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Andreoni (PD): 'Sì al fotovoltaico, ma non si occupi spazio agricolo

6' di lettura 05/05/2010 - Proliferano le richieste di autorizzazione per i "parchi fotovoltaici": ma perché occupare suolo agricolo per realizzare impianti che possono trovare spazio (e tanto!) su superfici già irrimediabilmente compromesse dal punto di vista naturale, come ad esempio i tetti dei capannoni, i tetti delle civili abitazioni?

Produrre energia elettrica con l'uso di pannelli fotovoltaici è una pratica che si sta sempre più diffondendo, anche grazie ai contributi ed ai vantaggi fiscali, e a questo non si può che guardare con favore, dal momento che si utilizza una fonte energetica inesauribile, il sole, e si contribuisce in modo sostanziale alla riduzione di emissione in atmosfera di gas serra.
Accanto alla creazione di piccoli impianti localizzati sui tetti degli edifici, però, stanno ora iniziando a proliferare le richieste di autorizzazione alla creazione di impianti a terra, denominati "parchi fotovoltaici": si tratta di schiere di pannelli disposti su diverse file parallele con adeguato orientamento, sopraelevati rispetto al piano di campagna.

Osimo non è esente da questo fenomeno, esiste già un impianto a San Sabino e sono state presentate richieste per altri similari impianti.
La realizzazione di tali impianti deve fare riflettere per molte ragioni, la prima delle quali è:
- perché occupare suolo agricolo per realizzare impianti che possono trovare spazio (e tanto!) su superfici già irrimediabilmente compromesse dal punto di vista naturale, come ad esempio i tetti dei capannoni, i tetti delle civili abitazioni ecc.
Ci sono poi altre considerazioni non meno rilevanti:
- L'impatto sul paesaggio determinato da ettari di filari di pannelli, al di sotto dei quali nel migliore dei casi ci può essere un prato nel quale però la biodiversità sarà sicuramente ridotta, mentre invece i pannelli integrati nei tetti hanno un impatto visivo minimo e quello ambientale nullo;
- I contributi che vengono elargiti per promuovere giustamente la diffusione delle energie rinnovabili provengono da una quota che tutti paghiamo sulla bolletta elettrica: sarebbe più giusto che venissero ripartiti in piccole quote per finanziare piccoli impianti famigliari piuttosto che essere assorbiti da grandi impianti costruiti a scopo speculativo. Come dire: è meglio dare come incentivo 1.300.000 euro/anno a beneficio di un'unica persona o 1.300 euro a mille famiglie?
- La diffusione di piccoli impianti, nei quali le famiglie diventano produttrici di energia, stimola la consapevolezza dei propri consumi e l'acquisizione di stili di vita energeticamente sostenibile.
Per tali motivi credo che sia necessario intervenire al più presto per regolamentare la materia al fine di evitare - nel nostro territorio - una proliferazione incontrollata degli impianti fotovoltaici a terra con tutto ciò che di negativo ne deriva. Con l'interrogazione presentata si invita l'Amministrazione Comunale a ricercare con urgenza gli adeguati strumenti di pianificazione urbanistica per arrestare il pericoloso dilagare di impianti fotovoltaici su terreni liberi e, addirittura, agricoli.


INTERROGAZIONE a RISPOSTA ORALE e SCRITTA

Oggetto: Installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli.

La sottoscritta consigliere comunale, Paola Andreoni

Premesso che

- Pur dichiarandoci favorevoli ad incentivare forme di investimento in energie rinnovabili, ed in particolare a considerare il fotovoltaico - vale a dire la conversione dei raggi solari in energia elettrica - come una delle tecnologie portanti e centrale del nuovo modello energetico locale e nazionale;

Visti i contenuti

- del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 ad oggetto: "Attuazione della direttiva 2001/77/Ce relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità;
- del Decreto del Ministero dello sviluppo economico del 19 febbraio 2007 ad oggetto: "Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'art. 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387";
- del comma 7 dell'art. 12 del D.Lgs. n. 387/2003 che dispone che: gli impianti di produzione di energia elettrica - di cui all'art. 2, primo comma, lettere b) e c) - possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici; nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla Legge 5 marzo 2001, n. 57 artt. 7 e 8, nonché del Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 art. 14;

