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M5S: 'delusi dalla Mariani. Leale nostro comportamento in consiglio comunale'

7' di lettura 28/06/2015 - Si sa, nella vita prima o poi le cose finiscono. Avevamo un rapporto leale e sincero con Maria Grazia Mariani, o almeno così credevamo. Pur se con idee politiche diverse, c’era rispetto reciproco e si condividevano ideali di giustizia e riflessioni: avevamo fiducia gli uni dell’altra.

Poi però Maria Grazia Mariani ha deciso di tradire questa fiducia: dopo il consiglio comunale del 18 giugno 2015 insieme ai suoi amici Alessandro Buccelli e Paolo Mengoni (Club Forza Silvio “Forza Italia Osimo”) ci ha chiamati in causa con una insinuazione falsa e vergognosa, accusandoci di fare del “collaborazionismo” con la maggioranza per garantirle il numero legale in un consiglio comunale a cui noi avremmo comunque partecipato prima di tutto per rispetto delle istituzioni in quanto regolarmente convocato, e poi perché la richiesta di convocazione l’avevamo avanzata proprio noi della minoranza (cioè M5S, Mariani e Liste Civiche) per discutere importanti questioni che ritenevamo particolarmente urgenti, tra cui tre nostre mozioni sul futuro di ASTEA, (acqua pubblica, rifiuti, energia elettrica e gas).

Pensavamo che queste insinuazioni fossero circolate soltanto sui social network dove alcuni nostri attivisti hanno già risposto per le rime, ma abbiamo scoperto che la Mariani le ha addirittura pubblicate sulla testata online Viverosimo in un comunicato ufficiale a cui abbiamo il dovere di rispondere ufficialmente con questo nostro comunicato stampa. Ecco come sono andati i fatti.

Nel consiglio comunale convocato alle 15.00 di giovedì 18 giugno, le Liste Civiche non si sono presentate e i consiglieri comunali del M5S erano in ritardo perché stavano terminando di preparare degli emendamenti alla Convenzione dell’Assemblea tra i comuni per il servizio idrico dell’ATO 3 di cui si sarebbe discusso durante la seduta.

Poco prima delle 15.30, momento dell’appello, la Mariani si è accorta che senza di lei la maggioranza non aveva ancora il numero legale. E’ quindi uscita con una scusa dall’aula, ma nel frattempo è arrivato in extremis un consigliere della maggioranza con cui si è raggiunto il numero legale.

Il Consiglio Comunale è quindi iniziato e le interrogazioni al punto 2 che proprio la Mariani aveva presentato sono saltate, poiché l’interrogante non era in aula. La maggioranza votava e deliberava a passo spedito i primi punti in quanto non c’era dibattito a causa dell’assenza delle opposizioni.

Alle 15.50 circa, mentre si deliberava sul punto 5 (cioè proprio la Convenzione dell’ATO 3) sono arrivati i nostri consiglieri comunali che non hanno fatto in tempo a discutere gli emendamenti che avevano preparato poiché si era già nella fase di voto. Sono riusciti soltanto a votare, e ovviamente hanno votato contro l’approvazione della Convenzione che avrebbero voluto emendare.

Buccelli e Mengoni nel frattempo, erano presenti tra il pubblico e avevano visto benissimo che la maggioranza aveva il numero legale e aveva iniziato la seduta senza i consiglieri del M5S. Nonostante questo però, hanno insinuato in modo falso e tendenzioso sui social network che grazie al loro arrivo la maggioranza aveva ottenuto il numero legale. Complimenti alla loro onestà intellettuale! Ignari di ciò che questi due gentiluomini avevano diffuso in rete, il consiglio è proseguito fino a sera.

L’indomani scoprimmo con nostro grande stupore che si era scatenata una polemica su quelle false accuse. Maria Grazia Mariani, invece di smorzare i toni e raccontare la verità dei fatti per placare la polemica, (come ci si aspetterebbe in un rapporto di lealtà e di amicizia), ha alimentato e rafforzato le insinuazioni.

