Un patto di ferro tra agricoltura e comuni, firmata ad Osimo la 'Carta di Matera'

Firmata ad Osimo la “Carta di Matera”, un documento che contribuirà a stringere sul territorio la sinergia tra amministrazioni ed operatori agricoli.
“Un patto per risollevare le sorti dell’agricoltura stringendo i rapporti più di quanto non avvenga ora con i Comuni e con gli enti locali. L’agricoltura specie nell’entroterra rappresenta essa stessa un baluardo di difesa per i territori dal punto di vista della vivibilità della sostenibilità e dello stesso turismo. Per questo chiediamo alle amministrazioni locali di poter sostenere ed accompagnare gli operatori di un settore che non guardano ora tanto allo sviluppo quanto alla sopravvivenza”.
E’ questa richiesta di sostegno alle istituzioni che arriva dalla Cia Marche attraverso il Presidente della Cia Marche Nevio Lavagnoli il Presidente della Cia Provinciale di Ancona Giuditta Politi e il Direttore provinciale Evasio Sebastianelli alle istituzioni del territorio: occasione della presentazione della “Carta di Matera” sottoscritta dalla stessa Cia con sedici comuni della provincia di Ancona: Arcevia, Barbara, Castelcolonna, Corinaldo, Genga, Maiolati Spuntini, Montecarotto, Montemarciano, Monterado, Morrod’Alba, Offagna, Osimo, Ostra Vetere, Senigallia, Serra De’ Conti, Staffolo.
La carta a livello nazionale che prende il nome dal luogo dove lo scorso settembre si è svolta la Festa nazionale dell’Agricoltura e che è stata firmata dall’ormai ex Presidente Nazionale dell’Anci Sergio Chiamparino, porta la sigla dello stesso presidente nazionale Giuseppe Poliiti il quale era presente ad Osimo anche per inaugurare i nuovi uffici della Cia provinciale della città: “L’agricoltura chiede sostegni alle istituzioni ovviamente per continua re a vivere ma non li chiede solo per se stessa poiché destinare risorse a questo settore significa provocare ricadute positive su tutta la popolazione in quanto gli operatori agricoli poi reinvestono sul territorio”. “La Carta di Matera”, del resto viene incontro a molte delle richieste che la stessa Cia Marche ha avanzato nel corso degli ultimi anni per riuscire ad affrontare i nodi di una crisi emersa già prima della recessione ed esplosa dopo l’alluvione in maniera ancora più fragorosa: “Occorre - come del resto è scritto sulla carta stessa – dare nuova linfa all’attività agricola in tutte le sue forme, salvaguardare il suolo e l’ambiente e promuovere una adeguata valorizzazione del rapporto tra cibo e territorio. Non dimenticando la diffusione prioritaria dei servizi e la semplificazione della macchina burocratica, senza le quali le imprese agricole non possono andare avanti”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-05-2011 alle 19:03 sul giornale del 21 maggio 2011 - 631 letture
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