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Leoni (Osimo in Comune): il 25 aprile per noi

6' di lettura 23/04/2009 - In qualità di capolista di \"Osimo in Comune\" ci tengo a sottolineare che se oggi siamo qui a parlare di diritto di resistenza, è perché nel progetto politico che ho l\'onore di rappresentare, persone tra loro diverse e in alcuni casi sconosciute hanno trovato un punto d\'incontro, un qualcosa in comune che nel di un paio di mesi li ha portati a schierarsi pubblicamente...

C\'è ancora bisogno di parlare di resistenza e antifascismo?

Una domanda che il 3 febbraio del 2008 si era posto anche un giornalista della Gazzetta di Reggio il quale si chiedeva: \"L\'antifascismo è ancora una pietra miliare della nostra Repubblica democratica «fondata sulla Resistenza»? La risposta sembra scontata. Ma[…]\".


Io credo che lo spirito animatore di questa settimana composta di quattro giornate \"antifasciste e di nuova resistenza\" sia inevitabilmente uno e uno solo.

Infatti, mentre fino a qualche hanno fa ci si ritrovava il 25 aprile in piazza per ricordare questa festa essenzialmente per quello che di fatto era stato - quindi la liberazione di un territorio nazionale dal fascismo per mano di truppe o brigate popolari- oggi il punto di vista e il fine cambiano.

O meglio, c\'è una motivazione in più che ci spinge a celebrare la festa che avrà luogo sabato prossimo.


Oggi, si deve celebrare questa giornata perché c\'è chi lentamente e in maniera sibillina cerca di far dimenticare che cosa è stato il 25 aprile.


Ci sono almeno tre episodi significativi che risalgono a un anno o a un anno e mezzo fa, che probabilmente non hanno ancora avuto effetto ma servono a chi detiene le redini del paese per preparare il terreno e lentamente cancellare i ricordi così da riuscire nell\'ennesimo colpo di mano per non dire vero e proprio colpo di stato.


- Il primo caso riguarda statuto, codice etico e manifesto dei valori del neonato Partito democratico quando gli stesori si erano dimenticati di inserire appunto la resistenza e l\'antifascismo.

La cosa inevitabilmente suscitò polemiche.


- Il secondo ce lo ricordiamo tutti, sono le parole del ministro La Russa che lo scorso anno insisteva nel paragonare questa festa al 4 novembre sottolineando il fatto che \"non tutti i partigiani furono uguali\", distinguendo così fra \"partigiani bianchi\" e \"partigiani rossi\" - poiché i secondi \"avevano come obiettivo ultimo la rivoluzione\"

e dichiarando inoltre di \"preferire i militari\" appunto \"ai partigiani\".


- Per non parlare poi della strategia più raffinata della carta stampata che chiude il cerchio di questo attacco frontale da parte delle classi dominanti alla resistenza.

Dalle pagine del \"Corriere della sera\", ma probabilmente anche da quelle di altre testate, si provava a sminuire il significato della festa rimarcando il fatto che i cortei del 25 aprile fossero ormai egemonizzati dai gruppi antagonisti a discapito di una partecipazione sempre più sparuta dei partigiani (i quali ovviamente per ragioni anagrafiche ci stanno lasciando).


Devo infine aggiungere con tristezza un\'altra constatazione che risale a qualche giorno fa.

Giorgio Bocca, che quando il Pd eliminò dai suoi documenti fondanti l\'antifascismo e la resistenza fu tra i primi a polemizzare, oggi è invece il primo a calarsi le braghe.

Infatti in un fondo su \"La Repubblica\" commentando la probabile partecipazione del Cavaliere alle celebrazioni, la scorsa settimana parlava addirittura di \"svolta\".



Una pagliacciata, che personalmente mi ha ricordato un altro suicidio politico ed è quello della senatrice Finocchiaro, la quale dopo le elezioni del 2008 vinte dal centrodestra, sentì il bisogno di precisare che in fondo \"il premier è quello di sette anni fa, altro che \'Berlusconi statista\', come se ingenuamente ci avesse sperato.

Purtroppo saranno proprio la Finocchiaro e i suoi colleghi a spianare la strada al premier verso il Colle.

Insomma, bisogna ricordare questa giornata per ragioni appena indicate e per difenderla dall\'assalto delle classi dominanti.

Ma è fondamentale non rimanere ancorati all\'antifascismo storico,

quello che è parte di avvenimenti importanti e lontani nel tempo.

Primo, perché rischieremmo di sentirci dire che siamo i soliti comunisti e che parliamo di cose vecchie.

Secondo, perché faremmo la fine di una certa Sinistra, che nascosta sotto l\'omologazione partitica all\'americana del Pd è priva del coraggio di attualizzare il concetto di fascismo, dunque solo capace di condannare avvenimenti di 70 anni fa ma incapace di attaccare il vero \"fascismo di oggi\", il capitalismo e le istituzioni manovrate da potentati economici, credendo sia più opportuno diventarne l\'alleato critico e buono.

Terzo, perché dobbiamo essere soprattutto concreti.

E proprio per quest\'ultimo motivo, in qualità di capolista di \"Osimo in Comune\" ci tengo a sottolineare che se oggi siamo qui a parlare di diritto di resistenza (e appunto, non solo in riferimento al fascismo storico), è perché nel progetto politico che ho l\'onore di rappresentare, persone tra loro diverse e in alcuni casi sconosciute hanno trovato un punto d\'incontro, un qualcosa in comune che nel di un paio di mesi li ha portati a schierarsi pubblicamente con tutte le conseguenze che può comportare una scelta simile, a cominciare dalle intimidazioni di chi governa.

E il collante del nuovo soggetto è stato proprio l\'esercizio del diritto di resistenza che molti di questi protagonisti si sono arrogati negli ultimi anni: un diritto rivendicato contro il potere economico - nelle fabbriche - e soprattutto nei confronti del potere politico-istituzionale che spesso è compiacente e accondiscendente verso il potere economico - come nel caso della cementificazione sul nostro territorio.


Un diritto esercitato a tutti i livelli: da quello locale dove ricordiamo appunto le battaglie contro la cementificazione, per l\'ambiente e per la casa oltre alla più recente sospensione del consiglio comunale da parte dell\'Assemblea sociale (è un atto di resistenza anche quello); a quello nazionale, come nel caso dell\'opposizione alla battaglia contro la base americana Dal Molin di Vicenza, a testimonianza che per noi la sovranità nazionale e l\'autodeterminazione dei popoli sono principi cardine; fino a quello internazionale con mobilitazioni locali - manifestazione per la Pace in Osimo contro la guerra in Iraq - o internazionali - delegazioni in medioriente in solidarietà con le forze popolari che resistono alle occupazioni occidentali e sioniste.


Zeno Leoni, capolista \"Osimo in Comune\"

Anche su you tube : http://www.youtube.com/watch?v=RRdYsFPYtVQ

 da Zeno Leoni

candidato nella lista \"Osimo in Comune - Bompadre Sindaco\"





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-04-2009 alle 14:47 sul giornale del 23 aprile 2009 - 1466 letture

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