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Offagna, l'assessore La Rosa: 'Dobbiamo dare un nome all'olio del nostro territorio'

3' di lettura 14/03/2012 - “Difendere la cultura dell’olio”, è stato l’obiettivo lanciato nel corso del convegno “Presentiamo… l’olio!”, svoltosi nella sede dell’Istituto Santa Zita, ad Offagna, dall’assessore alle Attività produttive del Borgo medioevale, Filippo La Rosa, il quale ha coordinato i lavori della seguitissima iniziativa improntata sulla conoscenza e divulgazione degli aspetti più importanti della produzione dell’olio d’oliva.

“Come Amministrazione comunale –ha evidenziato La Rosa- puntiamo sulla realizzazione di un ambizioso progetto: dare un nome all’olio del nostro territorio”. “Seguire un aspetto specifico nell’ambito dell’agricoltura –ha detto il sindaco del Comune di Offagna, Stefano Gatto- è stato molto propositivo. L’olio è un prodotto che offre diverse opportunità, tra le quali una corretta alimentazione e un aiuto alla salute”.

Il convegno -organizzato dal Comune di Offagna, in collaborazione con l’Aspea-Azienda speciale pesca agricoltura della Camera di commercio di Ancona, l’Aioma-Associazione interregionale olivicola del medio Adriatico, l’Hortus “Il fresco della Val Musone”, e la Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche- si è svolto in tre fasi,:la prima con i saluti rituali di Evasio Sebastianelli, presidente Aspea –“fornire le dovute informazioni su questo prodotto è fondamentale per dare una mano alle nostre imprese ed aziende”-, di Carla Virili, coordinatrice Club “Amici delle Città dell’olio” –“unire le forze per lanciare i valori dell’olio, risolvendo diversi problemi come quello dell’attivazione dell’Imu al mondo agricolo”-, di Rodolfo Santilocchi, preside Facoltà di Agraria –“va cambiata la mentalità: ricostruire il settore orticolo e frutticolo per rientrare nei mercati nel modo migliore”-, e di Elena Spinsanti, presidente dell’Associazione Hortus –“valorizzare le nostre produzioni con massima attenzione alle linee guida dettate dalla Regione Marche”.

La seconda fase è stata imperniata sugli interventi dei tre relatori: Giulia Lavagnoli, esperta di storia dell’arte –“l’ulivo ha sempre simboleggiato la pace; nelle diffuse iconografie, religiose e non, e nei sacri quadri storici le olive sono state utilizzate come prodotto di qualità nel rappresentare un’alimentazione raffinata”-; Serena Ravaglioli, esperta di storia medioevale –“nel Medioevo l’olio veniva usato per la produzione di tessuti, di saponi e di ricette mediche e per l’illuminazione delle lampade nelle chiese più che per l’alimentazione”-, ed Enrico Maria Lodolini, esperto di olivicoltura dell’Università Politecnica delle Marche, che ha illustrato la diffusione dell’olivicoltura nel mondo –“nelle Marche il sistema è molto variegato: negli ultimi anni si è registrato un incremento degli impianti produttivi; i Paesi che stanno correndo per entrare nei mercati dell’olio sono il Brasile, il Nord e il SudAfrica, la Cina, l’India ed una parte degli Stati Uniti. In Italia l’ulivo è diffuso soprattutto nel Centro, nel Sud e nelle isole maggiori (Sardegna e Sicilia); i primi concorrenti degli italiani nella zona del Mediterraneo sono gli spagnoli”-.

La terza ed ultima fase del convegno è stata improntata sulla degustazione di oli abbinati a piatti tradizionali allestita da Tonino Cioccolanti, presidente Aioma ed esperto assaggiatore olio, che ha spiegato dove si trova l’olio all’interno delle olive e i diversi tipi di lavorazione di tale prodotto, e da Meri Ruggieri, esperta assaggiatrice di olio –“una chiusura di convegno di gran gusto e di spessore per far conoscere i valori e le qualità dell’olio”-.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-03-2012 alle 19:22 sul giornale del 15 marzo 2012 - 784 letture

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