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Le associazioni di categoria fanno il punto sull'economia osimana

6' di lettura 12/07/2015 - Interessante momento di confronto lunedì 6 luglio presso la nostra sede di San Biagio con i rappresentanti delle associazioni di categoria. Gli intervenuti hanno tracciato un quadro esaustivo del tessuto produttivo osimano spaziando dall'agricoltura all'artigianato, al commercio e alle imprese.

Sono emerse criticità di vario genere legate agli specifici ambiti ma anche riflessioni di carattere generale condivise per lo più da tutti. In particolare la discussione ha sottolineato che: il centro storico sta morendo e il suo rilancio passa attraverso un piano strategico di ampio respiro che tuteli e incentivi la residenzialità e iniziative di valorizzazione turistica sulla scia della mostra "Da Rubens a Maratta", unanimemente riconosciuta come un grande successo dell'amministrazione Simoncini e da considerarsi esempio da seguire; per il turismo è indispensabile fare rete, organizzarsi con altre località a livello regionale creando percorsi differenziati.

Osimo è ricca di enti culturali e associazioni di vario genere che organizzano tante manifestazioni: è necessario coordinare i tanti eventi evitando sovrapposizioni e sprechi di risorse; la città di Osimo non ha una caratterizzazione precisa: se vogliamo attirare turisti ma anche imprese e investimenti, dobbiamo dare un'immagine che suggerisca un'identità ben definita: va scelto un ambito da valorizzare e in quella direzione vanno indirizzati impegno e risorse; il rapporto delle amministrazioni con le associazioni di categoria dovrebbe essere continuativo per permettere una reale sinergia; di fondamentale importanza lavorare nell'ottica della semplificazione e della velocizzazione nello svolgimento di pratiche.

Le lungaggini burocratiche bloccano spesso l'apertura di nuove imprese; gli imprenditori in sostanza chiedono: meno tasse, meno burocrazia, meno limiti; a sostegno delle strutture ricettive e delle attività produttive importante la manutenzione del territorio: strade, fossi, aree verdi e centro curati sono un biglietto da visita; il settore agroalimentare non sembra sufficientemente valorizzato a Osimo: quanti sanno che è osimano il migliore vino rosso al mondo ? È il Pelago della ditta Umani Ronchi. Riportiamo le dichiarazioni più significative degli intervenuti: Nevio Lavagnoli (Presidente Agrinsieme Marche sigla che comprende CIA, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle c

ooperative agroalimentari) "Il settore agricolo è fortemente europizzato e burocratizzato; le amministrazioni comunali, pur non avendo competenze nel settore dell'agricoltura, possono promuovere momenti di confronto e di dibattito, essenziali in momenti di crisi e di transizione come questo, in cui più che mai è necessario conoscersi, rispettarsi e praticare la buona politica.riterrei a questo proposito auspicabile un Consiglio comunale dedicato ai temi dell'agricoltura e aperto agli esponenti del settore.

I Comuni possono inoltre mettere in atto tutte le facilitazioni possibili per permettere agli agricoltori di accedere ai fondi dei piani regionali. Gli agricoltori sono una categoria di lavoratori viva e vivace, basti pensare che, relativamente al PSR (Piano di Sviluppo Regionale) in scadenza, sono stati presentati 1200 progetti, il doppio delle domande finanziate. Il 98,56% degli agricoltori è iscritto ad associazioni di categoria, le quali rappresentano quindi una risorsa importante per gli amministratori dei vari enti locali e della società civile tutta."

Alessandro Alessandrini (Direttore regionale Confagricoltura) "I Comuni, non avendo competenze in ambito agricolo, non devono però fare danni. Possono provvedere a una tempestiva manutenzione delle strade rurali (favorendo così anche il turismo rurale), alla pulizia dei fossi comunali e alla regimazione delle acque. Possono inoltre evitare di approvare delibere e regolamenti che appesantiscono la gestione delle attività agricole, già pesantemente normate da leggi comunitarie e regionali. Inoltre le amministrazioni fanno bene ad autorizzare la trasformazione di case rurali e agevolare l'uso abitativo, fermo restando che ciò non pregiudichi le attività lavorative agricole e di allevamento preesistenti nelle aree rurali".

Renato Frontini (Presidente delegazione di Osimo per Confcommercio) "Tutti i centri storici hanno problemi di spazio, di qui l'importanza fondamentale di creare parcheggi per i commercianti, i lavoratori e i residenti. A livello commerciale i centri storici sono morti a causa della GDO (Grande distribuzione organizzata) che ha una concentrazione altissima nella zona di Ancona Sud. In vent'anni purtroppo abbiamo assistito a un duplice disastro: i centri storici si sono svuotati con la conseguente crisi del piccolo commercio perché i consumatori hanno preferito i grandi supermercati e i centri commerciali; ora, con la crisi economica, anche la grande distribuzione ha grossi problemi di sopravvivenza e questo ha conseguenze a livello occupazionale".

Mario Baffetti (Presidente mandamentale Confartigianato): “Va assolutamente diminuita la burocrazia per non uccidere quello che di buono è rimasto. Le piccole imprese e il piccolo commercio vanno aiutati e sostenuti; non possono più essere schiacciati come limoni da un fisco così aggressivo. Solo ad Osimo, nel 2014, a fronte delle 85 aperture di attività imprenditoriali, si sono registrate 97 cessazioni.

Il dato allarmante è che le imprese che hanno chiuso sono quelle più strutturate, a differenza di quelle in apertura che invece non lo sono, soprattutto in tecnologia, non potendo contare su adeguati investimenti” Andrea Cantori (segretario CNA zona sud Ancona): “La situazione della zona in questo momento può essere suddivisa in terzi: un terzo delle imprese commercializzano con l’estero, sono innovative ed in questo momento si trovano in vantaggio avendo investito in passato – prima della crisi del 2008 - in macchinari e conoscenza ed ora stanno trainando; 1/3 delle imprese “galleggiano” e cioè si trovano in una situazione delicata con un bilancio in pareggio determinato però dall’utilizzo di ammortizzatori sociali, 1/3 delle imprese invece è fortemente in difficoltà (se fosse una barca prenderebbe acqua): sono imprese con finanziamenti in essere di una certa consistenza, molte hanno investito in capannoni e ciò ha inciso sulla loro redditività”.

Luigi Gianbartolomei (Presidente mandamentale Osimo CNA): “C’è assoluta necessità di studiare un progetto complessivo per rilanciare il commercio e l’artigianato su tutto il territorio osimano: centro storico, periferia e frazioni. Soprattutto per il centro storico occorre potenziare le iniziative e gli eventi culturali per dare più movimento ed essere di stimolo a chi vuole investire nel cuore della città ed aprire locali ed attività commerciali.

La nostra associazione di categoria ha più volte sollecitato iniziative di questo tipo; abbiamo intitolato il nostro progetto: “una movida per Osimo”” Quale maggiore forza di opposizione esprimiamo grande soddisfazione per l'incontro e il dibattito che ne è scaturito; ciò a vantaggio di una maggiore consapevolezza ed incisività nella nostra azione politica.


da Coordinatori Lista Civica Il Faro di Pesaro





Questo è un articolo pubblicato il 12-07-2015 alle 23:27 sul giornale del 13 luglio 2015 - 683 letture

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