Il 6 Luglio: una data da ricordare

Il 6 luglio è una data che ogni osimano dovrebbe avere in mente.
Nella notte tra il 5 ed il 6 luglio di quel 1944, i soldati tedeschi abbandonavano la nostra città, i fascisti lo avevano già fatto verso la metà di giugno, non senza lasciare la loro scia di sangue e dietro la spinta del \"gruppo Riccio\", gruppo costituito ad hoc e comandato dall\'osimano Ricci e composto da elementi cattolici provenienti da Cupramontana.
I GAP Fabrizi dal Borgo e \"Stacchiotti\" dal Fiumicello presso casa Guercio, provvedevano intanto a bonificare la zona dell\'osimano rastrellando soldati tedeschi e, avendone catturati poco più di una decina, entrarono in città al mattino immettendosi in colonna ordinata sulla Piazza del Comune con in testa il partigiano \"Sportella\" in groppa ad un cavallo bianco e seguito dagli altri compagni in armi che affiancavano il drappello dei prigionieri tra ali di folla festante.
Sempre nella mattinata facevano il loro ingresso i soldati polacchi da S. Marco a completare la gioia della avvenuta Liberazione.
In realtà Osimo rimase terra di nessuno fino al 18 luglio quando il Corpo Italiano di Liberazione che affiancava la II div. Polacca, sfondò il fronte del Musone.
Il generale polacco Anders ebbe a dire che dopo la tremenda battaglia di Cassino, lo scontro più cruento che i suoi soldati sostennero fu lungo la linea Edith (Albert per gli alleati), linea difensiva questa creata dai tedeschi lungo le sponde del nostro fiume.
In quei 12 lunghi giorni, dal 6 al 18 luglio, ad Osimo si scatenò un inferno di fuoco tra cannonate alleate e raid del Battaglione Mussolini proveniente da Ancona, che costarono alla città decine di vittime e di cui a tutt\'oggi non se ne conosce il numero preciso.
Per molti la Liberazione fu il ritorno alla vita, per i giovani qualcosa di straordinariamente nuovo, inebriante e straboccante di speranza, per altri fu il risultato giusto di un impegno civile straordinario durato mesi, anni, decenni e, per altri ancora, aver dato un significato all\'estremo sacrificio.
Da quel 6 di luglio la città tornò a respirare a pieni polmoni, rinacque un tessuto sociale nei suoi aspetti più elementari, più popolari, democratici e liberali.
Tornarono i liberi partiti, i liberi movimenti ma moltissimo di quel libero e ricco quanto diffusissimo patrimonio fatto di libere associazioni, molte cattoliche, enti corali, teatrali o ricreativi in genere, erano perse per sempre, ma forte fu la necessità di condividere passioni, interessi, etc, non per imposizione di un potere autoreferenziale.
Il 6 luglio 2008 è questo; é il necessario rinnovo della memoria, dei fatti e delle idee, di chi si oppose al sopruso con tutto quello che aveva a disposizione e che troppo spesso era la sola vita; figli di questa Patria, uomini che credevano di poter vivere ed essere felici solo se lo fossero stati anche gli altri.
Scrisse il Comandante Boldrini (Bulow): Abbiamo combattuto insieme per conquistare la libertà per tutti: per chi c\'era, per chi non c\'era, per chi era contro.
Il 6 luglio deve anche essere per tutti gli osimani, il rinnovo di un impegno per la difesa della convivenza civile attraverso la difesa della libertà, della democrazia e dell\'atto costituzionale garante di tutto questo.
Armando Duranti
Presidente dell\'Associazione Nazionale Partigiani d\'Italia
sez. di Osimo

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-07-2008 alle 01:01 sul giornale del 08 luglio 2008 - 1057 letture
In questo articolo si parla di cultura