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Loreto: al Museo dell'Antico Tesoro fino al 16 agosto mostra dedicata a Gianriccardo Piccoli

6' di lettura 06/07/2015 - Un omaggio a uno dei maggiori artisti contemporanei: è la mostra che l’Associazione Testori dedica a Gianriccardo Piccoli dal 4 luglio al 16 agosto al Museo Antico Tesoro di Loreto. Otto grandi opere e alcuni dei disegni più significativi, indagano il rapporto di Piccoli con Lorenzo Lotto nella fase in cui, dopo una vita di riconoscimenti, di successi, ma anche di cocenti umiliazioni soprattutto raccolte nella sua città, aveva deciso di chiudere la sua esistenza come oblato nel convento della Divina Casa di Loreto, dove morì nel 1556 circa.

Un finale di esistenza nel cono d’ombra della cella conventuale, lontano dai centri in cui si trafficavano le grandi cose dell’arte. Quali pensieri, quali attese potevano attraversare la mente e il cuore di un grande artista come Lorenzo Lotto negli ultimi anni della sua vita?

La scelta di Lotto di ritirarsi a vita conventuale è uno di quei fatti misteriosi in cui tutti vorremmo scavare, per capire, per sapere di più. Invece dobbiamo fare i conti con quei magri indizi che Lotto stesso ci ha lasciato, notizie riportate con sistematicità nel Libro di Spese Diverse: voci di spese, con notazioni scarne.

Eppure quello sfondo così spoglio può essere spunto sufficiente perché un artista di oggi possa mettere in moto l’immaginazione e provare a entrare pudicamente nell’anima del Lotto. È questo il tema del lavoro di Gianriccardo Piccoli, che da una terra che fu tanto importante per la storia di Lotto, cioè quella bergamasca, si è messo in dialogo con l’anima di quell’artista tanto lontano nel tempo ma tanto affine al nostro tempo.

Il lavoro di Piccoli è un viaggio dentro quegli oggetti evocati da Lotto nel suo Libro di Spese Diverse; un tentativo di immaginare attraverso quegli indizi seminati sui fogli dei registri, quali pensieri quali immagini passassero per la testa del maestro giunto all’epilogo della sua vita. Piccoli non poteva fare a meno di confrontarsi anche con il “testamento spirituale” di Lorenzo Lotto, la Presentazione di Gesù al Tempio, ultimo dipinto realizzato nelle stanze di Loreto.

Scrive Giuseppe Frangi, Presidente dell’Associazione Testori: “Quando Gianriccardo Piccoli si è messo davanti all’ultimo capolavoro di Lotto - una sorta di quadro del destino - si è però accorto che appena lo approcciava, quel quadro quasi gli si spezzava tra le mani: troppo fragile, troppo dimesso, troppo impregnato d’incertezza, troppo singhiozzante in ogni suo tocco. Con un atto d’amore, prima ancora che di rispetto, Piccoli ha rinunciato alla pretesa di prendere tutto e ha scelto di accostare Lotto una sillaba dopo l’altra.

È nata così, pezzo dopo pezzo, questa mostra che non è costituita da una somma di opere ma che è un’opera unica, un’articolazione delicata di frammenti che nel loro insieme ci restituiscono la grandezza spezzata e balbettante del quadro totale di Lorenzo Lotto”. In una stagione in cui l’arte spesso cerca ansiosamente una presenza mediatica, quasi come condizione della propria esistenza, seguire Lotto è un po’ andare controcorrente a cercare verità e sensibilità perdute.

La delicatezza silenziosa del lavoro di Piccoli è un’eco di questo percorso a ritroso, che è in realtà un percorso negli strati profondi dell’identità artistica. Gianriccardo Piccoli - Biografia Gianriccardo Piccoli, nato a Milano nel 1941, si è formato all’Accademia di Brera – sotto la guida di Pompeo Borra.

Nel 1968 si trasferisce e inizia a risiedere stabilmente a Bergamo. La sua prima personale, dedicata ai disegni, si inserisce nel clima della “figurazione esistenziale” (1963, Milano, Galleria Celiberti). Nell’esposizione del 1966, organizzata dalla Permanente di Milano, interpreta in modo originale la pittura informale lombarda ponendo al centro delle proprie riflessioni l’oggetto.

