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Messaggio del Vescovo Edoardo Menichelli al mondo della scuola

4' di lettura 12/09/2010 -

Ecco il messaggio del Vescovo Edoardo Menichelli in occasione dell'apertura del nuovo anno scolastico. Inoltre, Lunedì 20 settembre alle ore 11.00 nella Basilica di San Giuseppe da Copertino in Osimo e lunedì 4 ottobre alle ore 11.30 in San Ciriaco si celebrerà la s. Messa di inizio anno scolastico.



Come ogni anno desidero entrare nei luoghi della vostra formazione culturale al momento in cui sta per iniziare un nuovo tempo scolastico. Consapevole che non ho diritto di sedermi sulle cattedre scolastiche; tuttavia nella fedele obbedienza a Cristo Signore che ha inviato gli apostoli, oggi anche me, ad insegnare ed ammaestrare (Mt 28,30) scrivo questi pensieri nella speranza che essi diventino occasione utile per la crescita culturale e spirituale di quanti li vogliano accogliere. Innanzitutto, ritengo sia necessario ricomporre e ricostruire “la stima” per la scuola. La scuola è indispensabile strumento formativo; la scuola è obbligato passaggio per la crescita di ogni persona; la scuola è luogo del confronto culturale tra generazioni e storie diverse.

Stimare la scuola è un obbligo morale che deve essere assunto e fatto proprio dalle famiglie, dalle istituzioni e dalla politica. Inoltre deve crescere la convinzione che la scuola trova efficacia e amore se la società la considera come qualcosa di proprio: insomma, ognuno dovrebbe dire: “la scuola mi appartiene” Illustro tutto ciò con tre pagine di Vangelo che consegno idealmente agli studenti (la parabola dei talenti - Mt 25, 19-28), agli insegnanti (la parabola della seminagione – Mt 13, 3-9) e alle famiglie (l’adolescenza di Gesù – Lc 2, 51-52). 1. Cari ragazzi ognuno di noi ha ricevuto dei doni circa la libertà, l’intelligenza, l’amore, ecc. Questi doni sono “il corredo” specifico che appartiene all’essere “persona”. Questo corredo è per noi e per la storia che siamo chiamati a costruire con gli altri. Far fruttificare i talenti è compito morale di cui dobbiamo rendere conto a Dio che ce li ha dati e alla storia umana che attende il nostro contributo di qualità. Vi auguro di meditare sempre il titolo di “servo buono e fedele” e mai quello di “servo malvagio e pigro” riservato a colui che non aveva fruttificato i talenti. Crescete nella consapevolezza che la scuola è fatica. 2. Stimati insegnanti, l’arte delicata e difficile che vi siete assunti è ben paragonabile all’opera del seminare.

Davanti non si ha un terreno unico, su cui il seme cade: come dice il Vangelo c’è il “terreno strada”, il “terreno sassoso”, il “terreno poco coltivato” e il “terreno buono”. Questa è l’umanità che si ha davanti e che qualche volta svilisce la fatica e l’impegno dell’educatore. Resta tuttavia la munificenza e la larghezza del buon seminatore che più che guardare al risultato preferisce la via della generosità e del rischio della fruttificazione. Abbiate il coraggio di oltrepassare la tentazione dell’inutilità che spesso legittimamente si fa strada dentro il vostro faticoso servizio e assumete il ruolo di chi è vicino, paziente, sostiene e spera con fiducia. 3. Care famiglie, più propriamente cari padri e madri, la scuola appartiene anche a voi e la scuola attende la vostra collaborazione. Il rapporto tra scuola e famiglia è forte perché insieme consegnate, in un patto di reciproca fiducia il tesoro prezioso dei figli al fine di aiutarli con percorsi diversi a crescere “in età, sapienza e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini” (Lc 2,52). Stabilite una alleanza rispettosa con la scuola, tale da eliminare incomprensioni e disistima, dimodochè non si svaluti l’autorevolezza dell’impegno degli insegnanti né si indebolisca il vostro ruolo di insostituibili accompagnatori dei figli.

Rifuggite dall’idea che una scuola va bene o non va bene solo in rapporto alla quantificazione numerica dello studio: ogni figlio non è nato “grande” deve diventare “grande”. Infine una parola a quanti nella scuola hanno un compito collaterale eppur sempre importante: mi riferisco al personale ausiliario che spesso costituisce un cuscinetto di sicurezza e si fa confidente di tanti giovani. Anche voi carissimi siate capaci di orientare ogni conoscenza verso il bene; siate sentinelle vigilanti e gentili. Su tutti stende la sua protezione San Giuseppe da Copertino le cui Sacre Spoglie sono custodite nell’omonimo Santuario ad Osimo. Egli è il Patrono degli studenti e nessuno si vergogni di invocarlo e di visitarlo: sono certo che aiuterà a possedere la vera sapienza che mette insieme mente, cuore e vita.

+ Edoardo Arcivescovo






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-09-2010 alle 11:59 sul giornale del 13 settembre 2010 - 2694 letture

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