Artigianato: l'area sud si dibatte fra due recessioni, i numeri della Valmusone

Mentre l’autunno è iniziato con una intensificazione dei segnali congiunturali positivi ( il saldo tra iscrizioni e cessazioni torna in positivo con un + 2 rispetto al -13 imprese del terzo trimestre 2014), l’analisi di più lungo periodo evidenzia come i pesanti effetti derivanti da due cicli recessivi ravvicinati richiedano un cambio di velocità dei processi di crescita economica.
Lo studio di Confartigianato che ha analizzato i dati Movimprese – Ufficio Statistico CCIAA di Ancona mette in evidenza come nel distretto di Ancona Sud ( prendendo in esame Osimo, Loreto, Castelfidardo e Filottrano) sono 43 le imprese artigiane che hanno aperto e 41 le cessate al 30 settembre di quest’anno.
Nel confronto con il corrispettivo periodo del 2014, si registra un incremento delle aperture (+13). Analizzando i singoli settori: il manifatturiero +2 (era -10 al III trim. 2014), le costruzioni 1 (da -7), i servizi alle persone 1, i servizi alle imprese -2. Va rimarcata, in un contesto così difficile, la resistenza delle imprese, dichiara Paolo Picchio, Segretario mandamentale Confartigianato Ancona Sud – solo ripartendo dall’economia reale si possono creare occasioni di sviluppo economico e di rilancio.
Servono interventi per sostenere questa parte vitale del nostro territorio, le micro e piccole imprese artigiane le uniche in grado di creare occupazione e di essere volano di sviluppo. In questo contesto caratterizzato ancora dall’assenza di una ripresa significativa nel settore dell’edilizia e installazione di impianti assume grande rilevanza la conferma degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che hanno l’obiettivo di sostenere la domanda, la cui carenza rimane il principale fattore di ostacolo all’attività delle imprese, ad agosto indicato dal 47% delle imprese di costruzioni: 1 impresa del settore su 2 non ha domanda sufficiente.
Se permangono le difficoltà per quelle aziende che vivono esclusivamente di mercato interno che purtroppo ancora stenta a ripartire, anche quelle aziende maggiormente votate all’export stanno risentendo sempre più delle crisi politiche internazionali.
I dati macroeconomici ci indicano poi che le difficoltà maggiori sono appunto a carico del nostro comparto: è infatti l’artigianato, in modo particolare, che paga quasi interamente la crisi di settori strategici . Riduzione della pressione fiscale, sburocratizzazione, diminuzione del costo del lavoro, appalti su misura di MPI, progetti per incentivare l’internazionalizzazione e reti di impresa: queste sono le priorità che indichiamo alle Istituzioni, con le quali manteniamo un dialogo costruttivo e costante, nell’ottica di collaborare tutti insieme per favorire lo sviluppo economico del territorio e concretizzare la ripresa.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-10-2015 alle 23:39 sul giornale del 23 ottobre 2015 - 412 letture
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