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Anche a Osimo è possibile una mobilità alternativa in bici

3' di lettura 06/05/2010 - Lettera di Pio Renato Sbaffo, presidente del gruppo ciclistico dei Senza Fretta, al Sindaco Stefano Simoncini in accompagnamento all'omaggio del volume "Rivoluzione Bici" di Silvia Zamboni che analizza diverse forme di mobilità ciclistica anche in città a forte densità antropica e non collocate in pianura. 

Caro Sindaco, si dice che Osimo non è una città adatta alla bicicletta. E Genova? Questo libretto, che mi accingo a donarLe, mi ha fatto molto riflettere e spero che abbia lo stesso effetto su di Lei e sui suoi collaboratori. S'intitola "RIVOLUZIONE BICI", ma in realtà il primo passo è rivoluzionare il nostro pensiero. Contiene una panoramica di cosa sta avvenendo in Italia e nel mondo. E' uno straordinario caleidoscopio di tante iniziative, tante situazioni, tante soluzioni, tante idee. Spigolando spigolando si possono trovare gli spunti giusti per progettare una mobilità ciclistica anche in Osimo. Perché la mobilità ciclistica non viene da sola, ma va progettata unitamente alla crescita ed alla trasformazione della città.

A Genova c'è il noleggio delle bici elettriche e l'uso degli ascensori per risalire. Osimo ha già un impianto di risalita ed ha anche diversi frazioni completamente in pianura. Campocavallo, Padiglione, Passatempo e Casenuove possono essere facilmente collegate da ciclabili facenti asse sulla ciclabile, che in parte già esiste e che va ulteriormente sviluppata lungo il fiume Musone; si potrebbe arrivare persino al mare. Anche il polo sportivo di via Vescovara potrebbe essere facilmente collegato con la ciclabile del Musone. Poi la risalita al centro potrebbe avvenire con mezzi pubblici opportunamente attrezzati. Un tempo era uso comune arrivare in paese a piedi spingendo la bici e poi affrontare la discesa in bicicletta, caricata degli acquisti fatti. Ora che abbiamo bici migliori e strade migliori (fino ad un certo punto) potrebbe essere tutto molto più facile, ma c'è un deterrente difficile da affrontare: il traffico motorizzato.

E' un po' il cane che si morde la coda. Più traffico meno bici, meno bici più traffico. Per spezzare questo anello perverso occorre investire, prima ancora che nelle infrastrutture, nella creazione di una adeguata cultura ciclistica. Ben vengano, quindi le iniziative ciclistiche che coinvolgono i giovani, ma dovrebbero farlo in modo continuativo, non soltanto per un giorno. Questo libretto è pieno anche di queste iniziative. Si badi bene, non si tratta di attività sportiva (è utile anche quella), perché l'obbiettivo è l'uso della bicicletta come abituale mezzo di trasporto. Nelle nostre strade il ciclista è visto come un intruso, un intralcio che deve sbrigarsi a togliersi di mezzo. Non sarà facile, ma questa mentalità deve cambiare. Qui è la vera sfida, la chiave di volta della mobilità in bicicletta.

Quando si arriverà al rispetto dei ciclisti (ciclisti, non arroganti "corridori"), quando si arriverà a ceder loro il passo, perché loro non hanno un acceleratore su cui spingere senza sforzo, e soprattutto quando il pensiero sarà: "Largo a chi non inquina" avremo già capovolto la situazione, anche senza tante ciclabili e servizi alla ciclabilità. Caro Sindaco, sono certo che Lei vorrà fare la Sua parte e passare questo libretto a chi La seguirà.


Un cittadino ciclista

Pio Renato Sbaffo






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-05-2010 alle 18:15 sul giornale del 07 maggio 2010 - 884 letture

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