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Villa Musone: un convegno delle Acli sulla dignità del lavoro al tempo della crisi

acli logo 3' di lettura 07/12/2009 - Organizzato dal Circolo Acli “G. Toniolo” di Villa Musone, in collaborazione con la presidenza provinciale delle Acli di Ancona, con la presidenza regionale delle Acli e con l’Azione Cattolica diocesana, si è svolto presso il Salone parrocchiale un convegno sul tema: “La dignità del lavoro al tempo della crisi. Alla luce dell’enciclica Caritas in Veritate”.

Dopo l’introduzione del presidente provinciale delle Acli, Luigi Biagetti, hanno preso la parola Marco Moroni, presidente regionale delle Acli, e Fabio Cucculelli, membro del Dipartimento Lavoro della sede nazionale delle Acli.

Dopo aver richiamato il quadro economico generale e i caratteri generali della crisi che nell’ultimo anno ha colpito duramente anche il nostro Paese, Moroni ha concentrato il suo intervento sulla situazione economica marchigiana. Il sistema produttivo marchigiano, con la sua straordinaria flessibilità, ha dimostrato di poter reggere a crisi di settore anche molto gravi; ma questa volta si è di fronte a una crisi complessiva, che investe tutti i Paesi industrializzati e che si manifesta con una grave restrizione del credito. In questa situazione anche l’economia marchigiana è entrata in una fase di gravi difficoltà che potrebbe avere effetti pesantemente negativi a livello occupazionale. Se la ripresa non arriva nel corso dei prossimi mesi, molte imprese saranno costrette a chiudere; per questo Moroni ha colto l’occasione dell’incontro di Villa Musone per chiedere ancora una volta che, alle misure prese a livello regionale, si affianchi una politica attiva del lavoro anche a livello nazionale e si estendano a tutti gli ammortizzatori sociali che oggi coprono solo una parte dei lavoratori.

A sua volta Fabio Cucculelli ha illustrato la proposta delle Acli contenuta nella Petizione “Verso uno Statuto dei lavori”. Quella proposta poggia su una idea di fondo: occorre costruire una nuova centralità del lavoro, ma per riportare al centro il lavoro bisogna da una parte dargli un nuovo significato e dall’altra costruirgli intorno nuove tutele. Questo, a giudizio delle Acli, significa promuovere maggiori uguaglianze dal punto di vista contrattuale, superando tutte le condizioni che oggi rischiano di far degenerare la flessibilità in precariato; significa realizzare un nuovo sistema di ammortizzatori sociali che sia in grado di offrire adeguate tutele a tutti i lavoratori; significa infine giungere all’effettivo riconoscimento di tutti i diritti formativi, sia quelli relativi ai giovani, sia quelli relativi agli adulti, occupati o disoccupati.

L’economia – ha concluso Cucculelli - ha bisogno di etica e di solidarietà: come scrive il papa nella Caritas in Veritate: senza forme di solidarietà il mercato non è utile all’uomo e rischia di diventare “luogo di sopraffazione del più forte sul più debole”. La crisi deve essere l’occasione per ripensare il nostro modello di sviluppo: uno sviluppo che non sia volto solamente all’accumulazione di beni materiali, ma alla crescita integrale della persona e dell’umanità tutta; uno sviluppo che sia guidato anche a livello planetario da valori come la giustizia e il bene comune, nella rinnovata consapevolezza che, come si legge nell’enciclica di papa Benedetto XVI, “la giustizia è la prima via della carità”.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-12-2009 alle 13:12 sul giornale del 09 dicembre 2009 - 1054 letture

In questo articolo si parla di attualità, acli





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