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Vivere a 4 Zampe: Inditex e Zara dicono no alla lana d'angora

Vivere a 4 Zampe, Lana d'angora 2' di lettura 22/02/2015 - Anni di proteste da parte di animalisti hanno portato all'attenzione una crudeltà nei confronti della quale l'industria tessile non può voltare le spalle. Si tratta dei metodi utiizzati, specialmente in Cina, per ottenere il soffice pelo dei conigli d'Angora.

Tradizionalmente, i conigli d'Angora venivano pettinati e in questo modo si ottenevano i peli 'maturi' senza procurare alcun dolore all'animale. In seguito all'esponenziale aumento della domanda per questo tipo di materiale (specialmente in Europa), alcuni cominciarono a tosare i conigli, pratica tuttora molto in uso negli allevamenti della Nuova Zelanda. Tuttavia, il pelo ottenuto in questo modo - privo della parte finale in quanto tagliato - è di qualità inferiore rispetto a quello intero.

Ed ecco che a soddisfare il mercato europeo di lana d'angora arriva la Cina, dove si è cominciato ad allevare questa razza di conigli. Circa un anno fa le telecamere di Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), un'organizzazione per la tutela degli animali, hanno documentato gli atroci metodi utilizzati negli allevamenti cinesi per la rimozione del pelo.

Come mostrato dalle registrazioni effettuate da Peta, gli animali prima vengono immobilizzati e poi gli viene strappato via il pelo; l'unico modo veloce ed ottimale per ottenere maggiori quantità di lana d'angora d'alta qualità. Il dolore causato ai conigli è tale che non tutti gli esemplari sopravvivono al (mal)trattamento.

A richiedere questo tipo di lana, vi sono molti dei colossi dell'abbigliamento europeo e in minor parte statunitense, tra i quali Inditex, C&A, H&M, Marc O'Polo, ASOS, PVH Corp. (Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Van Heusen, IZOD, Arrow, G. H. Bass, Geoffrey Beene, BCBG Max Azria, Chaps, Sean John, Kenneth Cole New York, JOE Joseph Abboud, Michael Kors), GAP (Old Navy, Banana Republic, Athleta, Piperlime, Intermix), ed altri.

Ma tra questi vi è un brand che ha fatto sapere di non voler più acquistare lana d'angora. Si tratta di Inditex, proprietario di noti marchi come Bershka, Pull and Bear, Stradivarius, Massimo Dutti, Oysho, Zara, Zara Home, Zara Kidse Uterqüe.

La decisione arriva dopo le numerosissime denunce degli attivisti animalisti sulle atroci torture inflitte ai conigli in alcuni allevamenti cinesi. "Peta ci ha avvertiti degli abusi che avevano scoperto in alcune fabbriche di conigli di angora in Cina - dichiara Raul Estradera, Responsabile Comunicazione del Gruppo -, così che per precauzione abbiamo deciso di bloccare nuove richieste e ispezionato le condizioni dei nostro fornitori. Non abbiamo trovato nulla di irregolare, ma per precauzione rinunceremo alla lana d'angora".


di Arianna Baccani
redazione@viverecivitanova.it







Questo è un articolo pubblicato il 22-02-2015 alle 17:56 sul giornale del 23 febbraio 2015 - 634 letture

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