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Aikido: ad Osimo ha preso casa la via dell'Armonia

4' di lettura 11/11/2015 - L’atmosfera rilassata ma con la giusta dose di concentrazione. Lo scenario è quello delle scuole elementari Marta Russo, la spazio della palestra: un grande tappeto morbido (tatami) sul quale una ventina di allievi praticano l’Aikido.

Sì perché proprio in città, da molti anni, ormai una trentina, ha sede una delle sorgenti più attive del sentiero che porta all’armonia. Un’arte marziale ? Non solo. Una forma di Yoga ? Può darsi. Una disciplina fisico-spirituale ? Ecco, ci avviciniamo. Anche se , come ogni dottrina con elementi esoterici, non si dà di essa piena comprensione ai più, ma soltanto a coloro che vi si saranno sinceramente e lungamente dedicati.

Il Maestro, Sensei, che da moltissimo tempo diffonde in Europa e nel Mondo l’Arte nipponica creata da Morihei Ueshiba (1883-1969), si chiama Paolo Corallini , 64 anni, filottranese di nascita , che dalla metà degli anni ’80 (dal 1984 per la precisione), ha inteso recuperare i segreti originari del grande maestro giapponese da uno dei suoi più importanti allievi,Morihiro Saito Sensei, nel dojo di Iwama, a 90 km da Tokyo.

“Praticavo da anni - ci ricorda- , avevo appena conseguito il 4° Dan ed ero piuttosto avanti nello studio. Poi l’incontro con Saito ha cambiato completamente la mia visione, convincendomi del fatto che quello che avevo praticato sin lì si allontanava dall' Aikido tradizionale. Fu come un nuovo inizio. La mia conversione ebbe, tra le altre conseguenze, anche quella di perdere centinaia di allievi. Ne fui dispiaciuto. Molto più importante era però aver guadagnato lo spirito originario dell’arte”.

Un percorso di discesa dal ‘bianco’ al ‘nero’ e risalita.

L’Aikido tradizionale della Takemusu Aikido Association Italy impartito ad Osimo e in un’altra cinquantina di centri sparsi per il paese, prevede lo studio di tecniche a mani nude (Tai-jutsu) e con le armi classiche del Budo giapponese (Buki-waza) che comprendono lo studio del Ken (spada) e del Jo (bastone), tutto nel pieno rispetto della dottrina del fondatore Morihei Ueshiba del suo fedele allievo Saito.

Ma che cosa è esattamente l’Aikido ? ‘Ai’ intende essenzialmente armonia. ‘Ki’ è qualcosa di sovrapponibile a ‘Chi’ cinese ed indica lo Spirito, nel senso di energia vitale, ‘do’ invece rimanda a ‘ciò che conduce’ ovvero la via. Quindi l’arte giapponese ha lo scopo di condurre all’Unione con l’Energia Vitale. L’elemento profondo nascosto nell’Aikido non ha solo un carattere marziale, ma uno esoterico, che richiama ad un itinerario spirituale.

Di qui ad esempio il colore bianco delle divise indossate dal principiante (Shoshinsha) che, da mukyu (senza grado) parte poi dal sesto livello e ‘scende’, in una sorta di percorso inverso, dal 6° al 1° grado, fino al ‘nero’ . “Questo nero, non indica solo il grado raggiunto dal praticante nelle tecniche , ma fa riferimento alla sua discesa verso la sua identità più profonda”. Una sorta di purificazione che preclude alla risalita rappresentata dai vari Dan del aikidoka esperto (Yudansha).

Anche qui Corallini è chiaro. “Le tecniche dell’Aikido, che sono moltissime, nell’ordine delle migliaia, non sono il fine della pratica, ma solo il mezzo per il conseguimento di una realizzazione interiore. La vera lotta che ingaggia l’allievo, non è contro l’avversario, ma con se stesso, per il conseguimento dell’Armonia”.

Una pratica per tutti e per nessuno.

A patto che si rispetti la sua filosofia di fondo l’Aikido è accessibile a tutti. “Uomini e donne di ogni età possono avvicinarvisi, con l’eccezione forse dei più piccoli, ancora troppo acerbi per accettare una pratica che non prevede agonismo e competizioni sportive e che si mantiene rigorosamente nel suo spirito tradizionale”. L’altra qualità necessaria è un grande costanza per un lavoro che, nei fatti, non ha un vero e proprio termine, coincidendo con un perfezionamento costante verso l’armonia universale.

Vicino al lavoro di Paolo Corallini c’è quello del figlio Francesco, 6° Dan, la garanzia che lo spirito più autentico dell’Aikido delle origine potrà essere tramandato anche in futuro.

Un episodio accaduto dopo la guerra.

Sensei Corallini ha voluto congedarci con un episodio significativo che ha coinvolto O’ Sensei Ueshiba. A guerra terminata, e dopo le bombe di Hiroshima e Nagasaki, gli americani occupanti organizzarono un incontro per saggiare le abilità degli artisti marziali locali.

Ueshiba, certo di non alta statura, di fronte al possente marine americano, non poteva certo preoccupare. Il primo atto che fece il Maestro giapponese è stato di tendere la mano al ‘nemico’, tra lo stupore generale. Inutile poi che insista su come si è concluso l’incontro”. Così dicendo Corallini, con un sorriso sereno, si è allontanato da noi verso il suo amato tatami...per insegnare l’Aikido.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-11-2015 alle 16:31 sul giornale del 12 novembre 2015 - 1086 letture

In questo articolo si parla di attualità, osimo, vivere osimo, roberto rinaldi

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