Applausi alla Fenice per Lucrezia Lante della Rovere in 'Come tu mi vuoi' di Luigi Pirandello

L’altro rappresenta infatti l’unico metro che permette all’individuo di autodefinirsi. Scritta per Marta Abba, la protagonista va alla ricerca della propria personalità frammentando la propria storia in tre atti. Nel primo atto, nel ruolo di procace ballerina berlinese, intrattiene rapporti ambigui con un ricco e vizioso scrittore e sua figlia, facendo sì che il dubbio possa essere espresso nella sensualità della carne. Nel secondo e terzo atto il vizio, espresso precedentemente nei tratti borderline di un personaggio solo, malinconico e rabbioso, lascia riempire il vuoto della storicità dal personaggio di “Cia”.
Qui infatti l’identità viene attribuita da uno sconosciuto italiano che crede di riconoscere in lei la moglie di una sua amica scomparsa 10 anni prima nella Grande Guerra durante i saccheggiamenti delle truppe austro germaniche.
Il pubblico osimano, partecipe del dubbio che ha calcato il palcoscenico dalla prima all’ultima battuta, si è lasciato completamente rapire dai personaggi egregiamente definiti da Masolino D’Amico. Il finale ambiguo che “ribadisce l’impossibilità di raggiungere una verità che valga per tutti”, pur non permettendo alla protagonista di concedersi un’unica identità, permette però allo spettatore di proiettare in lei le sue fantasie, facendo sì che l’Ignota “invecchi si…ma con calma”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-02-2014 alle 17:36 sul giornale del 24 febbraio 2014 - 543 letture
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