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Pallotta: Sul randagismo comportamento incoerente dell'AC

7' di lettura 30/11/-0001 -
Manuela Pallotta, presidente dell'Associazione Onlus "Amici Animali" di Osimo, considera contradditorio l'atteggiamento e alcune scelte compiute dall'Amministrazione nell'ambito del problema del randagismo.

di Manuela Pallotta
Presidente Amici Animali Onlus Osimo


In data 22/09/2000 apre in Osimo il canile privato Lilli e i Vagabondi 1, in Via Striscioni n. 46, località San Paterniano.

Formalmente il gestore del canile è la Sig.ra Erbacci Lauretta, proprietaria della struttura, anche se di fatto ad occuparsi di tutto è il marito Cola Franco, Maresciallo dei Vigili Urbani di Osimo.

Non deve sfuggire ed anzi va sottolineata l'anomalia del caso: il Sig. Cola assomma in sé la duplice funzione di “controllore” (nella qualità di Maresciallo dei Vigili Urbani) e di “controllato” (quale gestore del canile): sono infatti, tra gli altri organi, i Vigili Urbani ad essere preposti al controllo dei canili e dei rifugi su ordine del Comune, secondo la Legge.

Paradossalmente, il Sig. Cola avrebbe dovuto controllare e, se del caso, sanzionare la moglie (formale gestore del canile), se non addirittura sé stesso.

In data 11/04/2002, la signora Erbacci Lauretta ottiene l’autorizzazione per l’apertura di un secondo canile-gattile denominato “Lilli e i Vagabondi 2”, in Via Chiaravallese n.135 ad Osimo. Anche in questo caso la gestione (ed il controllo !) sono affidati al Sig. Cola Franco.

L’Associazione “Amici Animali Onlus”, che dal 2003 ha operato, grazie ai propri volontari, all’interno delle due strutture, ha innumerevoli volte denunziato e segnalato sia al Comune di Osimo che alla competente Asur, le violazioni, le inadempienze e le gravi deficienze anche strutturali frutto di una gestione “autogestita”, nonchè di una politica poco sensibile se non disinteressata alla sorte degli animali detenuti nei canili.

Nell’ottobre 2004, la Sig.ra Erbacci Lauretta ha vietato ai volontari dell’Associazione predetta di operare all’interno delle due strutture (probabilmente perchè troppo scomodi!), fino a quando a febbraio del 2005 il Comune di Osimo, in occasione del rinnovo della convenzione con la Sig.ra Erbacci, ha ceduto alle insistenze della suddetta Associazione, riconoscendo il suo operato e la sua serietà, inserendo nella convenzione una clausola contenente la possibilità per i volontari di accedere liberamente ed operare all'interno dei canili.

L’ Associazione “Amici Animali” ha quindi potuto continuare a svolgere il proprio lavoro, certamente non semplice, alla luce delle mille difficoltà, delle pressioni e delle velate intimidazioni incontrate nel dialogo con il gestore e con le istituzioni.

Da sempre l’ Associazione chiede la costruzione di una nuova struttura quale ricovero-rifugio per i cani abbandonati, possibilmente di proprietà comunale, onde evitare qualunque finalità lucrativa da parte di un eventuale gestore privato.

L'esperienza fin qui vissuta ha confermato le seguenti equazioni: + cani = + introiti per il gestore (per ogni cane presente nel canile il gestore percepisce una quota pagata dal Comune); + cani malandati = - adozioni = + introiti (tanto la dice lunga sulle condizioni spesso disperate dei cani detenuti nei canili...).

Ricordiamo che è solo grazie all’opera completamente gratuita dei volontari dell’Associazione che molti cani sono stati ad oggi adottatti, diminuendo di molto la cifra che l’Amministrazione deve ogni anno mettere a bilancio per mantenerli nel canile!

Ad ottobre del 2004, il Sindaco di Osimo presenta all’associazione il Sig. Leonardo Bordi titolare della ditta Tecnovett di Rieti, il quale aveva presentato al Comune di Osimo un progetto per la realizzazione di un nuovo canile per addirittura 800 cani (!!!) in zona Passatempo.

Struttura allucinante, oltretutto non conforme alla normativa vigente in materia, tanto che il Comune di Osimo ha dovuto rilasciare l’autorizzazione per due strutture di 400 cani ciascuna (quando si dice “trovare soluzioni”…….) .

Evidentemente, non ci è stata data alcuna possibilità di scelta.

In ogni caso il Sig. Bordi si è dimostrato da subito molto collaborativo con la nostra Associazione, mostrando di gradire la nostra presenza e il nostro aiuto nella gestione del futuro nuovo canile.

