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Severini: 'Cinema Concerto, tutti i perché di un'operazione sbagliata'

10' di lettura 15/09/2016 - Ora che è uscito il documento istruttorio è possibile mettere in fila svariati aspetti critici della vicenda Cinema Concerto 1) “Lo spazio accoglienza”… uguale spazio camere? Dai documenti istruttori in cui i frati minori fanno richiesta di spazi per la biblioteca e in cui il comune chiede fondi regionali, non si fa mai riferimento agli spazi accoglienza da realizzare nell’attuale galleria del cinema: stranamente nella proposta di delibera esce fuori questo volume aggiuntivo destinato allo spazio accoglienza… di cosa si tratta?

Camere ad uso foresteria per i pellegrini? Spazi accoglienza ristoro per visitatori? Qualcuno ci dovrebbe illuminare su questo punto nevralgico, in quanto le cifre di cui si sta parlando cambierebbero enormemente nel caso in cui, oltre alla biblioteca, si dovesse prevedere un cambio di destinazione d’uso per utilizzo commerciale, e ciò al netto del fatto che forse i frati minori sarebbero probabilmente esentasse, esenti imu.

2) Probabile danno erariale.

Da una iniziale stima di 1.100.000 euro si è passati a 450.000, così suddivisi Iniziali 225.000 per l’ex Cinema Concerto, passati poi agli attuali 90.000 per la porzione di “circa il 40% della cubatura” 235.000 per i locali ex banda in base alla stima dell’Agenzia Entrate di Ancona, poi rivalutati a 360.000 nel piano delle alienazioni.Premesso che un buon padre di famiglia non vende i beni di cui dispone in momenti di crisi e quindi a basso prezzo, a meno che non abbia l’acqua alla gola e rischi di esporre i propri figli a danni per la propria salute e per il proprio futuro, praticamente il comune cederebbe sia cubatura in altezza, che in lunghezza, per realizzare “sala auditorium/proiezioni da collocare al piano terra su una porzione dei locali ex Cinema Concerto, la quale resterà di proprietà dell’amministrazione” e che avrà il doppio accesso, sia dall’esterno, che dalle stanze del convento.

“Biblioteca e centro studi che si svilupperanno sulla restante porzione dei locali ex Cinema Concerto e sui locali ex Banda e quindi al piano terra, primo piano e ballatoi di proprietà dei Frati Minori Conventuali”; “zona ospitalità, realizzata nella parte superiore della volumetria dei locali ex Cinema Concerto, di proprietà dell’Ordine di Frati Minori Conventuali”.

Il comune perderebbe un patrimonio che solo nel 2014 veniva valutato 1.100.000 euro, soprastante le mura romane, per ritrovarsi con una sala inferiore ai 100 posti da condividere con i conventuali, visto che tra le finalità dell’utilizzo, vengono espressamente citati i congressi internazionali sulla mistica e particolari manifestazioni collegate al nuovo Polo Bibliotecario.

Quindi, anche se il locale rimanesse di proprietà pubblica, la funzionalità sarebbe comunque intrinsecamente collegata all’attività religiosa dei francescani, che in più otterrebbero la possibilità di avviare attività commerciale legata alla nuova area ospitalità da ricavare nella zona corrispondente alla galleria del cinema, con evidente aumento del valore economico rispetto alla valutazione attuale, considerato che andrebbe a modificarsi la destinazione d’uso: da culturale a commerciale.

Perché allora si vende a 90.000 una cubatura tanto grande e con un probabile aumento del valore, una volta trasformata? Perché i frati richiedono anche il cinema, che prima restava fuori dal piano delle alienazioni, e progettano ora uno spazio accoglienza? Perché il comune lo concede senza preoccuparsi di adeguare la cifra in base alla previsione di cambio di destinazione d’uso? Questo non si chiamerebbe danno erariale?

3) Il ruolo della Regione Marche

La regione Marche, nelle figure dell’assessore Pieroni e del dirigente Orsetti, concede una cifra di 400.000 sulla base di una richiesta del 15-10-2015 da parte del sindaco, il quale attraverso una serie spericolata di copia e incolla, chiede un contributo per “auditorium connesso a polo bibliotecario” che tuttavia non esiste da nessuna parte, se non in qualche scambio di lettere tra sindaco, Frati Minori e Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali. Vengono stanziati 400.000 per un accordo di programma che includerebbe un privato, cioè i minori conventuali, per i quali non sarebbe neanche prevista la possibilità di stipulare accordi di programma, che in base al Tuel possono essere stipulati solo tra enti pubblici. E tutto ciò prima che vi sia da parte della regione una minima verifica sulle implicazioni, almeno di natura urbanistica, ancora tutte da definire?

Senza che esista un progetto preliminare? Come si riesce a comprendere questo slancio economico tanto impegnativo verso tale operazione? Perché si ritiene così strategico lo spostamento della biblioteca anconetana al momento ottimamente ubicata presso i locali di San Francesco alle Scale? Perché non valorizzare in Ancona quel patrimonio librario, anche in vista di una riqualificazione dell’intera zona di Via Pizzecolli, per la quale l’amministrazione Mancinelli ha dichiarato un progetto di amplissimo respiro che conduce all’idea di far rinascere l’Antica Via Maestra? E se ora i frati vogliono realizzare anche lo spazio accoglienza, resta tutto uguale o cambia qualcosa?

4) Le reali necessità della città di Osimo.

