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Le grotte di Osimo protagoniste dell'ultimo incontro dei 'Mercoledì di Agosto della cultura'

5' di lettura 29/08/2014 - Mercoledì 27 agosto, presso l'atrio del Palazzo Comunale si e' tenuto l'ultimo dei Mercoledì di Agosto della Cultura, una serie di incontri organizzati dall'Amministrazione Comunale con lo scopo di diffondere ed approfondire la conoscenza del patrimonio cittadino - dal punto di vista storico e archeologico, artistico e spirituale - in particolare tra chi abita ad Osimo e nelle vicinanze.

Una rassegna ideata per promuovere la consapevolezza da parte dei residenti di ciò che rende così bello e particolare il nostro territorio, per poterlo così apprezzare, valorizzare e promuovere come merita, nonché saperlo poi cogliere come risorsa e opportunità di crescita, anche economica oltre che culturale, in questo momento di crisi.

Questo hanno sottolineato il Vicesindaco e Assessore alla Cultura, l'Avv. Mauro Pellegrini, e la Responsabile dell'Ufficio IAT e guida, Dott.ssa Simona Palombarani, chiamati ad introdurre la serata dedicata agli ipogei e intitolata "LE GROTTE DI OSIMO: L'ARENARIA RACCONTA".

A tal proposito, prima di lasciare la parola ai due relatori, il Prof. Alberto Recanatini ed il Prof. Fabrizio Bartoli, sono stati riportati alcuni dati, relativi alle visite guidate alle grotte e alla città effettuate dallo staff dello IAT, a partire dall'inaugurazione avvenuta nel 2007.

Un trend in crescita, una media di circa 10.000 presenze all'anno, dunque un importantissimo volano, una scommessa vinta, su cui bisogna ancora puntare. In particolare si e' sottolineato il flusso positivo del 2014, un anno record, che ha già superato la quota che di consueto viene raggiunta a fine dicembre.

La parola è poi passata al Prof. Recanatini, vero esperto di speleologia e conoscitore delle diverse cavità sotterranee, tra i primi a studiare e scrivere anche di quelle osimane. Il Professore ha presentato agli intervenuti in modo chiaro e semplice le varie tipologie di grotte artificiali presenti sul territorio marchigiano e non, le caratteristiche che le accomunano, tenendo conto del punto di vista strutturale e funzionale, e quelle che in qualche modo le diversificano rendendole uniche, i motivi che hanno spinto le prime popolazioni a creare gli ipogei e le funzioni che questi hanno assunto nel corso dei secoli, per poi passare alla simbologia presente in essi, alle incisioni e ai bassorilievi, dalla datazione incerta.

La corrispondenza topografica e cronologica tra città superficiale e sotterranea ha fatto capire ai presenti come Osimo ed altri siti vadano considerati delle "città al negativo" e come i sotterranei siano spesso immagini speculari di ciò che c'è sopra. Recanatini ha infine ribadito la scarsità di fonti documentarie, facilmente comprensibile dato che la segretezza degli ipogei doveva essere fondamentale per assicurare la funzione difensiva. Sono allora ancora tanti gli interrogativi da svelare e si prospetta una ricerca lunga quanto affascinante.

Alla parte più tecnica e generica è seguita la relazione del Prof. Fabrizio Bartoli, una lettura personale e appassionata -un'ipotesi suggestiva basata su anni di studio e ricerca, tema del suo libro pubblicato recentemente- della simbologia delle figure scolpite nelle grotte di Palazzo Campana, le più ricche dal punto di vista iconografico eppure, purtroppo, non accessibili al pubblico. Partendo dall'inquadramento cronologico, una supposizione ovviamente, dei bassorilievi, Bartoli e' passato a raccontare come in quel periodo (seconda metà Settecento e prima metà Ottocento) doveva svolgersi la vita ad Osimo, che tipo di persone si sarebbe potuto incontrare e che tipo di interessi quelle persone avrebbero potuto avere.

Il Professore ha poi analizzato l'urbanistica dell'epoca, quali edifici dovevano affacciarsi sulla Piazza Dante, approfondendo in particolare la storia del Palazzo Campana, quel prestigiosissimo collegio in cui tante personalità nonché i rampolli delle famiglie illustri osimane hanno studiato, accedendo così sicuramente a quelle ondate di "saperi nuovi", frutto della corrente illuministica.

Ecco allora spiegato il fiorire di confraternite e società segrete, di particolari associazioni che probabilmente avrebbero potuto dibattere di determinati argomenti, non "canonici", solo al riparo da sguardi indiscreti per non rischiare di essere considerati eretici.

Le grotte potevano costituire il luogo ideale, rispondevano in tutto e per tutto alle esigenze sentite da tali gruppi: erano un mondo ALTRO rispetto al quotidiano, ideale per un cammino introspettivo, INIZIATICO, volto alla riscoperta e all'elevazione del sé, finalizzato a scoprire quella scintilla divina che ognuno ha al suo interno. Silenzio, buio, diversa percezione del tempo. Dal punto di vista simbolico un ritorno alla madre terra che si pone come morte (polvere alla polvere) e allo stesso tempo come rinascita (grembo materno).

Le figure scolpite negli ipogei del Campana potevano dunque essere parte di un linguaggio, comprensibile solo a pochi, i cosiddetti iniziati o eletti, portatrici di un messaggio volto all'elevazione dell'individuo, un'iniziazione possibile secondo Bartoli solo attraverso due valori fondamentali: l'amore e la saggezza.

Una serata interessante e stimolante, che ha presentato due diversi "racconti dell'arenaria", storico-scientifico il primo, quello esoterico e ancora tutto da decifrare il secondo. Racconti che sono in grado di soddisfare "chi ama restare con i piedi per terra" ma anche "chi ama elevarsi e non ha paura di immaginare".








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-08-2014 alle 18:13 sul giornale del 30 agosto 2014 - 948 letture

In questo articolo si parla di cultura, osimo, Comune di Osimo

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