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IDV Osimo: società partecipate, una nuova proposta

3' di lettura 30/11/-0001 -
Società partecipate, l'IDV di Osimo lancia una proposta: razionalizzare le partecipate esistenti in un'unica società che gestisca tutti i servizi.

di Mirco Sesterzi
Segreteria Italia dei Valori Osimo


Con l'esternalizzazione dei servizi che il Comune ha ripartito in diverse società partecipate, si è ritenuto di fornire un miglior servizio ai cittadini e di elevare la qualità più generale delle professionalità ad essi applicate.

Il presupposto di partenza è che l'Amministrazione nella sua pianta organica non riesca a produrre servizi di livello comparabile a quelli che una società specificatamente dedicata può realizzare, e nemmeno dispone della totale libertà di scelta e di organizzazione che questa può garantire.

Nella formula gestionale convenzionale in vigore prima dell'avvento delle partecipate, l'Amministrazione era pienamente coinvolta nella gestione operativa e quindi nel rapporto diretto con i cittadini fruitori dei servizi erogati. Allo stesso tempo però era tenuta anche politicamente a mantenere un determinato equilibrio che è difficile da gestire e che genera spesso problemi e polemiche.

Con l'esternalizzazione dei servizi quindi, anche la gran parte della responsabilità viene ad essere trasferita nella competenza di un Presidente ed un C.d.A. esterni all'Amministrazione, i quali alleviano il peso politico delle scelte e degli eventuali risultati negativi gestionali.

Alla possibile mancanza di controllo gestionale da parte dell'Amministrazione si è sopperito nominando i vari responsabili tra quelli che sono più fedeli alla propria linea politica e così si è chiuso idealmente il cerchio.

Vi sono però alla luce dell'esperienza sin qui condotta diversi punti negativi a questo approccio. Anzitutto la gestione ha costi elevati ed ingiustificati. L'eccessiva polverizzazione delle partecipate ha permesso l'allocazione di diversi posti di lavoro seppure a tempo determinato, divenendo strumento per facili assunzioni, ha richiesto comunque numerose consulenze esterne e la creazione di una nutrita schiera di Consigli di Amministrazione che pesano sui costi fissi delle società stesse.

Il tipo e la qualità dei servizi non è migliorato, almeno nella percezione del cittadino. Non risulta evidente il miglioramento alla luce dei vari disservizi che si sono creati nel tempo che prima potevano essere segnalati (e trovavano accoglimento) direttamente all'Amministrazione mentre ora restano spesso ignorati perché vi è una logica gestionale che non contempla il reclamo diretto dell'utenza.

L'Amministrazione scarica le sue responsabilità su figure che politicamente non pagheranno alcun prezzo, per cui alla fine il cittadino non può nemmeno protestare con il voto contrario perché il responsabile dei disservizi non è il politico che gli chiederà il consenso.

A tali argomenti si devono apportare dei correttivi, Italia dei Valori ritiene che il primo punto da mettere all'ordine del giorno sia quello di una completa revisione della formula di esternalizzazione dei servizi, prevedendo un'unica società che li gestisca tutti.

Pensiamo ad un C.d.A. composto da parte politica e parte tecnica, comprendente rappresentanti dell'opposizione che garantiscano la trasparenza dell'informazione.

Il manager di gestione non sia nominato politicamente ma su precise competenze ed esperienze nel settore, e che risponda dei costi e della qualità erogata, annualmente in un'apposita relazione. Il bilancio pubblicato di questa società venga allineato a quello dell'Amministrazione, ove sia possibile verificare l'esatto ammontare dei trasferimenti erogati dal Comune.

Infine, a maggior garanzia, che venga sottoposta a certificazioni di qualità, che con le visite ispettive previste dalle normative consentano al cittadino sia la possibilità di reclamare, sia di verificarne la buona ed utile gestione.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 28 aprile 2007 - 1442 letture

In questo articolo si parla di italia dei valori, società partecipate, mirco sesterzi





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