A quel punto però sono cominciate ad arrivare le prime repliche sui social network da parte della consigliera Sara Andreoli e di altri nostri attivisti e ovviamente la falsità di quelle affermazioni è uscita fuori in tutta la sua evidenza. Essendo stati smentiti clamorosamente, invece di chiedere scusa (si può fare ogni tanto, quando si sbaglia), la Mariani, Mengoni e Buccelli cosa hanno fatto? Si sono inventati un’altra accusa: hanno dichiarato che nel punto 6 che prevedeva di accorpare a demanio pubblico una stradina di 50 metri in Via Guazzatore, la maggioranza non avrebbe avuto il numero legale senza i consiglieri 5 Stelle.

Per questi gentiluomini (e gentildonne), è un po’ come la favola del lupo e l’agnello: i consiglieri del M5S sono comunque colpevoli, se non lo erano all’inizio lo devono essere per forza dopo! Il free climbing sugli specchi in questo secondo caso è stato ancora più comico. Tutto nasce dal fatto che un parente della consigliera Flamini del PD abita in quella stradina. Nel caso in cui c’è un interesse personale il consigliere comunale deve astenersi dal voto.

Per una questione di “eleganza” può eventualmente uscire dall’aula, come ha fatto la Flamini, ma altrimenti può restare “astenendosi dal prendere parte alla deliberazione”. E’ scritto nell’art.19 del Regolamento del Consiglio Comunale: “I consiglieri che dichiarano di astenersi dal voto senza uscire dall’emiciclo si computano nel numero dei presenti necessario a rendere legale l’adunanza, ma non nel numero dei votanti”.

Ora qual è l’accusa (sostitutiva) che ci è stata mossa, (visto che la prima era stata smascherata)? Se i consiglieri del M5S non avessero partecipato alla votazione (a cui ha partecipato anche la Mariani, ricordiamolo), la maggioranza non avrebbe avuto il numero legale a causa della fuoriuscita della Flamini. E’ chiaro però che in base al Regolamento – se fosse stato necessario restare – ovviamente la consigliera sarebbe rimasta in aula astenendosi dal voto. E’ chiaro per tutti? Problema risolto? Manco per sogno!

Alla Mariani non importa quello che c’è scritto nel Regolamento del Consiglio Comunale e chiama in causa una sentenza del Consiglio di Stato che affermerebbe che il consigliere comunale è obbligato a uscire. Peccato però che c’è più di un precedente in Sala Gialla in cui i consiglieri comunali interessati sono rimasti in aula, astenendosi dal voto.

Il più noto è indubbiamente la delibera n. 32 del 23 aprile 2008. Si doveva votare la famosa (o famigerata) Variante Generale al P.R.G. quella fortemente voluta da Dino Latini, amico di Maria Grazia Mariani, poi impugnata dalla Provincia al TAR.

PRESENTI: 20 VOTANTI: 15 FAVOREVOLI: 8 CONTRARI: 7 (gli esponenti della minoranza) ASTENUTI: 5 (Cola, Francioni, Gambini, Luna, Ramazzotti).

I 5 consiglieri astenuti avevano tutti degli interessi in quella delibera e tutti sono rimasti in aula senza votare. Se infatti la minoranza usciva e gli astenuti erano costretti a uscire come pretenderebbe la Mariani, i presenti sarebbero stati soltanto 8 e il numero legale non ci sarebbe stato. Speriamo ora sia chiara a tutti la capziosità delle affermazioni che sono circolate contro di noi.

Il M5S non prende ordini dal PD e tanto meno da Latini (a differenza di qualcun’altra). Siamo stati eletti per rappresentare i cittadini in consiglio comunale e quando questo viene convocato noi partecipiamo, per rispetto delle istituzioni ma anche di tutti quegli osimani che ci hanno dato fiducia.

I conteggi su numeri legali e altri cavilli da Azzeccagarbugli li lasciamo agli altri. Sia chiaro a tutti da adesso in avanti per i futuri consigli comunali: noi ai consigli comunali ci andiamo! Punto e basta. Dopo aver chiarito definitivamente questo aspetto, torniamo alla Mariani. Con questo triste episodio finisce la nostra amicizia con lei. Un po’ ci dispiace, ma non è dipeso da noi.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-06-2015 alle 23:52 sul giornale del 29 giugno 2015 - 670 letture

In questo articolo si parla di politica, osimo, Movimento 5 Stelle, Movimento 5 Stelle Osimo

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