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Pirani: 'La guerra delle scuole'

scuola 3' di lettura 09/06/2011 -

Oggi vorrei dire come la penso su una questione molto sentita dalla comunità locale e nella quale mi sono imbattuto, per poche ore, nell’ultima fase del mio mandato: la guerra delle scuole.



I fatti sono noti a tutti. Ci sono due istituti comprensivi, uno con un numero di iscritti superiore alle disponibilità degli spazi e l’altro con spazio a sufficienza per gli iscritti, ma carente di locali per i servizi amministrativi. Il Comune, proprietario degli spazi, è chiamato a dirimere la controversia fra i due. Le motivazioni del conflitto. Sono essenzialmente due. Un ‘offerta didattica diversa, più formativa in un caso piuttosto che nell’altro, almeno a detta dei genitori, ed una carenza ed inadeguatezza di spazi determinata da lentezze ed indecisioni circa il loro reperimento.

Le soluzioni a lungo e breve termine. Per quanto riguarda il primo aspetto, voglio portare un esempio che trae spunto dal mio lavoro. Io produco molle. Se un giorno dovessi accorgermi che nella mia azienda dovessero diminuire i clienti a favore di un mio concorrente, la prima cosa che dovrei fare sarebbe chiedermi il motivo per cui i miei clienti preferiscono un concorrente a me. E comunque dovrei adoperarmi per adottare tutte quelle scelte strategiche affinchè possa, la mia azienda, ritornare ad essere competitiva e riconquistare quei clienti persi. Tornando alla nostra realtà, una sana competizione in termini di offerta formativa porta ad un miglioramento dei programmi e quindi ad un naturale riequilibrio delle iscrizioni.

Quando un genitore sceglie una scuola, sta investendo sul futuro del proprio figlio, e non guarda più solo la comodità del parcheggio o la vicinanza da casa. Gli istituti comprensivi in difficoltà di iscrizioni dovrebbero essere sostenuti in forma di collaborazione economica e tecnica in maniera che la propria offerta formativa ne risulti migliorata e quindi più allettante. Per quanto riguarda la carenza degli spazi, la soluzione, da anni prospettata ma mai attuata, era la costruzione del nuovo Campus di via Vescovara, e, se avessimo iniziato 3 o 4 anni fa, ora il problema non esisterebbe. Ma occorreva una scelta amministrativa coraggiosa e lungimirante, apparentemente impopolare, che è stata abbandonata. E così oggi siamo arrivati al conflitto. Dunque, il Campus sempre, anche se vedrà la luce fra qualche anno, e per l’immediato privilegiare i ragazzi ed il loro libero percorso formativo a fronte di un piccolo e temporaneo sacrificio della parte amministrativa di un istituto. Lasciamo le classi ed i laboratori ai ragazzi di un istituto e spostiamo la segreteria dell’altro in un plesso diverso che abbia la possibilità di accoglierli in maniera decorosa. Almeno fintanto che non si completa la breve ristrutturazione della sede principale. Anche la forzosa convivenza delle segreterie potrebbe portare ad ulteriori attriti. Meglio prevenire quando si può.

Ho cercato, con la massima sintesi, di essere concreto, evitando la mera demagogia, ma non posso non soffermarmi a considerare insieme a voi l’enorme importanza che ha oggi la scuola ed il percorso di crescita che rappresenta per i nostri ragazzi. Fare un passo indietro tutti e attivare forme di concertazione è l’unica soluzione per uscire da questo impasse e firmare un armistizio. Basta freddi dispacci e campagne denigratorie, la scuola non è il feudo di nessuno. E’ invece la fabbrica del futuro. Del nostro.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-06-2011 alle 18:48 sul giornale del 10 giugno 2011 - 2069 letture

In questo articolo si parla di scuola, attualità, osimo, francesco pirani

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