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Dallapé a Picchio: 'Nel servizio al TG1 ho parlato solo della mia azienda'

4' di lettura 17/09/2010 -

Amleto Dallapé della omonima e storica ditta produttrice di fisarmoniche risponde a Paolo Picchio presidente del Consorzio Music Marche:  "Nel servizio del tg1 mi sono sempre riferito con estrema chiarezza alla situazione della nostra antica e famosa fabbrica, non ad altri né Stradellini né Fidardensi."



Non potevo lasciare passare sotto silenzio un articolo come quello del presidente del Consorzio Music Marche, Paolo Picchio. Si tratta di un articolo farneticante e fazioso, zeppo di inesattezze scritto solamente per screditare la mia persona e riaprire una vecchia diatriba fra Stradella e Castelfidardo che grazie alle molte amicizie a livello di produttori e autorità comunali era da tempo dimenticata e sono certo che comunque non verrà risollevata.

Anche se probabilmente non ce ne sarebbe bisogno, voglio però difendermi verso i tanti amici veri che ho ancora a Castelfidardo perché con il silenzio non vorrei avallare le interpretazioni che definirei, per tralasciare termini più forti, molto “libere” da parte del maestro.

A parte la sua disinformazione in quanto non sa che la nostra Società è composta da quattro soci e lui ne cita colpevolmente solo due, tengo a precisare che la mia intervista è durata almeno 30 minuti e tutti sappiamo che il taglio giornalistico che ha sottolineato quella che il Picchio definisce “deprimente descrizione della chiusura della fabbrica Dallapè” viene stabilita non da me ma dal regista che estrapola quello che desidera far risultare secondo il suo intento. In ogni caso, se a sua volta il nostro Paolo Picchio fosse più onesto ed non volesse interpretare il pensiero degli altri a suo uso e consumo, avrebbe anzitutto notato che ho sempre parlato del nostro caso personale e non mi sarei mai sognato di coinvolgere nel racconto della situazione della nostra azienda tutto il mondo del nostro strumento che non ho mai avuto la pretesa di rappresentare ben sapendo di non averne mai chiesto né avuto alcun titolo.

Dicendo che la situazione della DALLAPE’, che rappresento, nella mia qualità di co-liquidatore con mia nipote Bianca Maria, ha da tempo parecchie difficoltà a reperire nuove leve per la produzione dello strumento, ho sempre riferito il tutto alla situazione della NOSTRA ditta ed altrettanto quando ho parlato che i NOSTRI clienti tipici (grandi esecutori, grandi professionisti ) sono sempre più diminuiti e quindi la grande richiesta del NOSTRO strumento è sempre andata scemando, mi sono sempre riferito con estrema chiarezza alla situazione della NOSTRA antica e famosa fabbrica , non ad altri né Stradellini né Fidardensi.

Simpatico dove dice che con la fine dei Dallapè ( per modo di dire perché vuole volutamente ignorare l’importante ritorno grazie all’accordo con la Roland) sembra che a Stradella non rimanga più nessuno a produrre strumenti musicali, dando quasi l’impressione di difendere le altre fabbriche stradelline per poi assestare loro di seguito un colpo mortale dicendo che queste aziende acquistano dall’indotto iper specializzato di Castelfidardo prodotti finiti ai quali poi applicano il marchio locale di Stradella garantendosi la sopravvivenza. Veramente una grande lezione di correttezza commerciale dell’esimio Maestro ! Non si è mai chiesto come mai spesso da parte dei media si è confuso il nome di Dallapè con Stradella e comunque il nome Dallapè sia sempre stato così reputato e comunque sempre perlomeno accolto nella famosa culla della fisarmonica ?”

“L’anziano signor Dallapè” conosce molto bene la situazione di Castelfidardo, è ben lieto che continui il ricambio generazionale di cui parla, ed augura agli amici, bravissimi produttori delle fisarmoniche tradizionali, che continui anche il momento d’oro di cui sempre parla Picchio. Anzi possa anche leggermente migliorare grazie al piccolo spazio che la Dallapè ha lasciato. Continuando a parlare di noi, dato che la situazione non era così rosea come quella dipinta da Picchio per il settore in generale, abbiamo con rammarico lasciato la mano ma ci è sembrata eccezionale la grande opportunità di cedere il nostro marchio alla prestigiosa “Roland “ che ridarà nuova vita in tutto il mondo alla storia della Dallapè attraverso un viaggio verso il futuro con la nuova tecnologia e senza che il passaggio del marchio ad una azienda produttrice di strumenti tradizionali, avesse forse potuto, per esigenze aziendali, distruggere il grande nome che abbiamo mantenuto in 134 anni di attività.

Spero solo che il livoroso articolo di Picchio non derivi anche dal disturbo di aver visto al TG1 uno Stradellino e non qualche altro suo personale amico.


   

da Amleto Dallapé
Fabbrica Armoniche Mariano Dallapé&figlio





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-09-2010 alle 18:58 sul giornale del 18 settembre 2010 - 3557 letture

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