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Lupo: 'Ragazzi di vita' in rivolta a Londra, preludio della crisi economica inglese

5' di lettura 12/08/2011 -

Contributo inviato da Zeno Leoni che si trova in questo periodo a Londra.



Alcuni poliziotti inseguono un giovane di colore. La tensione è alta e l’ostinazione pure, magari c’è chi eccede o qualcosa va nel verso sbagliato. Alla fine, le conseguenze di quanto accaduto superano il limite dell’immaginazione, fino al punto da chiedersi se ne valeva la pena. A Los Angeles – ’92 - e nelle banlieue di Parigi – ’05 - era cominciata all’incirca così, con una caccia all’uomo seguita da spari o percosse, da una morte perseguita o accidentale. Come poche settimane fa a Londra, metropoli non nuova ad episodi di questo genere, dove tra i palazzi della finanza e le quotidiane orde di turisti galleggia un magma pericoloso. “C' e' una polveriera nei quartieri diseredati di tutte le città. Esistono tutti gli ingredienti: miseria, droghe, forte disoccupazione. I giovani che vi abitano non hanno denaro e non hanno lavoro. Fanno parte di una piccola sottoclasse che cerca di sopravvivere nello squallore e che vede nella ribellione in una sera d' estate l' evento più eccitante dell' esistenza”. A parlare è Ron Hatfield, commissario e capo dell'Associazione dirigenti di polizia, improvvisato sociologo nel commentare i disordini scoppiati nella capitale inglese. Mentre ad alcuni, quella di Mr Hatfield potrebbe sembrare la solita minestra riscaldata, condita di cattiva urbanizzazione e welfare iniquo, altri si meraviglierebbero nel sapere che l’illuminato poliziotto, aveva rilasciato queste dichiarazioni ben vent’anni fa e non, invece, nei recenti giorni di scontri.

Era il 1992, ma a quanto pare il tessuto sociale è rimasto lo stesso. Oggi però, a quella descrizione ancora attuale dei “ragazzi di vita”, bisogna sommare gli effetti di una crisi economica a trecentosessanta gradi, che di sicuro – dicono i numeri – lascerà il segno anche qui. Le gang e il malessere sociale – Si racconta che Robert Louis Stevenson, abbandonò la City e si trasferì nelle Isole Samoa, per il suo “maturato rifiuto dell’animo umano così plasmato dalla civiltà urbana”. Scappava da una città pericolosa, poi ben raccontata attraverso figura di Hyde ma anche nelle reali vicende di Jack lo Squartatore. Ancora oggi il problema della violenza , che si manifesta nelle azioni di bande giovanili armate, rappresenta una disfunzione del sistema socio-economico Londra, riconosciuta e temuta dalle autorità. In aprile, una studentessa di sedici anni che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, ha pagato a caro prezzo questa situazione. Faceva la spesa in un negozio a Hoxton – soli tre miglia dal cuore della città - quando una pallottola esplosa durante una spedizione punitiva non le ha lasciato scampo. E’ solo uno degli episodi che hanno spinto polizia e istituzioni di quartiere, a lanciare un appello ai membri delle gang per arrendersi, riconsegnare le armi – non solo pistole – e prendere parte ad un programma di recupero. La crisi del lavoro – Il tasso di disoccupazione sale in fretta e diventerà un argomento centrale nel dibattito pubblico d’oltre manica.

Secondo il Chartered Institute of Personnel and Development, solo entro l’anno la scure colpirà 300.000 lavoratori, di cui 120.000 nel settore pubblico e 80.000 in quello privato. Fra coloro che avranno la vita dura ci sono i dipendenti delle banche, prossime ad una quasi rivoluzione. Il direttore della Lloyd’s Bank, fra i più importanti istituti bancari del Regno, ha annunciato il taglio di 14.000 posti entro il 2014, una cifra che arriva a 45.000 se si contano i licenziamenti effettuati dal 2009. Inoltre, nell’arco dello stesso periodo la Lloyd’s è pronta a chiudere nella metà dei paesi in cui ha sede. Mentre la Hsbc, proprio pochi giorni fa ha ufficializzato la perdita di 30.000 posti nel prossimo triennio, su una forza lavoro totale di quasi 300.000 persone. La Barclays, ha avvertito di voler diminuire il suo staff fino a 3000 quest’anno e, già nel febbraio scorso aveva deciso di trasferire call center e back office in India. Energia - Secondo l’European Energy Review, le risorse energetiche del Regno Unito nel Mare del Nord sono di fronte ad un veloce impoverimento, proprio in una fase storica in cui la domanda globale di petrolio, carbone, gas è in aumento. Sintomi che preannunciano il riposizionamento della potenza reale fra gli stati importatori di energia. A questi dati vanno aggiunti un debito pubblico vicino ai 1000 miliardi di pound, il deficit della bilancia commerciale e il cospicuo aumento delle tasse universitarie. Al di là del fatto che sono le scarse prospettive future, uno dei fondamentali propulsori sociali delle odierne insurrezioni spontanee, i disordini in Gran Bretagna hanno evidenziato il protagonismo di un substrato dimenticato da Dio ed “etnicamente diversificato”. Molti dei giovani che erano in mezzo alle rivolte – non tutti – sono neri o meticci. Congiuntura economica a parte, il Regno Unito, come gli Stati Uniti, la Francia, l’Olanda ed altre democrazie all’avanguardia, non ha ancora risolto la propria questione razziale. E non potrà farlo adesso che la crisi è vicina.


da L.u.p.o.
Lotta Unità Proletaria Osimo




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-08-2011 alle 17:01 sul giornale del 13 agosto 2011 - 811 letture

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