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Sindacati, 'Le scelte sulla sanità rispettino il territorio di Ancona'

Ingresso ospedale pronto soccorso 2' di lettura 14/07/2015 - Leggiamo in questi giorni di ipotesi sulla definizione di una nuova direzione per l’area vasta 2.

Non è certo compito del sindacato indicare i nomi dei Direttori, anche se invitiamo la politica a riflettere se sia effettivamente necessario un cambio alla guida dell’aera vasta 2 o se piuttosto sarebbe più opportuno, nella tanto decantata logica della “discontinuità” capire cosa si intende cambiare a livello dell’assetto del sistema regionale.

Abbiamo però chiare come CGIL – CISL –UIL le complesse questioni che il territorio anconetano deve affrontare:

• la costituzione delle reti cliniche dell'area vasta 2
• il consolidamento dei servizi erogati dagli ospedali di rete di senigallia, jesi, fabriano e Osimo
• il potenziamento dei servizi territoriali, delle cure domiciliari e dell’attività di prevenzione
• l’attivazione dell'integrazione torrette- chiaravalle
• l’integrazione inrca-osimo
• Il mantenimento o meno della vocazione regionale/interregionale dell’ ospedale di Torrette e la sua integrazione con i servizi dell’area vasta
• l’ avvio dei lavori dell'ospedale dell' ASPIO

Affinchè queste urgenze non siano affrontate solo con spirito ragionieristico e con l’unica preoccupazione della quadratura dei conti è necessario che la direzione dell’Area vasta abbia un profilo con alcune caratteristiche irrinunciabili a partire da una forte “sensibilità territoriale”. In effetti uno dei temi che aveva contraddistinto la campagna elettorale del presidente Ceriscioli era proprio il contatto con il territorio e l’ascolto delle istanze che provengano da esso. Non sono accettabili soluzioni che vengono catapultate nella provincia di Ancona, e che già nel passato avevano dato prova di scarso interesse al mantenimento dei servizi erogati sul territorio, nonché di mancanza di rispetto per i diritti, le prerogative e le conquiste della contrattazione decentrata.

Occorre riconoscere al territorio di Ancona la sua dignità, prendendo anche atto del faticoso lavoro avviato in questi ultimi due anni sul piano delle relazioni sindacali, tra grandi difficoltà, per arrivare alla costruzione di una realtà omogena di area vasta, e che ora vede attivati una serie di tavoli, di monitoraggio e confronto, come previsto dal Protocollo d’Intesa Programmatico Sanitario e Socio-Sanitario firmato in Regione il 17/02/2014. Serve un approccio dialogante con i territori e con gli operatori del settore che non può che nascere dalla conoscenza della realtà provinciale, e che mette al primo posto l’erogazione dei servizi ai cittadini e le condizioni di lavoro degli operatori.

Le operazioni che mirassero al solo rispetto dei conti o che assomigliassero ad una sorta di “commissariamento” di un territorio non potranno che trovarci contrari.






Questo è un articolo pubblicato il 14-07-2015 alle 18:10 sul giornale del 15 luglio 2015 - 417 letture

In questo articolo si parla di cgil, cisl, marche, uil

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