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libri & cultura: Città ombra, viaggio nelle periferie del mondo

5' di lettura 30/11/-0001 -
Non hai bisogno di scegliere la libertà – tu sei libero. E questa libertà, questa, è una triste storia sotto il cielo. (Nazim Hikmet).
Le città ombra, sono quelle parti delle grandi città che “non esistono”, ci sono miriadi di costruzioni, ma nessuna di loro ha un indirizzo, ci sono viottoli di fango, piccoli recinti, e baracche, casupole, negozi, tantissime famiglie e bambini, ma non esistono, perchè non sono presenti al catasto, non pagano le tasse, non hanno luce e acqua da impianti ufficiali.

di Rossella Petrolati


Il libro inizia con quattro capitoli in cui veniamo immersi nelle storie e nelle dinamiche di: Rochina (Rio de Janeiro), Kibera (Nairobi), Sanjay Gandhi Nagar (Mumbai), Ulter Kaya e Selva Kaynak (Istanbul). Chi ne esce peggio sono le comunità africane, dove la corruzione dei politici rende ogni passo degli abusivi ancora più impossibile rispetto ad altri stati, c’è più povertà e di conseguenza la la notte è piena di ladri, che cambiano però quartiere per non rubare al vicino di casa.

Le comunità di Rio sono le più strutturate, la criminalità, che di fatto rappresenta il 4% degli abitanti di questi quartieri, controlla e garantisce la sicurezza delle favelas. Ci sono quattro grandi bande, che si dividono le zone, in un mutuo scambio con gli abusivi, gli garantiscono la sicurezza in cambio del loro silenzio sui traffici di droga. Ci sono negozianti che si sono trasferiti dalla città d’asfalto alla favelas, stanchi di subire rapine. Qui se perdi un portafoglio sei certo di ritrovarlo con tutti i soldi, a Copacabana te lo rubano per strada.

Si prosegue con uno sguardo al passato, da cui emerge che in fondo gli abusivi sono dei coloni, solo che hanno a disposizione spazi molto più ristretti; la presenza e il comportamento degli abusivi si delinea come una componente costante degli sviluppi delle città e dei paesi, e viene superata quella sensazione di male da estirpare, proprio attraverso le storie degli squatter di New York di fine ‘800 inizio ‘900.

Il capitolo più triste descrive i programmi governativi, le conferenze e i tentativi intrapresi per risolvere i problemi dei quartieri abusivi. Vi partecipano politici, ricercatori dell’Onu e delle Ong, ma mai i diretti interessati. Come si può pensare di affrontare seriamente questi problemi, ideare soluzioni sensate ed efficaci, senza il loro coinvolgimento, tanto più che sarebbero ben felici di essere coinvolti.

Poi arriva il capitolo sulla criminalità: “No, gli abusivi non sono i nemici della società civile. Sono le persone più rispettose della legge che ci siano. [..] Il miracolo è che gli abusivi del mondo hanno a cuore la società civile e vogliono trovare un modo per operare entro il sistema. Sono fuori legge rispettosi delle regole, criminali patriottici”.
Gli abusivi si sono creati un altro mondo, perchè impossibilitati ad inserirsi in quello già esistente. Le ricerche condotte da Neuwirth sfatano tutti i luoghi comuni sugli abusivi che popolano il nostro immaginario. In India la stampa locale era molto incuriosita dal lavoro che questo giornalista statunitense stava conducendo, e durante la sua permanenza a Sanjay Gandhi Nagar, un quartiere abusivo di Mumbai, lo hanno intervistato più volte riguardo alla criminalità delle comunità. Nelle risposte Neuwirth conferma l’esistenza della criminalità nelle comunità abusive, ma specifica che ci si è sempre sentito al sicuro, molto più che in molte comunità legali. Ma quello che è uscito sul Times of India è stata solo la prima parte della dichiarazione.

Gli abusivi sono tutte persone che lavorano nelle grandi città, hanno salari così bassi da non potersi permettere un alloggio regolare, perciò se ne sono costruito uno ai margini di queste città. Sono puliti, onesti e dei gran lavoratori; “quanto duro lavoro richiede la vita degli abusivi: la disciplina necessaria a migliorare la propria casa un muro alla volta”.
Qual è il modo per aiutare le comunità abusive? “Un atto di proprietà, ha spiegato Hilary, turberebbe la loro amicizia, distruggendo la comunità nel tentativo di aiutarla”, e poi la vitalità di queste comunità si fonda sull’assenza di tasse da pagare, che renderebbero impossibili i piccoli guadagni sul commercio al dettaglio, sugli affitti e sulla compra-vendita di “immobili” che naturalmente si sono creati e si svolgono all’ombra delle banche e delle imprese edilizie.

Queste comunità sono popolate da gente vivace, intraprendente, ingegnosa, non sono degli accattoni, dei reietti della società, a volte sono anche persone con un certo grado di istruzione, sono persone in grado di assumersi delle responsabilità, di portare avanti progetti a lungo termine, spesso si trovano esempi di sistemi di risparmio collettivi, per poter concedere finanziamenti e prestiti alle famiglie che devono affrontare grandi spese, gestiti da gruppi di donne della comunità; l’unica cosa che cercano è un po’ di stabilità.

Infine una riflessione sul legame tra terra e libertà, e i concetti di proprietà e possesso; spunti e stimoli dai più diversi pensatori, economisti, liberali e socialisti.
Burke: “Una delle perdite importanti della transizione dal feudalesimo al capitalismo è stata la fine del diritto tradizionale dei contadini all’uso della terra. [..]La rivoluzione liberale lo ha liberato dai suoi “doveri” alienandolo dai suoi “diritti”. Quindi per un gran numero di persone la libertà ha coinciso semplicemente con l’espropriazione”.
Neuwirth ci lascia con questo quesito irrisolto, forse l’Onu, e i governi e le agenzie internazionali non cercano il dialogo con gli abusivi perchè è il nostro mondo a non essere pronto all’ascolto e alla ricerca di una loro ri-collocazione nel nostro mondo.

di Robert Neuwirth
Titolo
Autore
Prezzo
Pagine
Anno
Editore
Collana
Città ombra. Viaggio nelle periferie del mondo
Neuwirth Robert
€ 15,00
284, brossura
2007
Fusi Orari
Libri di Internazionale
Lo trovi su:


Lo trovi nelle biblioteche del catalogo unico nazionale, Indice SBN, di: Biblioteca comunale - Imola – BO; Biblioteca del Centro studi e informazioni Amilcar Cabral - Bologna – BO; Biblioteca comunale Villa Leopardi - Roma – RM.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 18 aprile 2007 - 15366 letture

In questo articolo si parla di libri, rossella petrolati

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