Tuttavia, non appena i lavori sono iniziati, i cittadini di Passatempo hanno presentato un ricorso al TAR, bloccando il cantiere per oltre un anno. All'esito del giudizio innanzi il TAR, vinto dal Sig. Bordi, il Sindaco di Osimo, pressato dai cittadini contrari alla realizzazione del canile a Passatempo, ha iniziato a temporeggiare con motivazioni diverse, rimandando ad oltranza l’inizio effettivo dei lavori.

Nell’Agosto 2005 viene presentata al Sindaco di Osimo ed all’Amministrazione comunale la possibilità di usufruire di denaro pubblico a fondo perduto messo a Disposizione dal Ministero della Salute per la costruzione di canili intercomunali. Vengono fatte diverse riunioni con i comuni di Castelfidardo, Loreto, Sirolo, Numana, Camerano. C’erano 6 mesi di tempo per la presentazione del progetto, per un finanziamento massimo del 75%.

Il Comune di Osimo non ha presentato alcun progetto!!!.

A giugno 2006, scaduta la convenzione tra la proprietaria del vecchio canile, Erbacci Lauretta , ed il Comune, i volontari vengono nuovamente allontanati dalla struttura da parte del gestore, pur continuando gli animali ad essere detenuti nella stessa, sempre a spese del Comune.

Il 30 luglio 2006, dopo nostre molteplici sollecitazioni, l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) effettua un sopralluogo al canile Lilli e i Vagabondi 1, denunciando tutte le irregolarità che da anni noi avevamo già segnalato al Comune ed alla ASUR.

Di lì a poco, il 23/10/06, i NAS dei Carabinieri realizzano un ulteriore sopralluogo confermando ancora una volta tutte le irregolarità della struttura.

Solo a seguito di detti interventi, il 13/12/06 il Sindaco di Osimo emette un'ordinanza di chiusura del canile di Via Striscioni n.46 , in quanto non conforme alle norme vigenti.

La nuova gara d’appalto del servizio di mantenimento dei cani randagi, bandita dal Comune di Osimo nel mese di settembre 2006, viene vinta dal Sig. Leonardo Bordi il quale, non avendo ancora costruito il canile per cui era stato in precedenza autorizzato dal Comune stesso, ha ricoverato temporaneamente i cani di Osimo (circa 90 animali) in due strutture private: a Jesi (canile Keraton) e ad Ostra Vetere (canile Federico I), non essendoci altri canili disponibili al momento nella zona.

Al canile Keraton la situazione è normale e tranquilla; al contrario, l al canile di Ostra Vetere Federico I, la situazione è tale che richiama continui controlli e rilevazioni di irregolarità alla normativa vigente da parte dei NAS, Guardie Zoofile, ASUR.

I cani di Osimo hanno continuato ad essere controllati dai volontari dell’Associazione, che settimanalmente si recano a Jesi ed Ostra Vetere, fino a quando agli inizi di maggio, la dirigente del Settore Servizi Sociali del Comune di Osimo, Dott.ssa Magi Lucia, ha improvvisamente rescisso la convenzione con il Sig. Bordi, prevedendo di lasciare gli animali nelle strutture in cui si trovano attualmente, senza specificare né per quanto tempo, né a chi dovessero rivolgersi i volontari, da quel momento in poi, per le visite e le cure veterinarie .

A giugno 2007 è prevista l’emanazione di un ulteriore bando per una nuova gara d’appalto.

Nonostante la buona volontà, non riusciamo a comprendere il comportamento incoerente del Comune e del Sindaco, che da una parte rilascia le autorizzazioni sanitarie per due canili alla moglie di un dipendente, che dovrebbe fungere da controllore delle strutture medesime, e dall’altra emana dopo 6 anni di attività, un’ordinanza di chiusura per irregolarità delle medesime; ancora, da una parte rilascia la concessione edilizia per la costruzione di due mega canili al sig. Bordi, e dall’altra ne ostacola l’inizio dei lavori; infine, da una parte stipula la convenzione per la gestione dei cani, in attesa della costruzione dei canili, e successivamente la disdice unilateralmente ad un mese dalla scadenza del contratto, senza che siano avvenuti cambiamenti di sorta rispetto agli adempimenti contrattuali(almeno per quanto sia di nostra conoscenza).

Non è dato sapere quale politica il Comune abbia elaborato per fronteggiare l’annoso e costoso problema del randagismo.

Al momento si naviga a vista, tra gli iceberg dei divieti incrociati e della necessità di consenso, specialmente oggi che siamo a un passo dalle elezioni provinciali.... A voi che ci leggete, le dovute (amare) considerazioni.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 23 maggio 2006 - 1737 letture

In questo articolo si parla di animali, manuela pallotta





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