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'Tasse e indifferenza per famiglie e imprese'. La Andreoni attacca sul bilancio di previsione

Paola Andreoni 6' di lettura 11/07/2013 - L’approvazione del bilancio preventivo 2013 cade in un momento molto avanzato dell’anno per via delle novità introdotte dalla Legge di stabilità. Siamo in un momento di recessione e stagnazione caratterizzato dal crollo della produzione, dei consumi, degli investimenti; dall’aumento della disoccupazione e delle disuguaglianze; dal calo del potere d’acquisto dei salari. Anche la nostra realtà economica ne ha fatto e ne sta facendo le spese.

Alla luce di ciò, il bilancio deve tradursi in una adeguata risposta ai bisogni delle persone e delle famiglie, in una sobrietà fiscale e una tenuta degli investimenti. In un quadro di questo tipo la gestione del bilancio 2013 dell’amministrazione delle Simoncini con le scelte fatte in ordine alla fiscalità e all’equità non sembra affatto cambiata. Tutto è fermo ai tempi in cui la crisi non aveva ancora preso campo. Mi riferisco in particolar modo:

1) Alla elevata Pressione fiscale sul reddito e in modo specifico all’addizionale Irpef anche rischiando di essere monotona e insistente. La stessa addizionale dello 0,8%, la più alta possibile, applicata già a partire dal 2007 per volontà di questa amministrazione e portata al massimo livello. Siamo nel 2013 il contesto sociale ed economico è completamente cambiato ma non è cambiato nulla rispetto a questa politica tributaria. Molti sono stati i solleciti da parte mia e rivolti all’amministrazione per rivedere l’addizionale ma c’è sempre stata una chiusura in questo senso e nulla è cambiato. In questo ordine di ragionamento non si può non includere l’alto livello che i bilanci di queste amministrazione hanno tenuto rispetto alle voci dei trasferimenti e delle prestazioni di servizio. I fatti resi noti di recente, mi riferisco a quanto emerso in seguito all’uso delle carte di credito utilizzate dal Presidente della Parko, sono un esempio eloquente di quanto in realtà a volte si è fatto un uso molto discutibile delle risorse pubbliche. La domanda allora sorge spontanea: e utilizzando termini eleganti viene da chiedersi se sono state veramente eliminate le spese meno produttive!!

2) alla politica tariffaria dei servizi a domanda come quelli della mensa e del trasporto; per la mensa prevedere agevolazioni per le famiglie numerose di fatto non risponde alle esigenze di tutte le famiglie; infatti se le agevolazioni sono previste per chi ha il secondo e il terzo figlio significa però che da tali agevolazioni sono escluse le famiglie che hanno un solo figlio che usufruisce del servizio mensa (perché magari altri figli frequentano le scuole superiori) e che potrebbero trovarsi comunque nelle condizioni di non poter sostenere queste spese. Per il trasporto ostinarsi ad abbassare la tariffa dell’80% indiscriminatamente a tutti coloro che ne fanno richiesta significa non effettuare una politica tariffaria equa.

3) Pressione fiscale sul patrimonio. L’Imu sulla prima casa é al 4‰. Le novità introdotte con la Legge di stabilità 2012 prevedono tra l’altro la soppressione della riserva allo Stato della somma equivalente al 50% del gettito degli immobili diversi dall’abitazione principale riservandone l’intera riscossione (ad eccezione del gruppo catastale “D”) al Comune. Viene però riservato allo Stato il gettito Imu del gruppo catastale “D” (opifici, alberghi, banche ecc..) calcolato ad aliquota base (7,6 ‰). I Comuni possono aumentare l’aliquota del gruppo “D” fino al 10,6 ‰ trattenendo il gettito aggiuntivo. Il Comune di Osimo l’ha fissata a 9,00 quindi con un 1,4 punti in più ( rispetto al 7,6 riservato alla Stato) che rimangono nelle casse comunali. Ma vi è da dire che questa “agevolazione” ricade sul proprietario dell’immobile che però potrebbe non essere colui che svolge l’attività produttiva. Come si fa a dire che l’amministrazione agevola le attività produttive?

4) Tares: va detto che vi è l’incognita di che cosa succederà a fine anno e come verrà revisionata ; ma non si può dimenticare che oggi subisce un ribasso dopo che per anni i cittadini hanno dovuto sostenere un forte rincaro (addirittura fino al 16%). La stangata arriverà comunque a fine anno. Le caratteristiche del bilancio non rispondono al difficile momento di crisi e se le condizioni economiche e sociali del paese sono cambiate il bilancio del Comune di Osimo rimane sempre lo stesso caratterizzato da alta fiscalità, mancanza di politica basata sull’equità, elevato indebitamento. L’amministrazione dice invece di aver mantenuto i livelli elevati dei servizi anche se l’ente ha subito tagli, noi diciamo che con i tributi che pagano i cittadini sarebbe stato anche un paradosso se non fossero stati garantiti i servizi! I servizi rappresentano il cuore dell’offerta sociale di un’amministrazione. Le disuguaglianze crescono e sono convinta che è nostro dovere fare il possibile per promuovere politiche di equità ed offrire opportunità di salvezza a chi precipita nelle condizioni di povertà e bisogno.

Più volte ho proposto come momento di riflessione in sede di dibattito consiliare il fatto che ormai da tempo siamo assistendo ad un veloce impoverimento della fascia reddituale media della nostra popolazione. Non possiamo continuare a non accorgercene; non possiamo continuare con politiche che non rispondono a questa nuova domanda di aiuto. In conclusione, un Bilancio di Previsione 2013, del tutto Indifferente verso le necessità, i problemi e le emergenze delle famiglie e delle imprese osimane.

In una fase eccezionale in cui anche l’economia locale risente fortemente della crisi, l’amministrazione Simoncini dimostra tutti i suoi limiti ed inadeguatezze, non affrontando “la burrasca”, con una ridefinizione della rotta. Per Simoncini c’è solo la strada della pressione fiscale elevatissima. Ho sempre pensato che parlare di bilancio, oltre a ragionare di numeri, sia in primis riflettere sull’idea, sull’immagine di una comunità.

Dal Bilancio 2013 appena presentato, non emerge quella visione di città che noi proponiamo e che spesso sintetizziamo con l’ espressione “che nessuno deve restare indietro” vale a dire una comunità che cresce e s’innova che riesce a proporre soluzioni adeguate per buona parte dei suoi cittadini dalle politiche per l’infanzia fino a quelle per gli anziani e ancora di più per quanti oggi vivono nella nostra città, in solitudine, situazioni di disagio e marginalità sociale.

Dal Bilancio 2013 delle liste osimane manca tutto questo, non c’è concretezza e non c’è visione e non ci sono risposte alle nostre denunce sugli sprechi nella gestione delle spese. Osimo, per il Sindaco Simoncini, non è la città delle persone e delle imprese da sostenere, ma è la città dei contribuenti. Per questi motivi il gruppo consiliare del Partito Democratico ha espresso, in Consiglio Comunale, il proprio giudizio e voto negativo.


da Paola Andreoni
Presidente Consiglio Comunale Osimo





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-07-2013 alle 16:38 sul giornale del 12 luglio 2013 - 723 letture

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