È stato rivissuto lo \"spirito della Liturgia\" della festa del 2 febbraio, che l\'allora Cardinale Joseph Ratzinger aveva riassunto in queste suggestive frasi :
…In
ricordo di ciò, la processione cristiana si teneva dapprima in vesti
nere e poi - fino alla riforma liturgica del Concilio - viola. Così
nella processione compariva ancora una volta il simbolismo
dell\'incontro. Il
grido selvaggio del mondo pagano che chiede purificazione, liberazione,
superamento delle potenze oscure si incontra con la \"luce per
illuminare le genti\", la luce tenue e umile di Gesù Cristo. Il tempo
che \"sta per finire\", ma che è sempre presente, di un mondo caotico,
schiavizzato e schiavizzante, s\' incontra con la forza purificatrice
del messaggio cristiano. Questo mi ricorda una frase del drammaturgo Eugene Ionesco,
il quale, come esponente del teatro dell\'assurdo, aveva levato con
chiarezza il grido di un mondo assurdo e, al tempo stesso, aveva
compreso sempre più che questo grido è un\'invocazione a Dio. \"La storia
- aveva affermato - è rovina, è caos, se non è rivolta al
soprannaturale\". La
processione delle luci, con le vesti scure, l\'incontro simbolico che vi
si verifica del caos e della luce, dovrebbe ricordarci questa verità e
darci il coraggio, nello sforzo di migliorare il mondo, di non
considerare il soprannaturale come una perdita di tempo, ma come
l\'unica via che può dare un senso al caos.
da Le cose di lassù di Joseph Ratzinger
I ministranti hanno svolto un prezioso servizio; ottimo ed insostituibile quello del cantore gregorianista Lodovico Valentini, grande conoscitore della Liturgia, la cui competenza è per tutti noi un punto di sicuro riferimento. Toccante l\'omelia di Padre Matteo: si è soffermato in particolare, nel giorno dedicato ai Consacrati, sul ruolo dei Religiosi e delle Religiose nella Chiesa. L\'entusiasmo per una Liturgia così bella e ricca e la presenza di tanti fedeli nella chiesa ci ha fatto dimenticare di guardare, anche per un solo istante, l\'orologio : È bello per noi stare qui(Mc 9, 5). Nessuno si è mosso fin quando, alle ore 23, abbiamo cantato l\'antifona mariana finale Ave Regina coelorum.
Quando, la mattina successiva, i miei alunni mi hanno visto in classe più contento del solito, hanno commentato a voce alta: \"Oggi il prof. è di buon umore perché è una bella giornata…\", ho replicato loro: \"No, ragazzi! Perché è stata splendente la notte di ieri: una liturgia come quella che ho vissuto ieri ha un solo aggettivo: bella\". Visto che avevo in classe anche due alunni ortodossi, ho detto che mi ero sentito ancor più vicino a loro perché la festa del 2 febbraio è comune con le chiese d\'Oriente.
Che il Signore, grazie alla presenza dei Francescani dell\'Immacolata nella nostra amata terra marchigiana, ci doni di avere sempre più giovani accanto all\'altare desiderosi di abbeverarsi alla fresca sorgente della tradizione liturgica e pronti ad imitare gli Apostoli i quali lasciate prontamente le reti, lo seguirono(Mt 4, 18-20).