Spazi esauriti per biblioteca ed archivio comunale di Osimo Oltre al fatto che ad Osimo si chiede da anni un cinema e non una biblioteca francescana, è importante ricordare che mentre l’amministrazione spinge per portare i 100.000 volumi da Ancona ad Osimo da ubicare nei locali ex cinema, la Biblioteca Comunale di Osimo non ha più spazi per allocare i propri libri, tanto che tra tutte le sale, rimane sì e no uno scaffale per i nuovi libri, quali ad esempio i romanzi: tra un anno o giù di lì non ci sarà più spazio e si dovrà interrompere l’acquisto di romanzi che costituiscono la principale attività di fruizione che collega la biblioteca alla cittadinanza.

Per non parlare degli archivi: buona parte è collocata sotto i bagni pubblici del loggiato, in condizioni di umidità pessime, tanto che le riviste sono praticamente ammuffite e lo stesso Fondo Fiorenzi è a rischio danneggiamento. E per non parlare di tutto il materiale sparso in giro negli scatoloni per i vari palazzi abbandonati di Osimo, tra cui l’ex Tribunale, dove risulta siano stati depositati gli archivi del Muzio Gallo, mentre un’altra parte delle riviste trova spazio in alcuni locali della Guardia di Finanza.

E per non parlare dei fondi già offerti al Comune, come quello della Famiglia Simonetti, che non sono stati mai accolti per mancanza di spazi… di fronte a tale situazione a dir poco disastrosa, che rischia di compromettere il patrimonio librario ed archivistico comunale, l’amministrazione si vuole fare grande accogliendo la Biblioteca francescana che sta ben posizionata in Ancona e della quale gli anconetani dovrebbero andare fieri, mentre non mi sembra che i nostri vicini di casa si stiano strappando le vesti per tenerla a casa loro?

Perché la biblioteca francescana sarebbe tanto strategica per gli osimani, mentre niente affatto per gli anconetani? Non è, che per caso, i locali di San Francesco alle Scale devono essere venduti e non si sa dove parcheggiare i libri? Perché il comune non chiede un contributo regionale per sistemare i locali ex banda e collocare lì i vari depositi d’archivio del Comune di Osimo, sistemando così una annosissima situazione, che a breve esploderà?

5) Implicazioni di natura urbanistica

Nello schema di delibera si fa cenno alle necessarie varianti urbanistiche sui locali interessati, che vengono date per scontate, come se si stesse parlando del pollaio di casa mia, mentre si sta parlando di edifici che trovano spazio esattamente sopra le mura romane: si è perso il filo logico dell’iter e questa vicenda rischia di far saltare i più normali canoni di iter amministrativo-urbanistico, in quanto si danno per scontati tutta una serie di passaggi intrinsecamente connessi e logicamente propedeutici tra loro.

6) Incomprensibile tempistica che emerge dai documenti istruttori

Nella lettera che Pugnaloni invia a Ceriscioli, Pieroni ed Orsetti per chiedere i finanziamenti si fa riferimento ad un “dossier di progetto che è stato illustrato nell’incontro tenutosi in data 9-7-2015 con la dott.ssa Rossana Rummo, quale Direttore Generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali, Servizio 1 Biblioteche”; perché allora la richiesta di spazi da parte dei frati minori viene inoltrata al comune con una lettera del settembre 2015?

E’ un problema di copia-incolla mal riuscito, o Pugnaloni sedeva a tavoli interistituzionali con progetti in mano, già prima di conoscere le richieste da parte dei frati minori? 7) Totale incoerenza delle scelte amministrative dal 2014 ad oggi 31-7-2014: locali ex cinema ed ex banda vengono inseriti nel piano delle alienazioni con una stima di 1.100.000 22-6-2015: i locali ex cinema vengono stralciati dal piano delle alienazioni e rimangono soltanto i locali ex banda con valore rideterminato di 360.000 in base a nuova stima da parte dell’Agenzia del Territorio di Ancona 15-9-2016: secondo lo schema di accordo di programma portato in votazione consiliare, una grossa porzione dei locali ex cinema ritornano nel piano delle alienazioni per far spazio alla biblioteca francescana e allo spazio accoglienza del convento Praticamente nel giro di due anni si è cambiata tre volte versione.

L’ultima è quella secondo cui, visto che i minori conventuali hanno bisogno di spazio per la loro biblioteca e per lo spazio accoglienza, mentre i locali dell’ex banda non sarebbero sufficienti, chiedono ed ottengono il fronte della sala cinematografica, più il piano corrispondente della galleria ed ulteriore ballatoio, da adibire in parte a polo bibliotecario, in parte a “spazio accoglienza”, che con ogni probabilità è spazio commerciale per realizzare camere.

8) Totale mancanza dei fondamentali principi di partecipazione al procedimento amministrativo

Non è stato avviato alcun percorso di partecipazione democratica verso i portatori di interessi diffusi rappresentati dal comitato per la difesa del cinema, a cui sono stati negati gli accessi agli atti, e soprattutto verso tutti i cittadini con i quali non veniva condiviso nessuno degli atti propedeutici all’atto di indirizzo in votazione il 15 settembre. Mentre si scendeva in piazza, già nel settembre 2015 nel palazzo si effettuavano scambi di carteggi con l’Ordine dei frati minori conventuali delle Marche e con la Regione Marche, e si stilavano studi di fattibilità a cui nessuno è mai riuscito ad accedere.

Eppure la partecipazione dovrebbe informare ogni procedimento amministrativo al fine di una soddisfacente condivisione delle scelte, necessaria anche per abbassare il contenzioso che attanaglia la pubblica amministrazione e soprattutto perché chi amministra, lo fa pro tempore, e non dovrebbe pensare di essere il padrone dei beni comuni.


   

da Argentina Severini





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-09-2016 alle 17:28 sul giornale del 16 settembre 2016 - 1881 letture

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