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Lodolini sul referendum: "Firme valide, dunque!"

3' di lettura 10/08/2016 - Firme valide, dunque! La Corte di Cassazione ha validato le firme che avevamo raccolto per l’indizione del referendum costituzionale. Da oggi, dunque, esso diventa a tutti gli effetti uno strumento “popolare” – il referendum degli italiani – un confronto nel merito che interesserà oltre 50 milioni di italiani aventi diritto al voto.

Il referendum lascia definitivamente le stanze del Parlamento. Bisogna aprirsi, uscire fuori dalle sedi di Partito.

Certo, c’è chi proverà a condizionare il proprio Sì o il proprio No a questioni che non riguardano la riforma. Il quesito infatti non riguarda la legge elettorale o i poteri del Governo, argomenti che non sono minimamente toccati dalla legge costituzionale, ma riguarda il numero dei politici, il tetto allo stipendio dei consiglieri regionali, il voto di fiducia, il Senato, il quorum per il referendum che viene abbassato, l'introduzione del referendum propositivo, l'abolizione degli enti inutili come il CNEL, le competenze delle Regioni.

Teniamoci alla larga dalle polemiche, stiamo al merito del Referendum, per rispetto degli elettori e della Costituzione stessa. Stiamo proponendo di aggiornarla, di rendere i suoi meccanismi di funzionamento più adeguati ai tempi che viviamo.

Questa non è la sfida di Renzi, del PD. È la sfida di quanti hanno a cuore il futuro del Paese e che vogliono ridurre gli sprechi della politica, rendere più semplici le istituzioni, evitare enti inutili e mantenere tutte le garanzie di pesi e contrappesi già presenti nella nostra Costituzione. Un'Italia più semplice e più forte sarà possibile se i cittadini lo vorranno.

Il non alla riforma costituzionale sarà come la Brexit. La Bank of England ha tagliato i tassi al minimo storico dello 0,25% per contrastare il brusco rallentamento economico "da incertezza" causato dalla Brexit (la previsione di crescita del pil 2017 è stata ribassata dal 2,3% allo 0,5%). Se al referendum costituzionale italiano vincesse il No, la nostra economia verrebbe destabilizzata da un'ondata di incertezza (leggere in proposito Nouriel Roubini, https://www.theguardian.com/business/2016/aug/01/why-europe-needs-new-political-vision-after-brexit). Certamente la campagna informativa sulla riforma costituzionale deve servire a illustrare i benefici di una vittoria del Sì, non i danni di un esito contrario. Ma non si può nascondere il fatto che l'eventuale vittoria del No, per fortuna improbabile, sarebbe, fatte le debite proporzioni, la nostra Brexit.

Infine. Dall’inizio di questa 17^ legislatura (2013-2016) la Camera dei Deputati ha prodotto un risparmio di 270 milioni di euro rispetto alla dotazione di risorse ricevuta dallo Stato, in virtù delle misure di contenimento dei costi adottate negli anni e votate in Aula.

Per una significativa riduzione dei costi della politica serve però un intervento strutturale di riforma dell’assetto istituzionale. L’unica modalità concreta è la riforma costituzionale che sarà sottoposta al referendum nel prossimo novembre.

Con il Sì al referendum possiamo essere noi cittadini a determinare un risparmio molto più ampio e strutturale, stimato in circa 500 milioni di euro all’anno.

La riduzione del numero dei senatori, l’abolizione della loro indennità parlamentare (i nuovi senatori, eletti tra i sindaci e i consiglieri regionali, percepiranno solo lo stipendio del loro ente territoriale di provenienza), il ridimensionamento a regime del personale del Senato, l’abolizione definitiva delle province e del Cnel, il contenimento sancito in Costituzione delle spese degli apparati politici regionali: si tratta di misure strutturali e definitive che consentirebbero un risparmio stabile e indiscusso.

Al risparmio contabile, andrebbe aggiunto l’enorme vantaggio economico di cui godremmo come cittadini italiani grazie all’entrata in vigore delle nuove regole costituzionali: con un Parlamento più leggero, efficiente e rapido nell’assunzione delle decisioni – e con la semplificazione dei rapporti tra Stato e Regioni – renderemo più stabile il quadro normativo italiano, favoriremo chi lavora e investe e ridurremo i costi dell’incertezza.

Sono vantaggi non solo percepibili nell’immediato, ma capaci di produrre benefici di molto superiori nel medio-lungo periodo.


da On. Emanuele Lodolini
parlamentare Pd





Questo è uno spazio elettorale autogestito pubblicato il 10-08-2016 alle 09:15 sul giornale del 11 agosto 2016 - 1091 letture

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