro Oro".

Tutto è andato liscio finché non hanno iniziato a battere la zona del Conero, dal mese di marzo. Nella trappola sono cadute Signore anziane di Loreto, Numana e Sirolo.

Ma è grazie alla denuncia di due super-nonne di Loreto che hanno chiamato subito il 112 dal cellulare, proprio quando i truffatori erano nella loro abitazione a riscuotere, che i carabinieri di Osimo hanno fermato i malfattori mentre si allontanavano. Sequestrati numerosi cellulari e un navigatore, i due fratelli napoletani sono stati incastrati dalla accurata ricostruzione da parte dei militari di tutti gli spostamenti e dei reati commessi.

Nella mattinata del 28 marzo 2017 giungevano alla centrale operativa dei Carabinieri di Osimo quattro telefonate dove le anziane vittime, due residenti a Loreto, una a Numana ed una a Sirolo, raccontavano la “storiella” da parte del “finto Maresciallo dei Carabinieri” senza sapere però che sin dalla prima telefonata, i veri carabinieri, in forza al Nucleo Operativo della Compagnia di Osimo, in abiti civili e con autovettura con targa di copertura, si erano già recati sul posto al fine di individuare i due malfattori. Infatti, i militari già esperti di tale tipo di truffa e che avevano già precedentemente condotto le indagini che a febbraio (operazione “Sciacalli”, condotta unitamente alla Questura di Ancona, arrestando ben 6 napoletani responsabili di analoghi fatti ed il deferimento in stato di libertà di altri dieci sodali), è bastato poco per individuare i due fratelli E.L. classe 81 e E.C. classe 85, entrambi residenti a Napoli negli stessi quartieri dei precedenti sei già arrestati .

Al momento dell'arresto i due viaghiavano a bordo di una Fiat Panda noleggiata, erano ben vestiti con capelli e barba curata stile militare, per evitare qualsiasi sospetto o controllo. Seguiti a distanza dal fiuto degli abili investigatori militari, venivano bloccati grazie al supporto dell’autoradio dell’aliquota radiomobile e dai veri carabinieri in divisa. Poi sono stati condotti presso gli Uffici della Compagnia di Osimo per i dovuti accertamenti.

L’intuito dei militari operanti, in sinergia con il P.M. Dott. Rosario Lioniello della Procura della Repubblica di Ancona, titolare delle indagini, diretti dal Maggiore Raffaele Conforti, comandate della Compagnia Carabinieri di Osimo e guidati dal Luogotenente Luciano Almiento, comandante dell’omonimo NORM, grazie allo sviluppo manuale di indagini tecniche e di numerose utenze e celle telefoniche ed alla visione delle telecamere di vari comuni, permetteva di attribuire la responsabilità ai due fratelli di ben 20 colpi tutti con lo stesso modus operandi e commessi sul territorio del centro-nord Italia in soli 15 giorni.

Di seguito l’elenco delle truffe messe a segno:

1. 14.03.2017 JESI (AN)

2. 14.03.2017 ANCONA (AN)

3. 15.03.2017 VAGLIA (FI)

4. 15.03.2017 FIRENZE (FI)

5. 16.03.2017 SAVONA (SV)

6. 16.03.2017 TAGGIA (IM)

7. 21.03.2017 PERUGIA (PG)

8. 21.03.2017 SPOLETO (PG)

9. 22.03.2017 SPOLETO (PG)

10. 23.03.2017 SIENA (SI)

11. 23.03.2017 MONTIRONI D’ARBIA (SI)

12. 24.03.2017 GROSSETO (GR)

13. 24.03.2017 PIOMBINO (LI)

14. 28.03.2017 LORETO (AN)

15. 28.03.2017 LORETO (AN)

16. 28.03.2017 NUMANA (AN)

17. 28.03.2017 SIROLO (AN)

18. 31.05.2017 RIETI (RI)

19. 07.08.2017 L’AQUILA (AQ)

20. 30.08.2017 TERAMO (TE)

I due fratelli sono ora accusati di Associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata dei reati di estorsione e truffa aggravata. Sul conto degli stessi inoltre è stata eseguita ed applicata la misura di prevenzione del divieto di ritorno nei comuni della provincia di Ancona e foglio di via obbligatorio per anni 3.
Parte della refurtiva è stata recuperata e restituita alle vittime degli ultimi raggiri, ma le verifiche cominciate da marzo 2017 hanno fotografato un fenomeno molto più ampio ed un arricchimento molto più cospicuo. Il copione era sempre lo stesso - con la variabile dell’«avvocato» al posto del “maresciallo dei carabinieri” - e la truffa veniva replicata sistematicamente a ritmi regolari tanto da mettere in atto un vero e proprio “pendolarismo criminale”.
Fissata la base in una località tranquilla o comunque in un hotel periferico, la banda batteva a tappeto in un solo giorno tutta l’area in un perimetro di un centinaio di chilometri, riuscendo a portare a casa anche 10 mila euro a telefonata.

Per eludere le investigazioni prendevano le auto a noleggio, cambiavano continuamente le sim telefoniche e dopo aver preso i soldi tornavano a casa pronti per ripartire per una nuova “trasferta”. Tracce del loro passaggio se ne trovano in tutte le regioni del centro nord a eccezione della Campania e delle Isole. L’ammontare del danno causato e profitto illegale ammonta ad oltre 120.000,00 mila euro tra denaro contante e monili in oro.


   

di Cristina Carnevali
redazione@viverejesi.it





Questo è un articolo pubblicato il 10-11-2017 alle 11:18 sul giornale del 11 novembre 2017 - 1323 letture

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