Castelfidardo: Centro Caritas e Missioni, stabili le famiglie assistite, ma aumentano quelle italiane

In linea con i dati statistici nazionali che segnalano un calo del 38%, molti immigrati hanno infatti lasciato Castelfidardo in questo periodo di severa crisi, per dirigersi verso altri Stati o per far ritorno ai Paesi di origine. I nuclei italiani hanno conosciuto anch’essi l’emigrazione, ma di tipo interno: attirati nel passato dal fiorire di opportunità lavorative, molti si sono trasferiti dal sud, hanno avuto fiducia nel futuro, si sono impegnate nell’acquisto di un’abitazione, ma quando l’industria è entrata in difficoltà, ne hanno risentito in maniera drammatica.
Crisi che si è fatta sentire anche per le famiglie locali che hanno conosciuto la disoccupazione o forme similari, come il fenomeno degli esodati. Le azioni di assistenza consistono nell’erogazione di vestiario e di beni di utilizzo domestico, ambito in cui decine di volontarie si prodigano ogni giorno per la selezione e distribuzione dei beni.
Inoltre, una cinquantina di famiglie residenti riceve pacchi-viveri mensili, acquistati principalmente con risorse del Centro, individuate sulla base di situazioni di necessità oggettivamente certificate; le situazioni di indigenza vengono vagliate e monitorate dagli operatori del Centro, così da indirizzare gli aiuti là dove ce n’è effettivamente più bisogno.
Altra forma di aiuto, è il pagamento delle bollette in forma completa o di contributo, sempre con risorse del Centro; anche in questo caso, si valuta rigorosamente la situazione e il livello di urgenza, specialmente in presenza di bambini. Infine, è attiva la mensa, che distribuisce una media di 80 – 90 pasti una volta al giorno dal lunedì al sabato; da circa un mese alla sera, dalle ore 18.30 alle ore 19.30, per facilitare la raccolta dalla Camst, proveniente dalle mense scolastiche di cibo non consumato ed evitare lo spreco.
Per fornire un pasto completo occorre cucinare altro cibo nella sede della mensa; al sostentamento alimentare partecipano anche alcune pizzerie e ristoranti castellani, che, destinano a fine giornata l’invenduto: parte alla mensa e parte a famiglie, individuate dal Centro. Il lavoro che si svolge alla mensa richiede un impegno quotidiano: una menzione la merita soprattutto Antonio D’Urso, capo-cuoco coadiuvato da una decina di collaboratori.
Al Centro Caritas e Missioni l’inversione di tendenza che i dati macroeconomici annunciano non si è ancora fatta sentire, ma la solidarietà che costituisce l’unica soluzione a problemi ancora molto forti, non è mai venuta meno, con grande merito non solo di chi vi opera volontariamente, ma anche di quanti offrono aiuto in silenzio. Misericordia significa “ricordarsi dei miseri”; il suo naturale complemento è la carità; sembrava di aver debellato per sempre, quasi fosse una malattia, dal nostro vocabolario la parola “fame”, ma la soluzione è in queste due parole:” Fa bene a chi le riceve, di più a chi le dona”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-12-2015 alle 16:22 sul giornale del 23 dicembre 2015 - 539 letture
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