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La ''riserva indiana delle Marche'' balla al ritmo di Pelù

2' di lettura 30/11/-0001 -
Per l'unica tappa marchigiana, una scaletta che ha esplorato tutti i successi vecchi e nuovi dell'ex-Litfiba da Spirito a Tribù.

di Michela Sbaffo
redazione@vivereosimo.it


Non si può dire che si sia registrato un vero e proprio pienone per essere l’unica tappa marchigiana, poco più di 600 presenze, ma lui, dal palco, ce l’ha messa tutta per far sentire che El Diablo, elettrico e selvaggio, è arrivato a Osimo.

“Mi piace questo posto –ha detto Pelù accennando al vasto spazio del Palabaldinelli– la musica si sente bene e voi –ha aggiunto rivolgendosi ai suoi fedelissimi fans proiettati nella prima fila del parterre– lo riempite bene.”

La Riserva Indiana delle Marche, così come lui la proclama, balla per 2 ore e mezzo al ritmo rosso di Tex, Tribù, Spirito, Toro Loco. Successi vecchi e nuovi rotolano senza pausa, il Piero scatenato -jeans neri, stivali neri, maglia nera- si lancia in salti, ulula e incita il pubblico a cantare assieme a lui.

Per la prima parte del concerto pesca a piene mani dal suo ultimo album, “In Faccia”: Lentezza, Velo, Tribù, Sorella Notte, Segni‘n faccia, G.H.L.M., Fiorirà coinvolgono in crescendo gli spalti.

“Fare finta di niente, fare finta che tutto può cambiare”: sulle note della canzone dedicata a tutti i giovani che senza armi da Locri a Crotone lottano contro la mafia e l’omertà (Fiorirà), Piero si copre il volto con una stoffa nera, rimanendo immobile, seduto, muto, per tutta la durata degli assoli di chitarra e basso.

Ma la stasi non può durare troppo a lungo: amore, protesta, rabbia, ogni sentimento Pelù lo vive tra le luci del palco muovendosi con una fisicità felina, sempre graffiante, mai scontato. Sguardi e gesti sono sufficienti per stabilire il contatto anche con gli spettatori più lontani.

Non c’è bisogno di parole se non per urlare ancora una volta la pace sulle note di Bomba Boomerang o per lanciare frecciate ben mirate al presidente americano Bush definito “un fantoccio nelle mani delle multinazionali del petrolio”.

I successi storici di Pelù sono arrivati nella seconda parte del concerto: Io ci sarò, Regina di Cuori, El Diablo e poi Spirito, inno alla libertà, e, proprio in chiusura, Toro Loco, un invito a coltivare quella piccola briciola di pazzia presente in ognuno di noi.







Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 25 novembre 2006 - 1495 letture

In questo articolo si parla di spettacoli, piero pelù