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L.U.P.O.: Gpo via dall\'Astea, Simoncini e Latini si contraddicono

astea 4' di lettura 18/02/2010 - La minacciata recessione del Gpo di Genova, socio privato di Astea ha fornito all\'ex sindaco Latini il destro per farsi campagna elettorale, addirittura sostenendo parte delle nostre tesi sulla necessità di tornare alla gestione pubblica, peccato che sia stato prontamente smentito dal suo delfino, attuale sindaco.

La minacciata recessione del Gpo di Genova, socio privato di Astea ha fornito all\'ex sindaco Latini il destro per farsi campagna elettorale, addirittura sostenendo parte delle nostre tesi sulla necessità di tornare alla gestione pubblica, peccato che sia stato prontamente smentito dal suo delfino, attuale sindaco il quale sostiene, al pari del sindaco di Recanati l\'impossibilità, in tempi di crisi, di trovare a bilancio i soldi pubblici per subentrare al privato, preferendo sottolineare l\'appetibilità dell\'azienda per eventuali altri soci che potrebbero subentrare.

Questo dimostra la distanza tra le promesse a vanvera che si possono fare in campagna elettorale per abbindolare l\'elettorato utente e il pragmatismo di chi è chiamato a governare la cosa pubblica dovendo tener conto degli appetiti dei poteri forti che finanziano la politica; continuando di questo passa Latini finirà per promettere anche l\'abolizione della proprietà privata, tanto che gli costa… e visti i precedenti del \"nostro\" viene anche il sospetto che dietro la polemica legata alla presidenza, indicata dal comune in Mengoni, ci possa essere la volontà di controllare la dirigenza amministrativa per avere mano più libera nel procedere a successive ulteriori privatizzazioni, magari incoraggiando gli aspiranti nuovi azionisti con la promessa di fargli costruire l\'inquinante \"convertitore\" di rifiuti a San Biagio.



Qui non si tratta di mettere in dubbio le senz\'altro competenti qualità di Giuseppini, piuttosto che commuoversi alla retorica del modesto dipendente che diventa presidente accorpando le funzioni di direttore generale (in sé sarebbe una cosa buona se comportasse una riduzione di costi ed un intervento riequilibratore da parte di organi di controllo formati da lavoratori, utenti ed esponenti delle opposizioni), qui si tratta di avere una prospettiva strategica di contrasto alla crisi, smettendola di rincorrere le contingenze con proposte inutili o doppioni di funzioni già esercitate da altri organi con risultati comunque inadeguati; l\'amministrazione comunale intanto può e deve intervenire su quanto di sua diretta competenza, come l\'elargizione di servizi, le tariffe, le rette e le tasse locali, prima di andarsi a proporre in ruoli improbabili su settori dove non è direttamente competente, alimentando il sospetto del perpetuarsi di pratiche clientelari.


Proprio in tempi di crisi come questi non bisogna svendere i gioielli di famiglia con la fretta di far cassa subito, per trovarsi magari in seguito a dover risarcire azionisti attirati oggi dal mercato dell\'acqua, dalla scoperta dei giacimenti di gas, dalla situazione contabile risanata dalle pendenze pregresse (a spese dei cittadini, come le tariffe aggiuntive impropriamente pagate sui depuratori non allacciati) oltre che dalla dimensione consorziale dell\'azienda. Proprio perchè risulterà sempre più insostenibile per i cittadini utenti sobbarcarsi il costo dei carrozzoni delle partecipate e garantire il lucro dei privati, soprattutto quando questo va ad espropriarci di un diritto biologico basilare come l\'acqua. Lupo ed Osimo in Comune hanno sostenuto una petizione popolare articolata in 17 punti in cui viene avanzata una proposta organica e complessiva sulle società erogatrici di servizi in cui il ritorno in mano pubblica di Astea riveste un ruolo centrale e strategico, anche come volano economico che, proprio in virtù delle ampie prospettive di crescita prevedibili a fronte di altri settori duramente colpiti dalla crisi, deve garantire anche quelle attività di natura prevalentemente assistenziale che più facilmente possono incorrere in bilanci negativi; questo nella prospettiva di un progressivo ritorno alla gestione e controllo pubblico (inteso come interesse della collettività) dei servizi, accorpando le attuali partecipate in un unico ente di diritto pubblico.



Abbiamo anche indicato nello sviluppo di forme di azionariato popolare diffuso i meccanismi con cui aggirare eventuali obblighi a privatizzare posti dal legislatore, così come sono stati indicati i provvedimenti che gli enti locali possono mettere in campo per reperire i fondi necessari a realizzare gradualmente questi passaggi, essenzialmente colpendo attività speculativa e rendita parassitaria ed istituendo elargizioni a tariffa sociale per regimi di consumo pre-definito, con maggiorazioni per sprechi e consumi impropri. Stiamo aspettando, insieme con le centinaia di cittadini firmatari della nostra proposta di delibera popolare, la disponibilità dell\'Amministrazione a discutere in consiglio Comunale le nostre proposte, in un confronto pubblico e non nelle riunioni a porte chiuse della giunta.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-02-2010 alle 20:27 sul giornale del 19 febbraio 2010 - 847 letture

In questo articolo si parla di politica, osimo, astea, stefano simoncini, dino latini, l.u.p.o.





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