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Confartigianato: in un anno 12 fallimenti

3' di lettura 30/11/-0001 -
Nel comprensorio di Ancona sud in un anno sono stati registrati 12 fallimenti, 5 nel solo comune di Filottrano Confartigianato: serve una immediata inversione di tendenza

da Confartigianato


L’aumento di fallimenti è un segnale preoccupante per il nostro sistema produttivo. A mettere in difficoltà le imprese del settore fino a far temere in prospettiva un vero e proprio allarme insolvenze, sottolinea Filippo La Rosa responsabile sindacale della Confartigianato di Ancona sud, è una fase congiunturale difficile che si protrae ormai da troppo tempo.

Soprattutto in certi settori manifatturieri, tra i quali si registra la percentuale più elevata di fallimenti e procedure concorsuali, le aziende sono messe in un angolo dalla concorrenza dei paesi a basso costo di manodopera. Inoltre tra i clienti si allungano i tempi di pagamento ed aumentano i casi di insolvenza: strette in questa morsa le aziende falliscono: a Filottrano in un anno, secondo gli ultimi dati disponibili, i fallimenti sono stati 5, tre a Loreto, tre nel Comune di Osimo, 1 ad Offagna.

Se il numero dei protesti cambiari e dei fallimenti rappresenta il termometro di un tessuto economico, allora la situazione va analizzata da vicino. Infatti il fenomeno delle insolvenze, cioè dei debiti non onorati e quindi finiti su qualche carta bollata o in un fascicolo in tribunale, ha subito una impennata.

L’aumento del valore dei protesti nel medio periodo è indice di una tensione latente nel tessuto economico locale che ora inizia a emergere. Ci si indebita di più rispetto al passato. Niente catastrofismi, ma un’allerta per una difficoltà generalizzata che sta colpendo le imprese locali. Soprattutto quelle di piccole dimensioni.

Intanto sono entrate in vigore le disposizioni correttive della disciplina del fallimento e delle procedure concorsuali.

La normativa ha tenuto conto, oltre che delle proposte delle varie Associazioni di categoria, su tutte Confartigianato, anche dei problemi riscontrati nei tribunali nella fase di prima applicazione delle precedenti disposizioni.

Confartigianato, considerate le problematiche legate al mondo della piccola imprenditoria artigiana, si è mossa per correggere in diversi punti la legge precedente, riscontrando, una volta approvata la manovra correttiva, molteplici risultati positivi.

Quattro i principali risultati ottenuti: nuovi criteri di fallibilità, l’onere della prova che passa all’imprenditore debitore, la nuova disciplina del concordato preventivo e degli accordi stragiudiziali di ristrutturazione dei debiti, e l’estensione della “esdebitazione” nella fase transitoria.

La prima vittoria ottenuta dalla Confartigianato riguarda la definizione degli imprenditori non soggetti al fallimento. Con l’entrata in vigore della disciplina, infatti, non rientreranno nella fascia di fallibilità gli imprenditori che hanno registrato, nei tre esercizi precedenti la deposizione dell’istanza di fallimento, un attivo patrimoniale non superiore ai 300.000 euro, che, nello stesso periodo, hanno avuto ricavi lordi annui non superiori ai 200.000 euro e che, infine, hanno un ammontare totale di debiti, scaduti e non scaduti, non superiore ai 500.000 euro.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 28 gennaio 2008 - 1877 letture

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