Precisato che

- E' cresciuta la consapevolezza del pericolo che l'esponenziale consumo di suoli fertili, genera il progressivo surriscaldamento del pianeta, pone problemi crescenti al rifornimento delle falde idriche, impoverisce la sovranità alimentare e non reca più alcun beneficio, né sull'occupazione né sulla qualità della vita dei cittadini. Il fotovoltaico su terreni agricoli rischia infatti di determinare danni quali l'erosione dei suoli, la perdita di fertilità e può compromettere la biodiversità;
- II temi della qualità dell'aria, del risparmio energetico, del risparmio idrico, la conservazione del territorio agricolo e l'uso di energie alternative sono tra quelli posti come prioritari dalla nostra azione politica a favore della nostra comunità cittadina;

- Benché la tecnologia fotovoltaica consenta di produrre energia "pulita", utilizzando una fonte rinnovabile, non la si può considerare priva tout court di impatto sull'ambiente, in quanto occorre distinguere tra le diverse tipologie di impianto. In particolare, essa è difficilmente condivisibile quando è realizzata mediante impianti a terra di pannelli fotovoltaici su suoli liberi. Gli impianti fotovoltaici posti su terreni rischiano di ridurre fortemente l'attività fotosintetica e la biodiversità. Inoltre, per carenza/assenza di precipitazioni, a causa della copertura, la superficie andrebbe incontro a progressiva desertificazione;
- La forte concentrazione di potenza installata su pochi e grossi impianti realizzati al suolo rischia in poco tempo di vanificare quella che è la caratteristica peculiare ed interessante dell'energia solare, ovvero la produzione/generazione distribuita sul territorio grazie a piccoli/medi impianti che nell'ottica originaria dei creatori del meccanismo di incentivazione pubblica dovevano avere un peso consistente nell'economia generale del programma. Ovvero: essendo previsto un limite massimo di potenza installabile che può fruire delle attuali agevolazioni pubbliche, questi grossi impianti a terra precludono ad altre utenze la possibilità di accedere a tali benefici;

INTERROGA IL SINDACO per sapere

1) Quanti sono alla data odierna gli impianti fotovoltaici su terreni agricoli autorizzati e/o realizzati, la collocazione degli impianti, i mq. di pannelli installati e i KW di potenza energetica dagli stessi prodotta;
2) Quante sono alla data odierna le istanze pervenute in Comune - e ancora da autorizzare - per l'installazione di pannelli di impianti fotovoltaici su terreni agricoli, con specifica della collocazione degli impianti oggetto dell'istanza, i mq. di pannelli previsti e i KW di potenza energetica che si prevede di produrre;
3) Se intende prendere iniziative e provvedimenti tesi ad un razionale utilizzo del fotovoltaico in particolare per quanto riguarda l'installazione sui tetti e/o su superfici già compromesse in termini di suolo perso per non consumare terreno agricolo libero;
4) Se e quali provvedimenti intende adottare per venire incontro alle legittime proteste dei cittadini le cui abitazioni sorgono in prossimità dei parchi fotovoltaici;
5) Se condivide le preoccupazioni oggetto della presente interrogazione e se è disposto a sottoporre la problematica all'Associazione dei Comuni Italiani ( Anci) affinché questa evidenzi la questione in Conferenza Stato Regioni Enti Locali per arrivare a disciplinare la materia con linee guida nazionali.

Osimo lì, 27 aprile 2010

Paola Andreoni consigliere comunale
capogruppo del Partito Democratico

Terreno agricolo


Lo stesso terreno agricolo, ora parco fotovoltaico.



da Paola Andreoni
Presidente Consiglio Comunale Osimo





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-05-2010 alle 21:20 sul giornale del 06 maggio 2010 - 1736 letture

In questo articolo si parla di fotovoltaico, politica, osimo, partito democratico, paola andreoni





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