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Ecatombe di imprese a Osimo nel primo trimestre 2016. Picchio (CGIA): 'la ripresa è lontana'

2' di lettura 22/04/2016 - Non si ferma l’emorragia di imprese ad Osimo, anzi, si intensifica. Secondo infatti una elaborazione dell’Ufficio Studi della Confartigianato sulla base Unioncamere – Infocamere nei primi tre mesi dell’anno hanno già chiuso i battenti nel comune osimano 45 attività artigiane, in media perciò una ogni due giorni, un dato che pone all’evidenza un netto peggioramento rispetto al trend dello scorso anno, quando, nel primo trimestre, furono 27 le chiusure, una quantità di per sé più contenuta.

La dinamica delle aperture, al contrario, si mantiene stabile; a fine marzo 2016 se ne sono contate infatti 28, numero pressoché in linea con le 25 del corrispettivo periodo dello scorso anno. Questa situazione non manca di destare preoccupazione – dichiara Paolo Picchio Segretario Confartigianato Osimo – Ancona Sud – e di chiedere una forte e rinnovata attenzione ai temi dell’impresa.

Registriamo le difficoltà più evidenti nei comparti del manifatturiero (saldo al I trim. 2016 a -8) e delle costruzioni (anch’esse a -8); entrambi i settori stanno sperimentando una flessione a raffronto con i dati della passata annualità. La situazione osimana si incardina in un contesto, quello della Valmusone, che, pur non uscendo dal territorio negativo, registra tuttavia un timido segnale di miglioramento.

Secondo infatti l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Confartigianato da gennaio a marzo hanno cessato 76 attività artigiane, 61 le iscritte per un saldo di – 15. In confronto al corrispettivo periodo del precedente anno, se da una parte le cessazioni sono rimaste stabili (furono 72 al I trim 2015), le aperture si dimostrano significativamente incrementate: oggi 61, 42 al 31 marzo 2015.

Le imprese che nascono nella Valmusone sono soprattutto quelle dei servizi alle imprese e alle persone, che in un anno si sono riscattate dal saldo negativo del I trim. 2015 (-6). Costruzioni e manifatturiero rimangono a oggi al palo (-10 e -5).

I comparti tradizionali non vedono ancora la ripresa – dichiara Paolo Picchio, segretario Confartigianato Osimo – Ancona sud – in particolar modo il settore delle costruzioni. Riteniamo che il rilancio dell’edilizia e del suo indotto manifatturiero, esigenza prioritaria per la crescita dell’intero sistema, sia a oggi collegato alle ristrutturazioni, alla riqualificazione dei centri urbani, al risparmio energetico, più che alla costruzione del nuovo.

In questo senso consideriamo strategico che si intervenga sul recupero del patrimonio edilizio esistente, pubblico e privato, da incentivare anche con appositi progetti o, ove possibile, fondi, per riqualificare zone abbandonate e/o investite da fenomeni di degrado fisico e ambientale.

Occorre anche dare maggiore slancio alle opere pubbliche, grandi e piccole. Partendo dall’edilizia scolastica, dalle opere di ammodernamento delle infrastrutture, dalle opere di difesa dal rischio idrogeologico e dal rischio sismico.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-04-2016 alle 10:48 sul giornale del 23 aprile 2016 - 1914 letture

In questo articolo si parla di confartigianato, economia, artigianato, paolo picchio, ancona, artigiani

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