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Buccelli (GI): 'I fondi si possono trovare, ma l'opposizione si lamenta solo'

europa 6' di lettura 30/08/2010 -

Vorremmo portare a conoscenza della cittadinanza che esiste la possibilità per reperire fondi su: http://www.europa.marche.it/ Il bello è che in questi uffici, e soprattutto in quello della cultura, i dirigenti sono osimani.



Questo studio che riporto testimonia la nostra richiesta di un radicale cambiamento che l’amministrazione deve per forza affrontare, i tempi cambiano e con essi le tecnologie e inevitabilmente se i dirigenti da una parte e gli amministratori dall’altra non si adeguano devono essere sostituiti. A dimostrazione di quello che scriviamo siamo a pubblicare l’ultima graduatoria pubblicata circa due mesi fa sul progetto integrato bando asse 5 2007 2013 relativi all’ambito provinciale di Ancona con la graduatoria dei beneficiari ammessi al finanziamento, dove Osimo non e’ assolutamente presente. http://www.europa.marche.it/LinkClick.aspx?fileticket=qXcOyuG3_Mw%3d&tabid=325

Da pagina 5 in poi potrete trovare tutti i comuni che hanno beneficiato di tali stanziamenti. Si spazia da Ancona a Jesi , a Camerano, Offagna, allo stanziamento dei fondi per la ripulitura del fiume musone, dove noi abbiamo la pista ciclabile, e mentre Pugnaloni con il Pd la vuole illuminare gli altri comuni se la sistemano con i fondi comunitari…..e soprattutto ne fanno di nuove…..ma fosse solo questo..andate a guardare… Non mi soffermo sul fatto che nessuno neanche coloro che dall’opposizione “sbaraitano “ e nulla concludono hanno mai parlato di ciò nonostante la regione sia governata dai loro amici del pd.

Per concludere vorremmo portare a conoscenza della cittadinanza che esiste la possibilità per reperire fondi su: http://www.europa.marche.it/ Il bello e’ che in questi uffici, e soprattutto in quello della cultura, i dirigenti sono osimani….

I fondi messi a disposizione da parte dell’Unione Europea sono di due tipi: fondi strutturali e fondi settoriali o altrimenti chiamati a gestione diretta. I fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale – FESR, Fondo sociale europeo – FSE e Fondi di Coesione) sono programmati ed erogati direttamente dai governi nazionali e regionali dei paesi membri; mentre i fondi a gestione diretta sono programmati ed erogati da parte delle direzioni generali della Commissione Europea.

I primi hanno come obiettivo quello di contribuire alla riduzione del divario esistente tra i pesi membri e supportare il loro sviluppo economico e sociale (attraverso il finanziamento delle infrastrutture, degli aiuti alle imprese, specie nel settore dell’innovazione tecnologica, e delle politiche sociali di inserimento lavorativo, occupabilità, adattabilità e pari opportunità). I secondi hanno, invece, l’obiettivo di supportare la definizione e l’implementazione di politiche comuni in settori strategici, quali, a titolo d’esempio, la ricerca e l’innovazione tecnologica, l’ambiente, l’imprenditorialità, il life long learning.

Primari destinatari dei fondi settoriali sono le amministrazioni e aziende pubbliche europee; anche se esistono fondi destinati a imprese private, università e centri di ricerca (quali il VII programma quadro per la ricerca e innovazione tecnologica) e ai soggetti del terzo settore. Accedono invece ai fondi strutturali tutti i soggetti economici di un territorio in relazione alla destinazione dei fondi. Sarebbe auspicabile che gli enti locali esercitassero il ruolo di capofila, nell’ambito dei network e dei progetti finanziati dai fondi settoriali, di partenariati locali, per la sperimentazione e la progettazione di azioni congiunte (a titolo d’esempio, piani energetici, servizi reali per il supporto all’imprenditorialità, portale unico per le prenotazioni turistiche). La scarsa rilevanza data ai fondi settoriali è dimostrata anche dalla forma prevalente di accesso a queste risorse: prevale l’accesso di tipo “contingente”, quello cioè guidato dalla disponibilità di bandi aperti, rispetto all’accesso di tipo “strategico”, che prevede l’individuazione dei programmi più coerenti rispetto ai fabbisogni dell’ente.

L’utilizzo di un approccio di tipo contingente ai fondi è dimostrato dall’elevato coinvolgimento di consulenti esterni nella gestione delle attività degli uffici politiche comunitarie (il 73% dei comuni intervistati e il 92% delle province utilizza risorse esterne) e da un processo di accesso ai fondi che si basa sulla segnalazione dei bandi aperti alle direzioni dell’ente, rispetto a uno più virtuoso e strategico. L’accesso contingente può essere molto rischioso, in quanto richiede un investimento iniziale rilevante (dovuto per esempio al coinvolgimento di consulenti esterni); la qualità della richiesta di finanziamento può essere di basso livello, data la finestra temporale limitata per l’invio dell’idea progettuale (il formulario) e vi è maggiore difficoltà nella definizione di un budget accurato, che permetta di sfruttare adeguatamente gli asset dell’ente come cofinanziamento economico al progetto, considerato che nella maggior parte dei casi i programmi comunitari richiedono una partecipazione finanziaria o economica del beneficiario per circa il 50% dei costi del progetto. I rischi di una definizione poco accurata del budget sono rilevanti: se non si stima in modo puntuale il cofinanziamento economico, vi è la necessità di garantire un apporto finanziario di risorse che devono essere attinte dai bilanci sempre più limitati degli enti e gli effetti dell’anticipazione del pagamento delle spese rispetto all’incasso del finanziamento può generare problemi di cassa difficili da gestire.

La capacità di passare da un approccio contingente a uno strategico sarà l’elemento che permetterà di incrementare l’attrazione di fondi europei a gestione diretta negli enti locali, migliorandone anche il tasso di successo, che nei comuni intervistati è il 50% delle richieste predisposte e il 65% nelle province. Tale passaggio richiede però una organizzazione interna all’ente che: 1. introduca un’attività di formazione costante rivolta ai funzionari e dirigenti sulla conoscenza dei programmi UE e sulle tecniche di progettazione europea; 2. adotti una programmazione pluriennale per l’accesso ai bandi di interesse; 3. individui dei referenti nelle sedi europee per svolgere attività di lobbying; 4. utilizzi strumenti informativi efficaci per la conoscenza in anticipo delle scadenze dei bandi europei; 5. favorisca la partecipazione a network internazionali 6. sia in grado di organizzare a livello locale progetti di qualità, innovativi e partenariati autorevoli. Personalmente non credo che la scelta del consulente esterno per i fondi europei sia la soluzione migliore, o quantomeno la soluzione che da sola consenta di accedere a risorse significative. Credo invece che principalmente vada orientata la struttura amministrativa nel suo complesso verso un modo di lavorare ‘per progetti’ anticipando quelli che sono i possibili canali di finanziamento, strutturando partenariati e reti locali di cui l’amministrazione si deve fare promotrice e protagonista.

Così facendo non solo si faciliterebbe il percorso di accesso ai fondi europei, ma si realizzerebbero le condizioni per sviluppare una progettazione idonea ad essere presentata ed eventualmente finanziata su tutte le opportunità e i bandi, a prescindere da chi li emana.

Studio Di F.Travagliati.


   

da Alessandro Buccelli
coordinatore Generazione Italia




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-08-2010 alle 19:01 sul giornale del 31 agosto 2010 - 1955 letture

In questo articolo si parla di politica, osimo, alessandro buccelli, generazione italia

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