Nel corso degli anni ’70 approfondisce l’indagine sugli oggetti del quotidiano e sul paesaggio, temi e soggetti che resteranno ricorrenti nella sua produzione successiva. Nel decennio a venire si registra il riconoscimento pubblico del suo lavoro, attraverso il premio Feltrinelli nel 1984, la mostra personale al Teatro Sociale di Bergamo e la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1986; oltre a una mostra negli spazi pubblici di Wiesbaden nel 1988 (Brunnenkolonnaden am Kurhaus); due antologiche nel ’90: a Tenero (in Svizzera, presso la Galleria Matasci) e a Monza (Musei Civici al Serrone di Villa Reale).

Nella mostra personale di Basilea del ’91, organizzata dalla Galleria Carzaniga + Ueker, viene avviata con vigore un nuovo corso di sperimentazione tecnica, di ricerca sui materiali (con l’abbondante uso delle garze e degli acetati), di studio della luce. Si susseguono le periodiche e regolari partecipazioni alle maggiori fiere d’arte europee (Basilea, Bologna, Colonia). Espone in personali a Parma (1993, Galleria Sanseverina), a Milano (1994, Studio Reggiani), a Düsseldorf (1995, Galerie Winkelmann).

Nella Chiesa di Sant’Agostino a Bergamo vengono esposte, nel 1995, le 14 tele e garze dedicate alle stazioni della Via Crucis, il cui allestimento sarà curato da Mario Botta. Due anni dopo nella città di Bologna vengono organizzate, in contemporanea, due esposizioni monografiche: la prima dedicata alle Porte (Galleria Otto), la seconda alle carte e alle incisioni (Stamparte).

L’esperienza maturata nel ciclo delle Porte verrà condivisa con i pazienti della Fondazione Emilia Bosis di Bergamo (istituzione votata alla cura di patologie legate alle malattie mentali) attraverso un’intensa attività di laboratorio. Il risultato di questo lavoro di collaborazione verrà prima esposto al Teatro Sociale di Bergamo nel 1997, e, successivamente (affrontando il tema della Via Crucis), oggetto di una mostra veneziana allestita nel 1999 nella chiesa di Santo Stefano.

In occasione del Giubileo del 2000 la Diocesi di Bergamo gli commissiona un’opera monumentale, esposta nel corso di quell’anno nella Cattedrale di Sant’Alessandro. A partire dal 2003 si trasferisce per lunghi periodi di soggiorno a Basilea, dove occupa una casa-studio in Klybeckstrasse, soggetto di una mostra alla Galerie Carzaniga (2004). Vengono varati nuovi materiali, cera vergine, filo di ferro, rame, sempre inseriti in orchestrazioni pittoriche che riassumono i temi di una vita.

Nel corso del 2007 la Galleria dello Scudo di Verona organizza una mostra monografica e il Museo Adriano Bernareggi di Bergamo lo invita a inaugurare l’ex oratorio di San Lupo. Nel 2009 la Villa e la Collezione Panza a Varese allestiscono una sua mostra personale (Stanze per Villa Panza). Nel 2010 Piccoli è impegnato in un progetto a Roma e a Caravaggio, intitolato 1610 Roma 2010. Omaggio a Caravaggio.

Nel medesimo anno esegue un numero significativo di D’après, tratti dagli antichi maestri, e allestisce un’esposizione a Basilea (Galerie Carzaniga). Con lo stesso spirito organizza, l’anno successi- vo, Il tempo ritrovato (Bergamo, Palazzo Credito Bergamasco).

Nel 2011 lavora in Ecuador, a Portoviejo, dove realizza una monumentale Pentecostés. Strettamente connesso al progetto attuale è il Libro di Spese diverse di Lorenzo Lotto, una rassegna monografica risalente al 2013 (Basel, Galerie Carzaniga).


dalla Delegazione Pontificia di Loreto




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-07-2015 alle 12:40 sul giornale del 07 luglio 2015 - 363 letture

In questo articolo si parla di chiesa, cultura, loreto, Delegazione Pontificia di Loreto

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