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Chiusura ostetricia: l'appello dei consiglieri osimani all'assemblea regionale

6' di lettura 30/11/2015 - Vogliamo portare alla vostra attenzione una questione estremamente sentita da noi Consiglieri Comunali del PD di Osimo e da tutti i cittadini della Val Musone (una comunità formata da oltre 100000 persone): l’annunciata chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale SS Benvenuto e Rocco di Osimo.

La questione solo da poche settimane si delinea come 'definitiva' e senza alternative, in quanto i vertici della Regione Marche e dell'Asur hanno indicato senza alcun preavviso che la chiusura del reparto avverrà in maniera improrogabile in data 31/12/2015 ( secondo la Delibera della Giunta Regionale n. 666 del 7/08/2015).

Per noi e per i nostri cittadini questo termine cosi perentorio è insostenibile da tutti i punti di vista, in primis perché ad oggi non ci sono alternative valide in grado di far fronte alla chiusura del punto nascite di Osimo. Ciò comporta che chi finora é stato seguito ad Osimo durante il percorso di gravidanza e avrebbe dovuto far nascere in questa struttura d’eccellenza i propri bambini, si dovrà rivolgere improvvisamente ad altre strutture come Ancona e Jesi, già sovracariche e non ancora pronte ad accogliere un tale incremento di parti.

Inoltre le linee guida del Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 dettate dal Ministero della Salute prevedono la razionalizzazione delle strutture con soglia minima a 500 parti (Osimo supera abbondantemente quota 650 parti/annui, ad oggi abbiamo gia superato quota 500 per il 2015), ma anche l'incremento dei centri nascita classificati come "Ospedale amico del bambino", secondo criteri dell'Unicef e dell'Oms.

Nelle Marche ci sono molti altri punti nascite con standard abbondantemente inferiori, sia per numero di parti che per qualità del servizio, appare quindi immotivata la scelta della Regione di chiudere entro fine anno proprio il punto nascite osimano, l'unico nella provincia di Ancona ad essere accreditato dall'Unicef e dell'Oms. Invece di aumentarli, come prescrive il piano nazionale, li chiudiamo.

Inoltre non è chiaro perchè si decida di "tagliare" Osimo in base al criterio dei 1000 parti annui da raggiungere come livello minimo, e non si faccia allora altrettanto con le strutture di Jesi e Senigallia che ugualmente non raggiungono tale soglia.

Tanto più che il reparto di ostetricia e ginecologia del S.S. Benvenuto e Rocco, a differenza di altri punti nascita, dispone di un rianimatore h24, e viene unanimemente riconosciuto come un fiore all'occhiello della sanità locale. In base a quali criteri dunque si vuole prendere una decisione così penalizzante per il territorio della Valmusone? Il piano di riordino della sanità marchigiana, pur nell'ottica di un'inevitabile razionalizzazione delle spese, non può colpire le eccellenze del nostro territorio, e non può essere in contrasto con gli standard previsti dallo stesso piano sanitario nazionale.

Da tener ben presente anche il fatto che il punto nascite di Osimo raccoglie le partorienti da tutta la Valmusone ( es. comuni di Castelfidardo, Recanati, Filottrano, Loreto, etc.), che conta più di 100.000 abitanti, che dovranno percorrere almeno 1 ora di macchina prima di raggiungere il primo ospedale che potrebbe accoglierle.

A questo si aggiunge il dubbio di molti cittadini: ma il Salesi è pronto ad accogliere altri 750 parti/annui, quando non riesce a fronteggiare neanche gli attuali e deve spostarsi da anni nella nuova struttura di torrette? Altra lettura della situazione: dal 2012 ad oggi molti eventi si sono susseguiti nella nostra città come le stesse promesse di incrementare e poi smantellare la struttura, e tra questi si denota anche la fuoriuscita di responsabili della struttura 'poco chiare', ad esempio nel 2012 l'allora primario Dott. Tiriduzzi Mauro, che per oltre 10 anni fu motore di crescita e rafforzamento del reparto, andò in pensione.

Ci si aspettava un rapido declino della struttura, arrivando a scendere sotto la soglia dei 500 parti, ed invece questo non è avvenuto, nonostante a quella mancanza si aggiungesse una riduzione di personale ed una situazione incerta. Invece nonostante tutto il personale ed il reparto hanno resistito bene, fino al 2013 quando giunse il nuovo primario da Jesi, che però mantiene anche la responsabilità sull'altra città ecco quindi la sua presenza spot di una volta la settimana.

Ma anche in questa situazione la struttura resiste e continua a mantenere i suoi plus, quindi ci si chiede ulteriormente quale ragione ci sia a voler chiudere il reparto invece di investire nell'unica mancanza che ci viene segnalata: una guardia pediatrica di rianimazione H24. Lo stesso Presidente Ceriscioli, sia in campagna elettorale che in seguito, ha sempre dichiarato e più volte ribadito che la struttura di Osimo non sarebbe stata chiusa e anzi rafforzata almeno fino all'apertura del nuovo Inrca.

I cittadini di Osimo in queste ultime settimane si sono autonomamente mobilitati, ad oggi si contano oltre 2000 persone attive, con raccolta firme e manifestazioni a cui ci sentiamo concordi anche noi politici osimani. Relativamente alla questione invece 'ospedale di rete' ci viene indicato il trasferimento, qualora ci sia la struttura, alla zona Aspio di Camerano, quando al momento la struttura neanche compare abbozzata dai piloni delle fondamenta.

Come possiamo pensare di chiudere un ospedale, che tra l'altro sta accogliendo i pazienti dei nosocomi gia chiusi di Castelfidardo, Loreto e Recanati, quando non sono ancora disponibili altre strutture alternative al servizio del territorio della Valmusone?

Altra domanda: ci è stato 'promesso' che all'apertura del nuovo ospedale di rete, quello in zona Aspio di Ancona, ci sarebbe stata la possibilità di posizionare il punto nascite, ma risulta che un INRCA non possa accogliere nascite assieme alle esigenze dell'eta avanzata. Quindi che cosa ci aspetta davvero?

Come rappresentante dei miei cittadini mi sento fortemente responsabile di questa situazione e vorrei almeno garantire ai miei cittadini il punto nascite d'eccellenza che hanno ed almeno con un buon pronto soccorso in una cittadina che conta quasi 35.000 abitanti da sola e 100.000 per la Valmusone.

Per questo auspichiamo che la Regione decida di sospendere la propria decisione di chiudere il reparto entro fine anno, e che questo possa preludere all'apertura di un tavolo di confronto e concertazione con le rappresentanze del territori.

Inoltre chiediamo che sia fatta una programmazione certa e condivisa con i territori sul futuro della sanità nella Val Musone e sulla struttura del nuovo Inrca, che dovrà essere a tutti gli effetti un ospedale di rete con tutti i reparti finora presenti nel nosocomio di Osimo, compreso quello di ostetricia e ginecologia.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-11-2015 alle 23:45 sul giornale del 01 dicembre 2015 - 858 letture

In questo articolo si parla di politica

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