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Loreto: il paesaggio marchigiano in 100 foto di Floriano Grimaldi

4' di lettura 29/03/2008 - Loreto, Sala degli Svizzeri del Museo Pinacotecafino al 31 maggio 2008. Da Marco Aurelio, a Francesco di Assisi, a Pascal e Tolstoi una mostra racconta la voce del vento, l\'occhio di una colomba,  il profumo di un prato, la luna nella notte, la spiritualità del paesaggio marchigiano, in cento scatti di Floriano Grimaldi


La rappresentazione del paesaggio è sempre stata uno degli aspetti più interessanti della fotografia.

Tradizionalmente è fatta di ardimento, di vette, di crepacci, di gole, di avventure oltre il limite. Niente di tutto questo nella mostra attualmente allestita a Loreto nella la Sala degli Svizzeri del Museo Pinacoteca, dove più di 100 scatti di Floriano Grimaldi raccontano della spiritualità del paesaggio, dell’intimità, della semplicità di affetti e gesti quotidiani, come accarezzare un gatto, cogliere un fiore, riempire d’acqua una brocca.



Si tratta di sguardi che scavano nel profondo ma con tenerezza, con rispetto per la storia di cose e persone. Fotocolor dal segno marcatamente antropologico: volti di vecchi, di bambini, di animali. Una ricerca del calore e dello scorrere della vita. Simboli ridotti al minimo: la ciotola, il cane, l’erba, il sole, la terra, l’uovo. Segni materiali di una forte spiritualità. Più la materia , il volume, la forma, il colore sono evidenti più gli stessi sembrano poi immediatamente rarefarsi, farsi luminosamente diafani e trasparenti per diventare anima.



Dal piccolo particolare, come ad esempio le piume di un pettirosso, o la ruggine della vanga dell’orto, ai riccioli bianchi delle capre l’orizzonte si allarga improvvisamente su acque trasparenti di torrenti, su cieli al tramonto, su spazi immensi. La contadina alla finestra è già nell’infinito, lontana secoli dal paesaggio urbano; il respiroè già universo.



Due grandi pannelli introduttivi consentono poi di procedere agevolmente nel percorso espositivo

( immagini per lo più realizzate in terra umbro-marchigiana), e di affrontare con intensità ed impegno il tema della mostra.

I pannelli riportano testi di antica e nuova spiritualità, come il Salmo 8 della Sacra Scrittura e l’Invocazione al grande Spirito nella tradizione dei pellirosse Chippewa, a significare come la voce del vento, l’occhio di una colomba, il profumo di un prato siano fonte di bellezza e di gioia. Anche le didascalie sono ispirate a testi sacri e massime filosofiche e letterarie. Si tratta comunque di un unico canto, o cantico, quello che da sempre dalla terra si alza verso il cielo.



La mostra di Grimaldi anche attraverso la lettura di frammenti di testi quali il Cantico delle Creature di san Francesco di Assisi, le Confessioni di Sant’Agostino, i pensieri di Marco Aurelio, le meditazioni di filosofi francesi (Pascal) e di letterati russi (Tolstoj) spinge fortemente a vivere la parabola del creato come porta attraverso la quale si può giungere a Dio. Questi fiori, piante e animali così come una luna nella notte o un pallido sole all’alba altro non sono che un invito a varcare le soglie del tempo per tuffarsi nell’eternità ed ascoltare il sorriso di Dio.


La mostra, che sa, effettua gli orari del Museo Pinacoteca:

fino al 31 marzo, ore 10-13; 15-18

fino al 31 maggio, ore 9-13; 16-19.

Chiuso il lunedì.


   

da Gabriella Papini






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-03-2008 alle 01:01 sul giornale del 31 marzo 2008 - 1218 letture

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