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Comitato Rimborso Depurazione, obiettivo raggiunto

3' di lettura 10/09/2010 -

Il Comitato Rimborso Depurazione ha raggiunto il suo obiettivo. Con l’occasione, annunciamo che il Comitato Rimborso Depurazione confluirà nell’associazione denominata “Azione civile”, di cui sarà parte integrante, seguitando ad adoperarsi in difesa dei diritti del cittadino utente al fine di stabilire un rapporto tra Enti, Aziende e Utenti basato su rapporti paritari.



Siamo felici: l’Astea annuncia a mezzo stampa che da ottobre invierà alle famiglie un modulo dove è indicato se l’utente è legittimato a richiedere il rimborso per la mancata erogazione del servizio di depurazione, dando presumibilmente il via libera ai rimborsi ed uniformandosi così alla legge 13/09 a firma del ministro Prestigiacomo quale conversione del DL "Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente”. Nella speranza che a questo ennesimo annuncio, AATO 3 Marche e Astea diano seguito agli effettivi rimborsi, il Comitato Rimborso Depurazione ricorda all’Azienda di averle già fatto pervenire nel marzo 2009 oltre 5.000 richieste di rimborso firmate da cittadini utenti, per cui buona parte delle richieste le ha già in sede. La legge “salva gestori”, oltre a limitare a soli cinque anni la retroattività dei rimborsi, stravolge la sostanza della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10.10.’08 che, giustamente, limitava la richiesta del corrispettivo solo a fronte della materiale erogazione del servizio. Fin qui tutto chiaro.

Ma quando inizia l’erogazione del servizio? Forse quando materialmente questo viene reso dall’azienda all’utente? No, secondo lo Stato italiano, il servizio inizia dal progetto di elaborazione dello stesso. Questa interpretazione forzata ha il solo scopo di prendere tempo, perché è chiaro che è destinata ad essere nuovamente impugnata e delegittimata. Quando si progetta la realizzazione di un’opera o un servizio, si ammette implicitamente che quell’opera o quel servizio, allo stato attuale, non esistono. Immaginiamoci in un ristorante, affamati ed in attesa del servizio, il cameriere si avvicina e invece di porgere la carta del menù, ci presenta il conto di un’aragosta legittimando la pretesa del pagamento con una dettagliata progettazione d’un impeccabile servizio che prevede unilateralmente aragosta. Non è assurdo?

Eppure, in base alla legge 13/09, tutto ciò è possibile e lecito. In sostanza, la normativa attuale prevede che a partire dal 30 dicembre 2008 tutti i cittadini sono tenuti al pagamento del canone di depurazione purché l’azienda che gestisce il servizio abbia commissionato anche il solo progetto di realizzazione o di cablaggio della rete fognaria ad un depuratore. Inoltre, le AATO che coordinano le varie aziende sul territorio nazionale hanno la facoltà di determinare il corrispettivo del servizio idrico integrato garantendo alle stesse una certa percentuale di utile, per cui, se aumentano le spese si alza il corrispettivo. Il Comitato Rimborso Depurazione ha raggiunto il doppio obiettivo: far conoscere agli utenti quante e quali utenze sono ad oggi collegate al depuratore ed avere ottenuto il doveroso rimborso per gli stessi che, almeno fino alla firma del decreto “salva aziende”, non avevano materialmente usufruito del servizio.

Con l’occasione, annunciamo che il Comitato Rimborso Depurazione confluirà nell’associazione denominata “Azione civile”, di cui sarà parte integrante, seguitando ad adoperarsi in difesa dei diritti del cittadino utente al fine di stabilire un rapporto tra Enti, Aziende e Utenti basato su rapporti paritari. Gli interessati al progetto potranno lasciare la propria mail a rimborsodepurazione@libero.it o telefonando al 3296885961 o allo 071/7231320.

Pier Luigi Agostinelli Roberto Biagini


da Pierluigi Agostinelli
Presidente Comitato Quelli che Risparmiano 





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-09-2010 alle 12:03 sul giornale del 11 settembre 2010 - 1070 letture

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