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Gestione dei corsi d'acqua, Silvetti (Fli): 'Una proposta necessaria ma con un iter lungo e travagliato'

Daniele Silvetti 4' di lettura 07/11/2012 - Una legge regionale proposta dopo le alluvioni del 2011 e ferma da mesi è stata approvata solo ora tra luci ed ombre: è quella sulle norme in materia di gestione dei corsi d’acqua, che ha avuto l’assenso del Consiglio regionale nella seduta del 6 novembre scorso, ma che, così com’è, sembra purtroppo voler favorire alcune categorie specifiche anziché farsi davvero carico della tutela del territorio.

La nostra proposta di utilizzare i materiali accumulati in eccesso sui letti dei fiumi per il ripascimento delle spiagge (come previsto dal progetto Arstel del 2005 e mai attuato) è stata bocciata.

Nel Consiglio Regionale del 6 novembre scorso, durante la discussione della proposta di legge sulle norme in materia di gestione dei corsi d'acqua, abbiamo chiesto alla Giunta, e in particolare al vicepresidente e assessore competente Paolo Petrini, di chiarire che cosa si intenda con "valorizzazione, a sostegno delle inadeguate risorse di fonte pubblica, della massa legnosa e, in misura controllata, del materiale litoide non più funzionale all’equilibrio fluviale o residuato dagli interventi di manutenzione". Si tratta, infatti, dell'aspetto più critico e dibattuto di questa proposta di legge, la quale è nata invece con finalità primarie di prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico. Una proposta necessaria, richiesta dal territorio, ma con un iter lungo e travagliato.

Per quanto ci riguarda, con "valorizzazione" non vorremmo si intendesse esclusivamente un riutilizzo dei residui derivanti dalla pulizia dei corsi d'acqua in termini economici (la vendita di ghiaia?). Infatti, l'assessore Petrini ha dichiarato che non ci sono fondi da destinare a tale questione: per cui, l'unica alternativa sembrerebbe essere il coinvolgimento dei privati, che metterebbero in sicurezza i fiumi trattenendo una quota parte della ghiaia. Piuttosto, con un mio emendamento, purtoppo respinto dal consiglio regionale, avevo formalizzato una proposta concreta per riutilizzare questi materiali accumulati in eccesso nei letti dei fiumi (che vanno ad aumentare i rischi di esondazioni), destinandoli ad attività specifiche. Il riferimento è in particolare al progetto Arstel, approvato dalla Regione nel 2005 e in qualche modo confermato dall'approvazione di una mia mozione per la sua attivazione del marzo 2011.

L'intento era e resta dare nuovo impulso a questo progetto, inspiegabilmente arenato da anni, quando invece risulta sottoscritto da Regioni, Province e Comuni interessati. In particolare, la pulizia, ormai non più rimandabile, dell'alveo dell'Esino permetterebbe l'utilizzo del materiale residuale per i ripascimenti di ghiaia delle spiagge, e, nello specifico, per quello della spiaggia della vicina Montemarciano, devastata ancora una volta dalle recenti mareggiate, vittima di gravi problemi di urbanizzazione e di lavori per le scogliere che – è sotto gli occhi di tutti – sembrano non aver fatto altro che peggiorare la situazione.

Il progetto Arstel esiste, c'è già, e sarebbe facilmente finanziabile, tra l’altro, con i fondi derivanti da quel ribasso d'asta proprio legato al progetto di protezione della costa a nord della foce del torrente Rubiano, a Montemarciano. La Regione, con l'Arstel, fu lungimirante, quindi preleviamo i materiali in eccesso per mettere in sicurezza i fiumi, e poi utilizziamoli per i ripascimenti, così necessari alle nostre coste.

La legge regionale sulla gestione dei corsi d’acqua, pertanto, ha alcuni aspetti positivi, ma così come è stata approvata rischia di non favorire più la difesa del territorio, quanto alcune categorie di privati. È necessario che la Giunta e l'assessore Petrini chiariscano, ad esempio attraverso le linee guida della legge stessa, su che cosa la Regione intenda per "valorizzazione" di questi materiali in eccesso e derivanti da operazioni di manutenzione dei corsi fluviali. Il mio emendamento tentava proprio di chiarire l'equivoco su quest’argomento e suggeriva un tipo di destinazione. Alcuni fondi ci sono (ribassi d'asta, comunque a bilancio, e l'esempio specifico di Montemarciano non è casuale): è una scelta politica se e come utilizzarli. Il principio della valorizzazione, che in astratto condividiamo, continua pertanto a dover essere chiarito, e fino a quel momento il nostro giudizio resterà negativo, come dimostra il voto contrario in consiglio.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-11-2012 alle 18:59 sul giornale del 08 novembre 2012 - 474 letture

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