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Ex-consorzio: il comune propone una soluzione che salva archeologia e progetto

4' di lettura 17/10/2013 - In merito ai ritrovamenti archeologici nell’area dell’ex consorzio agrario sono stati inviati al Ministero dei Beni Culturali due progetti, uno riguardante l’aspetto edilizio e l’altro la riqualificazione dei beni ritrovati.

Su entrambi è stato espresso un parere positivo con prescrizioni. Il Dipartimento del territorio del Comune di Osimo sta ora istruendo la pratica per l’eventuale rilascio degli atti abilitativi edilizi. La Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche, durante i lavori di recupero archeologico ha infatti rilevato delle prescrizioni operative che prevedevano la rimozione di alcuni elementi e la conservazione di altri. Il direttore generale del MIBAC Marche la Prof.ssa Lorenza Mochi Onori ha autorizzato la rimozione della strada romana e lo smontaggio dei blocchi in pietra arenaria che verranno riposizionati in altro luogo.

Tutti i lavori di recupero sono stati eseguiti sotto il controllo della stessa Soprintendenza comprese le rimozioni che sono state autorizzate dal Ministero dei Beni Culturali. La variante presentata dalla F.lli Simonetti prevede all’interno della nuova struttura una sorta di aula didattica-museale con pannelli illustrativi, mentre alcuni reperti saranno fruibili al pubblico in quanto inglobati nel nuovo complesso edilizio. Vale comunque la pena ricordare che in questa annosa vicenda il Comune è potuto intervenire solo nella materia di sua competenza e più precisamente nel rilascio dei permessi, avvenuto in rispetto della normativa vigente. I permessi sono stati rilasciati in quanto atti dovuti per legge. L’immobile detiene la concessione di attività commerciale n. 74 del 6 giugno del 1973 e pertanto può ospitare al suo interno attività artigianali, commerciali ed un supermercato di media grandezza.

Le normative vigenti liberalizzano insediamenti di questo tipo che possono essere bloccati solo per motivi di sicurezza ed ordine pubblico. Inoltre le nuove eventuali destinazioni sono compatibili con il piano regolatore. L’intervento di ampliamento del 20% della volumetria esistente verrà fatto in deroga agli strumenti urbanistici previsti dal Piano Casa varato dalla Regione Marche. La struttura sarà infatti disposta su tre piani e avrà 3 ingressi, ciascuno posto all’altezza delle 3 rotatorie. L’area complessiva è di circa 5 mila mq, di cui 2.500 destinati ad attività commerciali ed artigianato di servizio, mentre 500 mq, all’ultimo piano, saranno riservati agli studi professionali. Con il recupero dell’area sono previsti anche degli oneri di miglioria che riguarderanno diverse opere pubbliche tra cui la realizzazione dei marciapiedi posti davanti al plesso, l’allargamento della strada che collega via Ungheria con via Montefanese e la sistemazione del parcheggio del San Carlo dove saranno aumentati i posti auto e verrà realizzata un’apposita area di manovra e sosta per gli autobus che trasportano gli studenti.

E’ previsto anche il potenziamento delle aree verdi attraverso interventi di riqualificazione nel vicino parco urbano di via Tonnini e nelle immediate vicinanze della chiesa San Carlo. “Le procedure adottate dal Comune di Osimo per il rilascio dei permessi – dichiara il sindaco Stefano Simoncini – sono state corrette e rispondenti alle normative vigenti. Chi intende riqualificare aree fatiscenti per destinarle ad attività varie può farlo nel pieno rispetto delle regole. La realizzazione del centro direzionale è infatti conforme al PRG. In un libero mercato è prevista la concorrenza e andrebbe accettata da tutti coloro che si muovono al suo interno. Sui ritrovamenti archeologici l’azienda si è fatta carico della campagna di scavi attenendosi a quanto indicato dalla stessa Soprintendenza che è l’unico organo istituzionale competente.

I ritrovamenti archeologici, sulla base del parere e delle prescrizioni dei funzionari della Soprintendenza saranno visitabili e pertanto fruibili all’interno del nuovo complesso. Nel caso dell’Ex Consorzio Agrario abbiamo dato vita ad un raro esempio di piena condivisione e celere concertazione tra istituzioni pubbliche coinvolte (Comune e Soprintendenza) ed privati interessati, concretizzandosi da un lato la tutela degli interessi pubblici di tipo storico-culturali costituiti dalla salvaguardia dei ritrovamenti con valorizzazione degli stessi e dall’altro il mantenimento degli interessi privati rispetto alla programmazione urbanistico edilizia dell’area”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-10-2013 alle 14:42 sul giornale del 18 ottobre 2013 - 1444 letture

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