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L'ex magistrato Gherardo Colombo ad Osimo. 'Le regole sono uguali per tutti?'

Gherardo Colombo ad Osimo 4' di lettura 14/03/2012 - Rispondendo alla domanda: “Le regole sono uguali per tutti?” l’ex Magistrato Gherardo Colombo ha sviluppato un’interessante dibattito, interloquendo con il pubblico, nella Sala Maggiore del Municipio di Osimo.

L’incontro, organizzato dal Rotary club di Osimo è stato introdotto dal presidente Luigi Marchetti e da Vincenzo Varagona giornalista della testata regionale RAI delle Marche; il sindaco di Osimo Stefano Simoncini ha portato il saluto della città ricordando che Colombo era già stato in città 12 anni fa.

Ebbene la risposta alla domanda dell’incontro e cioè se le regole sono uguali per tutti, per il Magistrato è sì e tutti debbono rispettare le regole perché la pari dignità dei cittadini invocata dalla costituzione e il mantenimento della democrazia impongono regole che vanno rispettate. Gherardo Colombo ha dimostrato di essere un uomo di Stato che ha detto chiaramente perché ha scelto di dimettersi lasciando il ruolo attivo di Magistrato.

Ha fatto l’esempio dell’idraulico che viene chiamato perché dal rubinetto di un’abitazione non esce più acqua e che dopo aver smontato il rubinetto ed averlo cambiato constatando che l’acqua, ancora, non arriva decide di andare a controllare il rubinetto generale del condominio e si accorge che il guasto è lì.

Dopo tanti anni che ho lavorato nel giudicare chi non rispettava le regole – ha detto Colombo – mi sono messo a disposizione della società civile per illustrare queste regole, perché è solo dalla conoscenza di queste che si possono creare movimenti di pensiero che possono cambiare le ingiustizie o modificare l’andamento piatto della storia”.

L’ex Magistrato ha sostenuto con franchezza e con decisione il fatto che tutte le modifiche, tutti i miglioramenti che sono avvenuti nel corso del tempo hanno risentito dell’influenza del pensiero del popolo e sono avvenuti più per questa spinta che per volontà di un sovrano. L’esempio più calzante è stato quello dell’abolizione della pena di morte e della tortura in seguito al libro di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene”. Attorno a questo pensiero si è creato un movimento che ha sensibilizzato l’opinione pubblica fino a far assumere “ai governanti” iniziative atte a superare la condanna a morte o la tortura.

Un altro esempio lo ha fatto parlando della conquista dei diritti da parte della donna che ottiene il voto nel 1945, ma a fianco dell’atto di matrimonio scompare che il marito è il capo della famiglia solo nel 1975, frutto di un articolato lavoro dei movimenti delle donne.

I grandi cambiamenti avvengono solo, sempre secondo Colombo, in virtù di movimenti di pensiero degli uomini. Non ci si può sempre lamentare dei governanti se questi vengono scelti dal popolo e se la legge con cui si vota oggi non offre l’opportunità, all’elettore, di scegliere il governante, il popolo può usare i mezzi a propria disposizione per cambiarla. A questo proposito qualcuno ha fatto cenno ai recenti referendum non ammessi alla consultazione popolare. Qui il Magistrato è stato, come del resto in tutti gli argomenti, preciso e determinato ed ha riferito che il “vizio” contenuto nella richiesta era dovuto al fatto, almeno secondo quanto dichiarato dagli organi competenti, che, in caso di vittoria del referendum, si sarebbe restati senza una legge elettorale. Allora una prima considerazione è che bisognava stare più attenti nella formulazione dei quesiti, ma ha anche aggiunto che 1.300.000 firmatari su 46milioni di aventi diritto al voto è poca cosa. Attorno ad un tema di questa portata avrebbero dovuto aver risposto almeno 12 milioni di persone.

Allora, quali sono le speranze affinché le regole vengano rispettate e perché si creino movimenti di pensiero che modifichino alcune situazioni, chiamiamole così, controverse?

Colombo ha affermato che molta speranza viene dai giovani che a differenza di quanto si possa pesare sono preparati ad affrontare il tempo che li attende e sono determinati in alcune scelte, ma i due capisaldi su cui si basa ogni conquista sono contenuti nella costituzione: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” e “la sovranità appartiene al popolo” che sono i due capisaldi della democrazia. Per quanto riguarda poi la conquista della libertà e dei diritti fondamentali, oggi viviamo sicuramente il momento più alto.

E in risposta a chi, in sala, ha sostenuto che in Italia non vi sia democrazia, l’ex Magistrato è stato categorico: “Basterebbe ascoltare la testimonianza dei nostri padri e dei nostri nonni che sono stati educati nel ventennio fascista per capire se siamo o no in democrazia".








Questo è un articolo pubblicato il 14-03-2012 alle 15:12 sul giornale del 15 marzo 2012 - 848 letture

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