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Dall’idea di due motociclisti ingegneri nasce la prima moto elettrica a due ruote motrici e Made in Osimo

5' di lettura 29/11/2015 - Armotia è un progetto innovativo, quello della prima moto di serie elettrica con due ruote Motrici, che è stata lanciata nella versione enduro DUE-X e nella versione trail DUE-R. Armotia è il nome di una moto dalle caratteristiche ciclistiche eccezionali, che ti regalerà sensazioni di guida incredibili per vivere ogni tipo di strada, on e off road, come non è mai stato possibile.

Armotia, oltre tutto questo, è una moto che offre di serie features e possibilità davvero intelligenti. Come lo smartphone integrato per fare video, controllare le prestazioni, salvare i dati della telemetria e condividere ogni tuo percorso. O come la possibilità di personalizzare lo stile delle carene con la stampante 3D, per rendere ancor più “special” la moto più special che hai mai visto.

Perché se è vero che due ruote muovono l’anima, con Armotia scoprirai che due ruote motrici lo fanno decisamente meglio. -- La storia di Armotia. Antonio studia ingegneria meccanica, costruisce, guida e contempla le sue motociclette. Andrea studia ingegneria elettronica e gira in pista in sella alla sua 749 con le carene tenute insieme da fascette e nastro americano. Antonio è quello razionale, Andrea quello impulsivo.

Da ingegneri specializzati, Antonio e Andrea si incontrano per la prima volta nel 2010 in una riunione di lavoro ad Osimo. Antonio è seduto a quel tavolo per le sue competenze in aerodinamica, progettazione meccanica e telaistica, motorizzazioni elettriche, Andrea per le sue competenze in software di controllo ed elettronica di consumo. E siccome i motociclisti, si sa, in un modo o nell’altro finiscono sempre per riconoscersi, durante la pausa caffè la conversazione finisce presto per prendere la strada della passione e viaggiare su due ruote.

L’elettronico Andrea si domanda da qualche tempo “chissà che emozioni potrebbe dare una moto elettrica con il software giusto e una ciclistica mai tentata prima...” e approfitta per chiedere lumi sullo stato dell’arte in tema di motori elettrici. Il meccanico Antonio risponde che lui aveva già da un po’ iniziato a lavorare, nel tempo libero, su una moto da pista ibrida con un motore elettrico sull’avantreno. Ed è stato subito chiaro che la conversazione non si sarebbe esaurita davanti a quel caffè.

E così, dopo pochi giorni, i due si incontrano di nuovo, in un contesto molto diverso. Sono nell’attrezzatissimo garage di Antonio, con una birra in mano e, di fronte, una splendida motocicletta monocilindrica con avantreno monobraccio realizzata da Antonio negli anni dell’università. Il progetto che stiamo raccontando nasce, di fatto, in quel preciso momento. Oggi sembra passato un secolo, ma nel 2010 le moto elettriche erano praticamente solo quelle per i bambini.

Trovare motori, elettroniche e batterie utilizzabili per il loro progetto era difficilissimo, e toccava inventarsi qualcosa ogni giorno. Il primo acceleratore elettronico, per esempio, se lo sono dovuto progettare e costruire in casa con una stampante 3D. Perché, è subito chiaro, quello che Andrea e Antonio hanno in mente non è sostituire un motore a combustione con uno elettrico elettrico. Quella è una cosa che saprebbe fare qualsiasi ingegnere, ma loro sono, prima di tutto, motociclisti.

E vogliono che la loro moto abbia caratteristiche dinamiche eccezionali. Da allora molte birre e caffè sono passate sotto i ponti e ci sono voluti tre anni di serate, weekend e feste comandate trascorse in garage a studiare e sudare, ricercare materiali e soluzioni, prima di ottenere il primo prototipo funzionante.

Fanno testa o croce per chi sarà il primo a guidarlo e non diranno mai a nessuno com’è andato il sorteggio. Dopo averla guidata, invece, quello che vorrebbero gridare al mondo è che la loro creatura gira alla grande e regala emozioni che non fanno rimpiangere l’odore dei gas di scarico. In quei tre anni anche il mondo elettrico aveva iniziato lentamente e girare e i componenti iniziavano a diventare disponibili sul mercato con meno difficoltà.

Finito il primo prototipo, nuove possibilità e nuove idee cominciano a frullare velocemente nelle loro teste. Una, soprattutto: quel sogno, divenuto qualcosa di reale, non può restare in garage. Anche se alzare quella saracinesca e puntare al mercato è un’impresa che fa tremare le braccia. Ma, come si dice, “se sei incerto, tieni aperto”. E così è stato: Antonio e Andrea a metà 2013 fondano la loro azienda e portano in pista un nuovo prototipo, sempre più perfezionato. Ora si fa sul serio.

È il momento delle rilevazioni e dei dati reali, quello dei test comparativi per provare le diverse soluzioni tecniche, hardware e software. È il momento di avere la conferma oggettiva, quella da ingegneri, che la loro intuizione ciclistica, quella da motociclisti, può diventare una rivoluzione. E, dati alla mano, il cuore del progetto batte già forte. I risultati sono sorprendenti e l’emozione di guida è notevole, anche utilizzando motori singolarmente poco potenti.

Sì, motori. Perché la loro è una moto “special” per davvero, visto che ha due ruote motrici. Da quel giorno, sembra tutto una bellissima follia. L’idea di proporre e mettere in produzione la prima moto elettrica a trazione integrale sta per diventare realtà. Si inizia a studiare il design, a definire la natura d’uso, a formalizzare le specifiche tecniche. Si continuano a provare decine di motori, elettroniche, batterie, soluzioni ciclistiche, mappe e modifiche software.

Ci si rende conto che si possono proporre ai futuri clienti, oltre che nuove emozioni e un’inedita sicurezza di guida, anche delle features incredibili. Da quel primo di tanti test, sono passati due anni. E da oggi, si può iniziare a raccontare questa storia a

tutti. La meta, la presentazione ufficiale, l’EICMA 2015 è stata un grande successo per il team di ARMOTIA, e quelle moto che 5 anni fa sembravano solo il sogno di due motociclisti ingegneri hanno riscosso moltissimi consensi. Il resto della storia comincia da qui, ed è tutto da scrivere e da vivere. Su due ruote, per davvero.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-11-2015 alle 20:03 sul giornale del 30 novembre 2015 - 1479 letture

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